Poesie personali


Scritta da: Alessio Fabretti
in Poesie (Poesie personali)
Domani il sole sarà già alto
e scalderà le pietre e la strada
che percorrerò per giungere a te.
Domani sarò felice come lo sono oggi,
perché i tuoi occhi sono stampati
nel mio cuore e nella mia mente.
Potrei percorrere al buio la strada che mi porta a Te.
Le notti non hanno importanza
e il freddo non scalfisce il mio corpo.
Solo la brezza del vento lenisce la stanchezza.
Penso al meraviglioso giardino,
alla fontana che zampilla e alle tue parole,
mentre un fiore è tra i tuoi capelli.
La mia vita non è vita e il respiro
non è il mio respiro senza il tuo.
Non conoscevo la vita
e le tue sembianze
hanno aperto la porta dell'amore
e il mio cuore si è addolcito alla tua presenza.
Luci, suoni e colori, è festa
quando ti vedrò e la folla variopinta
non fermerà il mio correre verso di te.
Composta martedì 5 aprile 2011
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    Scritta da: Piero Tenna
    in Poesie (Poesie personali)

    Mia... per sempre

    Quando improvvisamente,
    alle note e all'armonia s'accordò la sua voce angelica,
    avvertii un brivido percorrermi tutta la schiena,
    subito seguito da un tonfo al cuore,
    come un mancamento che ti lascia senza respiro,
    che ti proietta in un limbo dove tutto è irreale,
    in cui avverti soltanto musiche celestiali,
    note che si ripetono, si modificano,
    parte integrante di un'armonia completata nella sua afrodisiaca realtà quando,
    in lei, riecheggia il canto, si fonde il fiato modulato ed ugualmente armonico
    emesso dall'ugola flautata di quel usignolo sconosciuto,
    con un nome breve ma intonato e musicale come la sua voce, Mia,
    avvenente nel corpo come nell'alito sonoro che sboccia
    fra le sue labbra, candido fiore di campo,
    abbellito dal sentimento e dall'angoscia che alimentano la sua anima fragile;
    ed allora, comprendi, che Martini, non è la rinomata bevanda, ma una stella del cielo.
    Composta martedì 5 aprile 2011
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      in Poesie (Poesie personali)

      Doretta

      Ho una gatta, una trovatella
      ma mi aveva colpito, era troppo bella
      di pelo fulvo e il manto un po' ramato,
      striato e di color dorato
      per quest'ultimo dato, Doretta l'ho chiamata.
      l'abbiamo cresciuta con affetto e benevolenza
      e lei ci ripaga, quasi per sdebitarsi, per riconoscenza,
      ci delizia con moine e gesti di eccellenza.
      Si Doretta è una gatta un po' speciale per via del suo orecchio musicale!
      se accendo la radiolina ed emette una canzoncina
      di colpo si ferma estasiata, ritta sulle zampe posteriori
      ritma il suono con quelle anteriori poi con salti, rovesci
      e piroetta finisce il suo numero come una valletta!
      Al termine dell'esibizione, si sdraia sulla schiena
      e pancia all'aria
      sembra una consumata ballerina dell'Arena.
      Sono sempre incantato dalle sue evoluzioni
      fantasiose, geniali e mai uguali
      secondo voi è parente del "Gatto con gli Stivali"?
      Lalchimista.
      Composta domenica 3 aprile 2011
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        Scritta da: Rossa Curl
        in Poesie (Poesie personali)

        Lasciarci...

        Non chiedo molto...
        Di lasciarci così,
        senza rancori
        senza rimorsi
        senza rimpianti.
        Lasciarci così,
        felici della storia vissuta,
        consapevoli del suo termine.
        Lasciarci così, adulti di fronte alla vita,
        ricchi di molti ricordi, molte esperienze.
        Lasciarci così, sul flebile sussulto
        di un tenero, reciproco...
        Addio.
        Composta domenica 3 aprile 2011
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          in Poesie (Poesie personali)

          Omaggio a Napoli

          Ricordo con orgoglio la gioventù passata
          i bagni sopra lo scoglio,
          tuffi e capriole in località Coroglio
          le passeggiate sul tuo lungomare
          i primi amori nella Villa Comunale
          Sono stato con la mente a visitarti di recente
          perché quella di oggi non è la Napoli mia,
          non mi appartiene, non la riconosco più
          Ti hanno ferita, violentata, nell'orgoglio demoralizzata
          da quattro scalmanati delinquenti inveterati
          sorretti da politici ciechi e inoculati.
          Ma sono vivi in mè i clamori della gente, i colori dei balconi
          dei panni stesi persino sui lampioni
          i profumi di zagare e limoni, fragranze soavi e lievi degli agrumi
          era il tuo momento il tuo secolo dei lumi
          sento ancora le grida cantilenanti dei giovani ambulanti
          che offrivano con enfasi e voci altisonanti
          dolci, taralli e pizze ancora fumanti
          acqua ferrata, granite colorate e colazioni
          fatte al momento con frenetica passione.
          L'inesauribile fantasia del popolo, trasmessa per rifarsi
          sono diventati maestri nell'arte dii arrangiarsi
          Un universo variegato di suoni, luci e colori però
          mai piegato al volere dei potenti, gente fiera, imberbe e intelligente
          degni figli di Masaniello, eroe impenitente
          Questo è il quadro che ho impresso nella mente
          e che non voglio cambiare con un immagine recente!
          lalchimista.
          Composta giovedì 31 marzo 2011
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            Scritta da: CINELLA MICCIANI
            in Poesie (Poesie personali)

            Felicità

            Non esiste più
            quella splendida felicità
            che colorava d'infinito
            la nostra vita.
            Oggi è struggente nostalgia
            desiderio inappagato
            una valigia di sogni
            dispersi al vento.
            Tu non conosci fedeltà.
            Insegui le le tue gioie fugaci
            insensibile al dolore
            che spargi intorno a te.
            Quella non è vera felicità.
            Lascia nell'anima violentata
            fardelli d'angosce
            che non si cancellano più.
            Nel cuore oltraggiato
            cumuli di ferite mai rimarginate.
            La felicità non cresce
            su un albero di lacrime.
            Composta lunedì 4 aprile 2011
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              in Poesie (Poesie personali)

              Più volte comunque fosse

              Più volte comunque fosse
              pur gli anni festeggiammo
              ai funerali o ad altre cerimonie
              regolari prendemmo parte
              ciò che ci doveva accadere accadde.
              Al rullio di un tempo edace
              abbiamo sofferto pianto o riso
              spaccamonti o guasconi saputo
              ciò che di verosimile v'era nel filmico
              che raccontava la nostra vita.
              Ancora oggi, sdentati, stanchi
              e introversi guardiamo l'intruglio
              la mistura di fatti nauseanti o gustosi
              che ci passa davanti in un imputridimento
              di sogni di illusioni e di speranze.
              Nauti che fummo, che diventammo
              quando la regata dei desideri
              suscitò passioni e amor nel mar di essere?
              Ricchi di nulla, poveri di tutto
              ci sedusse un divenire piccante
              dove forse tutto era possibile
              senza briglie ci spingemmo lontano
              arditi e impazienti in una marcia
              in avanti senza sbocchi di eterno.
              Sublimati all'effimero credemmo
              nello svolgimento di un racconto umano
              di possedere e detenere
              quanto nell'attimo si distruggeva;
              alati e leggeri o corti di vista
              spesso perdemmo il contatto con il reale
              restò il senso della vita una sciarada
              un enigma un mistero o la voragine astratta
              verso cui ancora camminiamo
              ignoranti di noi e del mondo
              intontiti dalla visione di un cielo cavo
              che può mostrare solo nuvole o astri.
              Composta lunedì 28 febbraio 2011
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                Scritta da: Brunason
                in Poesie (Poesie personali)

                Riflesso

                Se ti mostri, strali attiri.
                Alla luce ti riveli:
                odi lodi ed improperi.

                Senza posa accusatori:
                tutti sanno cosa sei
                con dovizia di consigli.

                E un mistero ti rivelo:
                ognun vede cosa fai
                con occhiali strani assai.

                E il tuo cuore, come dei,
                ogni ora van scrutando:
                come falchi leggon dentro.

                Battiture, lividure:
                nuovi panni, variopinti:
                gialli, verdi, viola e blu.

                Non ne posso proprio più!
                Cento maestri ho ottenuto,
                senza spesa son istruito.

                Permette, cari belli,
                una parola anche a me:
                non sapete poi un granché.

                Petulanti, assai saccenti,
                indigesti e fastidiosi,
                ma ignoranti e presuntuosi.
                Composta sabato 2 aprile 2011
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                  Scritta da: Mr. L
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La peggior solitudione

                  La peggior solitudine è quella che ti trova in mezzo a centinaia di persone.

                  Non sentirsi ne compresi ne amati
                  aspettare in attesa la venuta di un Angelo che mi mostri la luce
                  vedendo nel frattempo i peggiori diavoli dell'inferno spezzarmi il cuore.

                  Piangere e piangere ancora
                  confidando che ogni lacrima sarà un sorriso
                  ogni pianto un bacio
                  ogni sofferenza un abbraccio.

                  La peggior solitudine vien dal cuore
                  la peggior solitudine ha un'unica cura:
                  l'Amore.
                  Composta domenica 3 aprile 2011
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