Poesie personali


Scritta da: criscri
in Poesie (Poesie personali)

Fumigar

Ancestral scuopresi il soave fumigar
da complici e intimidite labbra di camini
ch'il guardo tendon all'immutato soleggiar
de' raggi che veste recan di festosi bambini.
Geme ancor dal robusto sbuffar del naviglio
ch'a titan ergesi dianzi al ribelle periglio
qual esperto amante a lingua di mar avvinto
che tra onde di secoli l'ha gaudente sospinto.
A effigie stagliasi ineffabil di tepor di casetta
tal fumo che nell'aere scintilla mai domato dalla fretta.
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    Scritta da: criscri
    in Poesie (Poesie personali)

    È da inquieto rimar

    È da inquieto rimar ch'il viaggio mio s'addestra
    di far domestico 'l real ch'è ancestral illusione
    assonnato ancor imprendomi a guatar finestra
    perch'i' scorgavi più elevata dimensione.
    Forse germoglio mai fu per mutar della vita 'l sembiante
    questa parola che tepor reca o lezzo di maledizione
    ch'accompagnar sa al maturo passo dal tremolio di quello infante
    e giace talor intrappolata in gabbia di note di canzone.
    Che sia del cor il tristo o gaudioso effluvio
    o del  decomporsi della speme 'l fedel diluvio
    mai ostaggio cadrà tra le roventi unghie dell'oblio
    quel verbo che già 'l Vangel disse esser presso Dio.
    Di mille festanti e varii idiomi intriso
    mai domato e servo e mai neppur ucciso
    desta lo scriver il prostrarsi del dormiente
    e un ponte disegna al doman dall'incerto presente.
    Composta giovedì 11 aprile 2019
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Dopo quasi settant'anni vissuti
      sognando sempre di vivere libera
      senza briglie in mani di cavaliere
      si scopre che è duro essere sola:

      Non è facile stare sempre al sole
      essere un cavallo di pura razza
      saltellare come api di fiore in fiore
      preparare ghirlande di illusioni
      per un futuro che arriva presto
      ma non preso in considerazione.

      La gioventù sparisce senza avvisarci
      le rughe dell'età scalfiscono il viso
      si arriva rapido all'ultima stazione
      si scende dal treno della vita, soli.

      Si sono bruciate tutte le cartucce
      insieme ai fiori freschi di primavera.
      L'estate libera e senza lavorare
      è moribonda nei tuoi occhi stanchi.
      La vita può essere una commedia
      o una solitaria, amara triste tragedia.

      La vita è una barca in balia del vento
      ci vogliono dei remi o un buon motore
      per salpare le onde o le dure tempeste.
      Da giovane ti portano sul baldacchino
      da vecchia ti trovi vestita da Arlecchino.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Daremo presto l'addio alle giornate invernali
        quando il freddo si nasconde nei miei guanti
        dove i geloni piangono perdendo il loro colore
        morto all'apparire del precoce e caldo bel sole.

        Le timide ombre nascoste dietro dei venti gelidi
        si rintanano silenziose sotto boschi con ombre
        dove giocano foglie secche, uccelli e nidi nuovi
        al calore dei corti tramonti e delle colorate aurore.

        Anche gli arzilli vecchietti poggiati al loro bastone
        si avviano lenti ma contenti al loro banco amico
        verniciato con colori nuovi sotto il cielo azzurro
        che loro trattengono con gioia in attesa del volo.

        Diamo l'addio al corto inverno con molta neve
        caduta sulle catene di alti monti con piste piene.
        Le belle colline sono rimaste senza veli di sposa
        per salutare la giovane primavera ricca di tanti fiori.
        Composta domenica 10 marzo 2019
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Nelle fiabe di quando ero bambino
          sentivo vibrare delle forze nuove
          che riempivano il cuore di orizzonti
          pieni di colori e messaggi nuovi.
          Cenerentola e il brutto anatroccolo
          due sogni del brutto e del bello
          racchiusi nel cuore pulito della gente
          apriva le porte del futuro allegro
          vicino al focolare dal fuoco ardente.

          La visione dell'infanzia marcava il cammino
          illuminato dalla fiamma del vecchio camino
          da visioni di animali strani che parlavano
          immaginando lupi, draghi, fate e streghe
          gironzolare nell'ombra di boschi strani.
          Favole popolari che vecchi e mamme
          raccontavano con amore e illusione
          facendo rivivere sullo schermo del cuore
          gli archetipi della bellezza e dell'amore.

          Da vecchio rivedo il messaggio delle fiabe
          con occhi pieni di qualche lacrima che cade
          quando vicino al focolare ancora acceso
          non vedo bambini né mamme raccontare
          i sogni che fanno fiorire il futuro del mondo.
          Le favole sono la base umana della storia
          con una visione che ci spinge a meditare
          incontrando il propio volto riflesso nell'acqua
          di un mondo nuovo senza paura e tanto affetto.
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            Scritta da: Aurora Sisi
            in Poesie (Poesie personali)
            Tempo fa trattenevo molto,
            accumulavo pagine e pagine
            di parole non raccontate,
            forte era il bisogno
            di buttarle via,
            e il mio dialogare muto
            spesso mi confortava.
            Ma avevo bisogno
            di trovare un equilibrio
            interiore, imparare
            a condividere...
            cominciai quindi
            a parlare a gran voce,
            togliermi quel peso,
            mettere quasi a nudo
            la mia anima...
            e che rumore,
            quando ogni
            pensiero si sveglia
            dal suo torpore!
            Quando l'oblio
            viene squarciato
            da una consapevolezza
            di vita.
            Composta martedì 11 aprile 2017
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              Scritta da: Aurora Sisi
              in Poesie (Poesie personali)
              Asseconda comprensioni,
              con un intreccio di mani,
              non abbiamo speso
              parole nuove,
              eppure una diversa
              interpretazione
              si è impadronita di noi.
              Evitiamo di affogare
              in pensieri sbagliati,
              con la consapevolezza
              che il positivo si vive,
              si accetta, ci migliora.
              Regaliamoci la nostra
              presenza, il nostro
              continuo esserci,
              prima di ogni cosa,
              per permettere alle
              nostre parole,
              di non perdere
              il loro primo
              significato.
              Composta lunedì 10 aprile 2017
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                Scritta da: criscri
                in Poesie (Poesie personali)

                Il violino urla

                Urla il violin in sacro gemito
                nell'ormai sgualcita custodia ch'a sua dimora ebbe
                ove dell'arpeggio mille volte ebbe l'anelito
                d'una musica ch'a pizzichi ed arcate crebbe.
                Sempre detien la nobiltà della rosa e l'umiltà della viola
                a sé avvinto e racchiuso in una nota sola
                in lui indomita regna levità di liuto
                che voce dà al natural suono d'un mondo talor muto.
                Allegri in aere sparge a guisa di stelle filanti
                e in  teatral mura insuperbiscesi dinanzi a scalpitanti astanti
                stagliasi libero e inafferrabil il capriccio delizioso
                ch'a manto di tepor sul mondo  si stende armonioso.
                Stradivarian velivolo che sempre s'alza in quota
                estro di Paganini che nell'uran complice ruota
                spalancasi in preghiera qual benigna finestra
                e la sua amorosa goccia dona al mare dell'orchestra.
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                  Scritta da: criscri
                  in Poesie (Poesie personali)

                  De'matematismi

                  Assumon le forme armoniose movenze
                  ch' in guisa scorgi di parabole e circonferenze
                  vola 'l mental travaglio in indiavolate cifre indefesso
                  dal cosmo del finito numero a quel del complesso.
                  Ondeggi pitagorici, euclidee suggestioni
                  ritratto son di quantità delle reali estensioni
                  chè quant'intorno giace più e più ancor brilla
                  se del misurarlo su d'esso adagi la scintilla.
                  E peregrinasi allor tra ellissi e circolarità
                  che amici più rendon i pianeti e le lor beltà
                  spose son algebre e geometrie in altar di scienza
                  e complici germoglian studi di funzioni
                  e fascinosi campi d'esistenza.
                  Rivelasi il cosmo in tutto 'l suo spumeggiar naturale
                  da teoria di relatività avvinto e calcolo infinitesimale
                  più non vi son angoli ch'incerti sien  e profani
                  se legger li vuoi attraverso gli assi cartesiani.
                  Aggiunger o sottrar,divider o moltiplicare
                  il matematico idioma sempre ti saprà aiutare.
                  Composta lunedì 8 aprile 2019
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