Poesie personali


Scritta da: Aurora Sisi
in Poesie (Poesie personali)
A volte è inevitabile,
Mi lascio cogliere sul fatto!
Viene spontaneo chiedere
A chi mi osserva,
Dove volo col pensiero
In quei precisi istanti.
Pochi comprendono
Il vero senso del mio viaggio,
Forse per incapacità
Di immedesimazione,
O per semplice
menefreghismo... chissà.
Ma in fondo cosa
Mi importa della nebbia
Che offusca la mente
Di chi non vuol capire,
Cio che il mio cuore sente
Lentamente la dirada.
Composta venerdì 10 marzo 2017
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    Scritta da: Luigi Berti
    in Poesie (Poesie personali)

    Quando gli angeli hanno messo le ali

    Avanzano le nuvole il cielo si fa nero,
    il lampo poi il tuono rimbomba sodo,
    le lacrime dall'alto bagnano il volto,
    nel ricordo sconfinato di chi mi ha creato.

    Crescono impietose le onde del mare
    non trovano una sponda dove naufragare,
    girano all'infinito nella memoria del tempo
    che fu graziato dall'essere spento.

    Perché lo dicevano quando ero triste
    se il viso si fa scuro il pianto lo pulisce,
    la vergogna scivolava sulle mani pulite
    e gli occhi non vedevano mai la luce.

    Il mondo in una casa ricoperta di cuori
    dove tutto era immobile senza rumori
    l'intensa armonia si impregnava dentro
    la mano e un sorriso era sempre pronto.

    D'immensa bellezza erano cosparsi
    I volti di angeli che volavano bassi,
    grandissima dolcezza nei loro gesti
    uniti per sempre senza mai lamenti.
    Composta sabato 9 marzo 2019
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      Scritta da: Daniela Cesta
      in Poesie (Poesie personali)

      La prima pratolina

      Timida, ritrosa e vergognosa,
      molto piccola e indifesa,
      con i suoi petali bianchi e leggeri
      soffre il freddo di marzo,
      attaccata alla terra, quasi si nasconde
      tra la sterpaglia secca, che la riparano,
      geme e patisce con un invisibile lamento
      è dispiaciuta perché il tepore primaverile
      ancora tarda, ma un barlume scintillante
      di un raggio di sole, arriva dal cielo e riscalda
      la sua piccola corolla e il misero stelo,
      rendendola sfolgorante, le sue amiche
      tardano ad arrivare, ma lei, coraggiosa
      sopporta gli sbuffi di vento gelido,
      la prima piccola, margherita di marzo!
      Composta martedì 5 marzo 2019
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        Scritta da: Daniela Cesta
        in Poesie (Poesie personali)

        Vento di marzo

        Vento di marzo che scuote
        i rami degli alberi, ancora spogli
        sembrano dormienti, ma respirano
        come zampilli vivaci nel glorioso mattino
        di un tempo di cambiamento,
        molti animali sono ormai fuori, dalle loro tane
        affamati in cerca di cibo, sui monti la neve
        ricorda che ancora l'inverno sghignazza
        pazzo marzo, tra colpi di vento, sotto nuvole grigie
        e qualche raggio di sole che fa capolino nel cielo
        l'ombra invernale è ancora qua, ma qualcuno
        cerca di spingerla via... è la luce nuova dell'orizzonte
        la dea maliziosa, volubile, fantasiosa, eccentrica,
        mutevole, bizzarra e originale! La primavera!
        Composta martedì 5 marzo 2019
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          Scritta da: Giuan Malemand
          in Poesie (Poesie personali)

          MarzOtto

          Mi trovo oggi, a gran voce
          omaggiar la Donna in festa.
          M'assale, invero, un dubbio atroce,
          un pensiero che mi preme nella testa.
          Ieri, dimani e i giorni appresso
          bisogna onorar le Dame,
          consapevoli di quanto sia complesso
          trovare l'equità in più d'un legame.
          In tanti a sbraitar'sta tesi,
          ragioniam di un mondo migliore,
          salvo con finta ignoranza esser sorpresi
          dal Tizio femminicida o dal Caio dittatore.
          Occorre dunque cambiare l'ignobile uso
          di accettare con tanta noncuranza
          che la Donna sia oggetto di sopruso,
          solo allora anche l'Uomo avrà una speranza!
          Composta venerdì 8 marzo 2019
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            Scritta da: Carla Vercelli
            in Poesie (Poesie personali)

            Nereide

            In una piazza del sud, assolata
            le dissero che era una sirena

            un minimo di galanteria in più
            e un quid in meno di volgarità
            rispetto al complimento spesso udito
            nelle sue gelide e nebbiose città.

            Ma lei non ci aveva mai badato
            e - rispondendo al richiamo di libertà -
            il mare aveva sempre cercato,
            col fondo amaro quanto la sua pena.

            L'ambiguità - sentiva - era la sua natura,
            l'essere a metà tra la carne e il sogno,
            lo sfuggire ad ogni catalogazione,
            farsi una beffa delle reti tese.

            Quell'amalgama di voluttà e cura,
            di responsabilità e affermazione,
            che la rendeva e la rese
            un ponte vivo per l'eternità

            perché non solo la donna è vita
            ma la Vita è Donna, e ognuna
            ha in sé dolore, piacere e - non percepita-

            la malia silente della nascosta
            misteriosa altra faccia della luna.
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