Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

La mia panchina

Raccolgo lo straccio
spolvero la panchina della mia vita,
mi siedo e ammiro il tramonto
c'è ancora tempo
ma intanto ricordo...
lungo il sentiero ho conosciuto gioia e dolore
ma il cuore ha continuato a cantare
a volte con voce stonata
ho visto la pioggia e poi il sole
ora seduta a pensare capisco che la tormenta è andata
ha sfiorato la mia anima,
ha anche toccato la mia pelle
ma il soffio del vento mi ha cullato
il corpo si è lasciato spesso accarezzare dopo il tocco aspro della vita
e so che...
c'è ancora tempo per fare,
per dire, vedere, andare, capire,
tempo per amare...
Composta mercoledì 13 marzo 2019
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Senza parole la mostra itinerante
    su Auschwitz:
    dove i carnefici erano peggiori
    delle belve feroci
    perdendo la loro umana dignità di figli di Dio
    trasformandosi in demoni affamati di morte.

    Trattati peggio dei cani dei carnefici assassini
    milioni di uomini, donne, bambini,
    ebrei e zingari,
    ombre vive di cadaveri viventi
    senza più lacrime:
    "non sapevano se erano ancora vivi
    o già morti".

    Come uomini della terra
    porteremo sulla nostra fronte
    il marchio umiliante e assassino
    della svastica hitleriana
    riducendo l'uomo a un giustiziere assassino
    e demoniaco!
    "Esseri umani" si trasformarono
    in "carnefici senza pari".

    Servitori di ideologie sporche di sangue
    e piene di odio
    sono diventati i dittatori del potere
    e dell'atroce morte
    riempiendo il secolo ventesimo
    di martiri e di guerre:
    mai tanti morti sulla terra per
    dittatori osannati più di Dio!

    Che umiliazione per l'umanità
    trascinata dall'orrore
    di uomini senza cuore!
    Composta giovedì 31 gennaio 2019
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Una domenica come poche
      in cerca di preghiera
      ci ha spinti lontano
      nella bassa agreste aragona
      dove ancora si conservano
      le trincee d'una guerra incivile
      tra spagnoli che si assassinarono tra fratelli.
      Perdette la vita gente innocente
      e tanti poveri anziani
      finirono in fauci assassine
      di belve dal volto umano.

      Guerra incivile assurda piena di odio
      e tanti rancori
      si uccisero tra loro gruppi fanatici
      di sinistra e destra,
      atei contro cristiani,
      distruggendo chiese e conventi
      preti, vescovi, suore,
      tanti cittadini sinceri e innocenti.
      Alcuni sepolti ancora vivi
      in fosse con calce bianca...
      che ancora oggi gridano
      pregando insieme ai santi.

      Quando l'odio entra nei cuori
      senza Dio e senza pietà
      noi uomini siamo feroci
      peggio dei lupi e bestie feroci
      distruggendo tutto il messaggio
      della storia passata:
      opere d'arte, cultura, biblioteche
      e sogni di vera pace.
      La guerra porta solitudine,
      rancore e lutto nel cuore:
      il tempo è trascorso, ma si nota
      ancora l'odio e poco amore.

      Oggi siamo entrati in un monastero
      di suore di clausura
      dove l'inciviltà umana distrusse,
      rubò opere d'arte e pietà.
      Oggi ci sono resti rotti,
      muri senza affreschi e senza echi
      di molte anime sante
      che per secoli cantarono tanti salmi.
      Oggi una ventina di giovani suore
      pregano in varie lingue
      affinché il Signore ci doni la Sua pace
      oggi e domani.
      Composta venerdì 30 novembre 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        I cactus con le spine pungono questo giorno
        appeso al sole su una ringhiera di balcone
        dove occhi indiscreti spiano il loro giorno
        racchiuso in fiori rossi con un bacio d'amore.

        Spine e fiori sono i sogni di una ragazza sola
        in attesa che sbocci il bozzolo della sua rosa
        dove sono racchiusi i suoi sogni di giovinezza
        trafitti da spine di disillusione nel suo cuore.

        I fiori dei cactus sono belli e molto passeggeri:
        la loro bellezza racchiude i colori del cielo
        la fragranza degli altri fiori che purifica l'aria
        i sospiri di una gioventù che sogna di amare.

        Fiori e spine sono lacci che ci legano alla terra
        dove il corpo e l'anima crescono in bellezza
        in attesa che s'illumini la vita con dei bambini
        che sono i futuri fiori di una mamma che sorride.
        Composta giovedì 30 novembre 2017
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Quando i nostri bambini giocano soli
          il mondo di noi adulti sorride sognando.
          La nostra infanzia piena di piccoli ricordi
          ha lasciato tracce nel cuore che sogna.

          Da piccoli il tempo non pesa nel cuore
          perché si gioca con la fantasia pulita
          senza limiti racchiusi nella memoria
          di una vita ripiena di giochi e di luna.

          Lasciamo che i bambini inventino il domani
          dove loro saranno padroni di se stessi.
          Giocheranno ad essere adulti senza zavorre
          di giorni vissuti dipingendo il loro mondo.

          La nostra terra è bella per i sorrisi dei bambini
          per l'allegria di genitori che abbracciano la vita
          rinata come un fiore da un intimo bacio d'amore.
          I bambini sono il sorriso del futuro che sboccia.
          Composta giovedì 30 novembre 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Con la rugiada ancora sotto i piedi
            di una notte fredda appena a due gradi
            cammino aspettando l'amica aurora
            spuntare sull'orizzonte del mio domani.

            Su rami gelidi di pioppi senza foglie
            si richiamano stormi di uccelli
            beccando la luce che si sveglia
            su gocce appese a fili di corrente.

            Ascolto i passi del giorno che avanza
            nel silenzio ripieno di suoni sonnolenti
            mentre decine di cicogne in volo
            si dirigono al fiume seguendo il vento.

            Ascolto la poesia silenziosa della luce
            nascosta nei colori del mattino a colori
            racchiusi in nuvole che coprono la notte
            dando passo al giorno che galoppa.
            Composta giovedì 30 novembre 2017
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              È arrivato iI freddo di un inverno tardio
              la neve è rimasta sui monti lontani
              il suo candore si è rifugiato nei miei occhi
              mentre sognavo i fiocchi
              cadere nelle mie mani.

              Non so se il mese di gennaio ha due volti
              forse quattro gli si addicono meglio
              essendo il padre di tutti i mesi dell'anno
              il custode di tutte le porte aperte o chiuse
              il padre di tutti gli dei italici
              la porta d'entrata di ogni calendario.

              Giano ribattezzato gennaio
              apre tutte le umane porte del nostro futuro
              lavato da purissima candida neve
              seppellendo il passato bruciato nelle vene.
              È il mese dove il fuoco arde sempre nel camino
              mentre le fiamme purificano
              il fumo della nostalgia.

              Le castagne della vita le abbrustoliamo
              al suo fuoco che brucia nelle case
              mentre i sogni passeggiano sui vari ponti
              che uniscono il passato e il presente
              dove Giano custodisce l'entrata e l'uscita
              di tutti i meandri della nostra vita.
              Composta giovedì 30 novembre 2017
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