Stasi
L'ultimo rifugio,
spariscono le ombre,
il vento sul tuo viso
la pelle si confonde.
Perdo anche le nubi,
tempesta di nevai
si sciolgono al tuo sole.
Domani, che vedrai?
Composta martedì 4 gennaio 2011
L'ultimo rifugio,
spariscono le ombre,
il vento sul tuo viso
la pelle si confonde.
Perdo anche le nubi,
tempesta di nevai
si sciolgono al tuo sole.
Domani, che vedrai?
Cuore arso
spettrali ricordi
navigano
silenziosi,
memorie disperse.
lontani bambini
dimenticati.
Sottovoce ricordiamo
i loro nomi, i sogni,
le speranze.
Ricordi di vita,
di spiagge incantate
risate e canti,
ammutoliti, straziati.
Non uomini uccidono,
rinascono, si riproducono
nell'orrore, nella miseria
delle loro anime.
Acerbi innocenti
straziati, ieri, oggi, domani.
Spezzare il cerchio dell'orrore,
si può,
si deve.
Rincorreremo il vento
le nuvole, la platonica utopia
per rifondare la terra.
Vedi!
silenti boschi
attendono
ascoltare melodiose
note portate da una
fresca brezza,
da un vento leggero.
Senti!
ecco ora arriva
il profumo del
mosto antico,
vetusti
tini raccolgono
l'eterno susseguirsi
del tempo, delle stagioni.
Vecchi vignaioli,
degustano novelle
vendemmie, foriere
d'antichi ed eterni
sapori, che sanno
di terra,
di rose,
di ciclamini,
di genziana.
di sogni,
d'amore.
Ambrate presenze
brillano al sole
del tardo
autunno,
tra le prime
nebbie
che salgono
dalla valle ombrosa,
il profumo
del legno che brucia
scoppiettante,
la polenta adagiata
sul familiare desco.
Gialla!
Come un piccolo
sole domestico
rinfranca i cuori.
Il calore della casa,
della vita d'una
pacifica serenità.
La morte è come il natale,
arriva sempre prima
che t'è l'aspetti.
Dolce immago leggiadra donzelletta
Da tondeggiante capo da lunghi
coperto capei castano scuro
appena cadenti su serena fronte,
palpebre ondeggianti, cerulei occhi,
greco nasuccio conferente stile
a visino liscio, modellato
da mento ovaleggiante,
ben formato con su boccuccia
da carnose labbra sorridenti,
da prosperoso curvo seno
a snella vita
il tutto coronato vedo.
È natural bellezza in esso
affissa, al cui cospetto
umanità resta perplessa
e nell'opposto sesso
in vena il sangue trilla.
In luogo dei capei castano scuro
teschio deforme è;
laddove occhio ceruleo
era favilla trapela buco nero,
fondo, orrendo al par di sito
cui pria era di spicco
bocca da carnose rosseggianti
labbra.
Lungo quei ch'erano fianchi
di crisma infusi penzolano,
a lato, due ossei arti
ch'orripilazione hanno
su corpo tutto.
Ov'erano due lunghe,
tondeggianti gambe or sono
due stinchi, disdegno
dell'uman vivente.
Questo d'ossume gli occhi
della mente vedono allato.
Ah! Dove finita è leggiadra immago!?
Come divina natura oprare
puote mutazione sì tanta?
Alito è leggiadria che passa e va,
non spirito che in corpo sta
per proseguire, poscia,
l'andar su le celesti vie.
Il mese Mariano, a tutti è noto
riempie le mangiatoie del loro vuoto;
sia d'erba che di fiori e pur d'ortaggio
avea scarsezza, però, quel mese di maggio
assai pur'acqua quell'anno n'era poca
ch'ogn'essere vivente averla invoca:
E, allora Iddio ch'è bontà infinita
avea dilemma: A chi non dar la vita?
Aveva, Egli, già stabilito quanti
viventi in terra esser presenti
indi correggere specie potea di qualità
senza, peraltro, muoverne la quantità.
Fu così che nel fare degl'asini la conta
alfine non rendere a nessuno onta
una unità la trasformò d'aspetto
lasciandogli di bestia l'intelletto.
Nacque così quell'essere corrotto
ch'accaffato posto d'elemento dotto.
Mostra d'umano tiene sol la scorza,
ogni suo atto è belluina forza.
Porcara prima, yena fu di poi
onta cosparge su ognun dei suoi
ché sua esistenza pari è a bubbone
tiranna come di Fère fu Giasone.
Per un istante,
per quel battito d'ali
che dura un sogno,
io ti ritrovo.
Ritorna la luce
dopo il buio.
La tua voce,
come gocce
di stillante rugiada,
bagna la mia anima
inaridita
prosciugata.
Bevo le tue parole
ma non si placa
la continua arsura.
Infinita
è la mia sete
di te.
Non merito di averti
non più, non merito i il tuo sorriso,
non merito la tua voce,
non merito le tue mani,
non le tue braccia.
Ho scelto me a te, io non ti merito...
Non c'è futuro... non c'è, non lo vedo,
ma il mio cuore si ostina, soffre, ti cerca,
che dolore... quando finirà?
Quando smetterò di avere bisogno di avere qualcuno
per respirare, per vivere e non avere paura.
Ti lascio andare, questa volta non mi volterò indietro,
ho bisogno di andare avanti, non voglio più nascondermi,
l'ultimo lembo del mio cuore si è lacerato, è finita!
Allontanati da me amore mio, lontano,
dove io non posso più trovarti.
ti ricorderò ogni giorno e ogni ricordo sarà indelebile
perché scavato nel mio cuore,
mi hai tagliato ed è uscito sangue...
Ti dimenticherò? Io non posso dimenticarti,
non voglio dimenticarti, voglio effiggerti nella mia anima, nasconderti dove solo io posso trovarti ed amarti segretamente
senza dubbi e paure... e non ti lascerò... non ti lascerò mai più.
L'ho fatta entrare
senza rendermi conto di niente
è giunta all'interno
l'ho vista
mi ha fatto tremare come una foglia
non capivo niente
mi voleva
non ci sono mai andato così vicino
un sorriso inquietante e malefico
mi fissava
era dentro di me
stava guardando nella mia anima
mi fissava con due occhi spalancati
mi voleva
tutta la mia vita trascorsa in secondi
sono ancora qui senza motivo
l'ho vista brutta
forse non era la mia ora
ma l'ho conosciuta
ho trascorso l'ultimo dell'anno
con la morte.
E su queste stupende note
La mia anima si lascia trascinare
Leggiadra verso te
Sei il mio dolce tormento
La mia rivoluzione interiore
Sofferenza gioia e dolore
Chiudo gli occhi e già vedo le nostre anime
Volteggiare insieme abbracciate
Negli spazi azzurri del cielo
Le stelle ci guardano
Ci fanno l'occhiolino sorridendoci
Ecco guarda
Anche loro ci tendono una mano
Per farci volteggiare sempre più in alto
Ancora più in alto verso l'infinito
No no non voglio l'alba
No alba no non mi destare
Da questo meraviglioso sogno
Non rubarmi questo dolce incantesimo
Lasciami sognare ancora un po'
Ti prego alba vattene via
Regalami l'eterna notte.