Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Girovagare per le strade di questo mondo
è assaporare la bellezza e l'amara tristezza
di uomini e donne lanciati alle avventure
per sfuggire al proprio dolore e amarezza.

Vedo stendere la mano chiedendo monete
altri dormendo stesi sui banchi dei parchi
per uccidere sogni che sbocciano lontano
con bottiglia di vino e cuore nelle mani.

Nei loro occhi spenti leggo pagine umane
di un romanzo non scritto ma vissuto male
in capitoli senza titoli, umidi di calde lacrime
dove si nascondono pochi ricordi e tanti volti.

Poveri non sono coloro che non hanno soldi
ma chi ha perduto dignità o è senza più sogni.
Non si sceglie per caso la vita dura di randagi
ma chi non ha ali non ha voglia di ritornare.
Composta lunedì 31 dicembre 2018
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Uccidere le illusioni della gente
    è far morire il profumo dei fiori
    che liberi germinano nei prati
    come le stelle in notte chiara.
    Far morire gli orizzonti umani
    è uccidere la speranza.

    La vita umana è un dono d'amore
    dove maturano illusioni e speranze
    giocano la vita e la morte
    i sogni sbocciano liberi
    in attesa che l'essere intelligente
    sappia ascoltarne i messaggi.

    Ballare leggeri su note musicali
    ascoltare un pianoforte nel silenzio
    di un pomeriggio di pioggia
    è come il ramo di fiori
    che si stringe al cuore e poi si lancia
    in attesa di essere sposa.
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      Scritta da: criscri
      in Poesie (Poesie personali)

      Omaggio a Silvan

      Dolce, appagato ostaggio
      di mani addestrate a stupire,
      che digitazioni di dispettosa,
      eppur carezzevole illusione,
      si scorgono ogn'ra infuocate demiurghe.
      Eccovi
      moto instancabilmente perpetuo
      di carte che frusciano
      al docile richiamo di falangi complici
      prestigio ch'a truccarsi dispettoso s'adopra
      del nome mai svelato di poesia;
      sim sala bim
      onomatopea sempiternamente fulgida
      d'invenzioni ribollenti,
      magie che guisa possiedono
      di preghiera tenue ma fiera
      alla scienza dell'inconsueto.
      Freschezza di inviolabili bimbi
      Hanno questi conigli sbarazzini
      che dal cilindro emergono
      ad atavico fascino s'abbevera
      stupefacente e arcano
      l'illusionismo di un fendere
      che mai sarà real fendere
      divini corpi di assistenti
      racchiuse in un rilucente baule.
      qui siamo e resteremo
      sul palco indiavolato e amabilmente vergine
      a invitar a cena di fantasmagorie mai cesellate
      voi e lo stupore che ci è padre e figlio.
      Sim sala bim
      su velivolo di fantasia incantata si vola.
      Composta martedì 26 marzo 2019
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        Scritta da: criscri
        in Poesie (Poesie personali)

        Lacrime sul ponte Morandi

        Respiri senza rifugio evaporano
        tra il ruggir di tremebondi, ancestrali campate
        e un incanutito figlio orfano resta d'un frammento
        ch'a decomporsi va, frantumato dall'aria,
        in polvere umiliandosi.
        Geme l'impotente pur mai doma lanterna
        dileguasi 'l sol dalla pelle di Genova
        e sola l'abbandona alle fauci d'un dolor
        ch'il color serba di quarantatré fruscii d'esistenze
        da sfuggente gaudio strangolate
        e or sul cocchio dell'eterna consunzione
        gemme or cosparse
        dell'aroma d'un ricordo.
        Composta martedì 26 marzo 2019
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          Scritta da: criscri
          in Poesie (Poesie personali)

          Resina

          A intimiditi ramoscelli
          d'irreprimibil speme
          anemico e prostrato m'avvinco;
          l'ancestral corteccia
          che demiurga mi fu e anco madre
          concedendosi va
          a urlanti ruscelli di resina
          iridescente balsamo
          di rifiorito pneuma.
          Irriverente avanzasi
          d'ormai obliati fallimenti l'ordito
          in vitree reminiscenze incastonati
          fin a carezzare
          la dama d'una basaltica follia.
          Divorzian le figlie foglie
          a guisa di baldi tersicorei agitandosi
          dallo spirito violato da Cronos
          dell'incanutito albero,
          d'infantil rugiada assetate
          e d'un fiero, accecante gialleggiare madide
          di rinsaldarsi al tepore della terra
          instancabilmente avide.
          È l'intangibil scienza dell'estinguersi
          che l'afono universo ammanta
          della suprema violazione.
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            Scritta da: criscri
            in Poesie (Poesie personali)

            In memoria di Pino Caruso

            Quel fragor di zagare
            ch'ancestral pelle di Trincaria fiera pervade
            in me giacque e sempiterno giacerà signore
            d'umorismo sano complice
            e d'un intonso e diacronico amore.
            Sicilia mia, d'amarti ogni frammento d'alma mia,
            fu dal vagito mio prim aduso
            so che mai mi oblierai né scorderai quanto t'amai e t'amo,
            tuo Pino Caruso.
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              Scritta da: Roberto Di Nardo
              in Poesie (Poesie personali)

              Cecco

              Roccia di ruvido spigolo
              seduta su terra di spuma
              stanche le spalle si oppongono
              all'onde che vita promette

              resta l'immagine a simbolo
              che niente alla mente frantuma
              dimentica al tempo ed al tuono
              immune per quanto riflette

              l'attimo nasce del rivolo
              che crepa infinita consuma
              laddove la roccia era trono
              rimane un sorriso, poi smette.
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