Poesie personali


Scritta da: Nello Maruca
in Poesie (Poesie personali)

Fuggiasco

Col nodo in gola,
spezzato il cuore,
tremante di sconforto
e di paura
su incerto legno
con acque minacciose,
turbolenti
sferzanti i fianchi
esule desolato
strascicante va.

Trepidante alfin
su sconosciuto suolo
approda
e pausa che generoso
cuore ad esso va.

Or se l'umanità
Fosse men cruda
E se un poco d'amor
Tenesse in cuore
Né tu, né io e nessuno
Terremmo corpo
E anima a digiuno.
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Poesie personali)

    Stammi vicino

    Stammi vicino,
    quando sono intrattabile.
    Stammi vicino, quando ascoltando una canzone
    sogno ad occhi aperti.
    Stammi vicino,
    quando guarderò vecchie foto
    e mi verrà in mente il mio passato.
    Stammi vicino,
    quando avrei voglia di urlare...
    Stammi vicino,
    quando correrò sotto la pioggia!
    Stammi vicino,
    così cresceremo insieme,
    tante esperienze faremo...
    insieme, vivremo!
    Composta lunedì 3 gennaio 2011
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie personali)

      Prisma

      Certo cosa non è gratificante
      disfare tutto quel che pria è fatto,
      imporre altro pensiero alla tua mente
      quando concluso avea il primo atto.
      Quarta è questa fatica che su foglio
      appresto e che la precedente rende straccio
      e della cosa assai molto mi doglio
      ch'era lavoro caldo, non di ghiaccio.
      Quella che prima era è cestinata
      e la fatica tutta andò sprecata;
      loco ha trovato nell'immondezzaio
      perché scontrata s'è col ferro e acciaio.
      Quando fu scritta curvo era il soggetto
      ch'era stordito, stracco ed avvilito;
      d'egli si parlava come d'oggetto
      e ognuno lo credea spento e sfinito.

      Perciò la mente mia che non è lesta
      confusa fu a seguir quell'altre teste;
      però l'ha fatto con la penna mesta
      sapendo quelle d'innanzi poco vaste.
      Ora sta qui a dettar quest'altro scritto
      pensando onesto dire del rovesciato
      perciò rinnega quel che pria avea detto
      e della medaglia volta l'altro lato.
      Di perspicacia ognuno esiti porta,
      furbizia, capacità, ingegno e dote.
      Pochi, però, quelli con mente accorta
      trascinatori di carro senza ruote.
      ardua appare di già detta condotta
      che impossibile par tirare all'erto.
      nemmeno il cane rimorchiator di slitta
      e quanto lui trascinatore esperto.

      Quando parea nei fondi abissi neri
      avvolto in una nuvola volante
      portassi innanzi a degli accesi ceri
      e a muto appello sibilò: Presente.
      Confusi furono tutti quegli astanti
      all'apparir di sì tale fantasma
      che con felino sbalzo passò avanti
      sviando le lor menti, come luce prisma.
      Posto occupa, ambito, alla Provincia
      e della cosa è fatta risonanza.
      Guai se qualcun s'accosta, se lo lincia
      a scapito di pazienza e d'eleganza.
      contestatori in loco ne son tanti;
      inermi sono i più, imberbi e mosci.
      Pensansi grandi e scarsi sono talenti,
      se sol li guardi tal li riconosci.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie personali)

        L'arranco

        Al fine d'onorare il suo carisma
        che gl'animi seduce da fantasma
        a Cacciatore dedico quest'inno
        per dire dell'arranco, forse indarno.

        A traghettare anime dall'altrui sponde
        trovossi, per tant'anni, con Caronte.
        La barca vecchia, non regge alla fort'onda
        perciò s'adagia a spiaggia ch'è di fronte.

        Nella palude incaglia e, lì affonda
        ma il nocchiero tenta la fort'onda;
        a nuove leve rivolge idee ardite
        mentre le vecchie tenta tenere unite.

        S'appresta, indi, a far la nuova conta
        onde saper la schiera a quant'ammonta;
        se al recupero tornar di vecchia barca
        o di veliero issarsi d'altra marca.

        La schiera di pria spera l'abbia ancora
        e suffragio crescendo risulti ognora.
        La ciurma che avea prima l'ha tuttora
        e arricchita è ora più d'allora.

        L'idee son chiare, non è dubbio alcuno:
        La rotta invertire deve del naviglio
        e indietro riportare tutti ed ognuno
        e, non lasciare alcuno in quel groviglio.

        Col fare suo suasivo e diligente
        ad una ad una accosta la sua gente,
        cerca persuadere chi digrigna il dente
        e, qui, dimostra quanto ch'è valente.

        Con le bandiere rosse ammainate
        sono al ritorno stanche, amareggiate
        quell'anime che pria avea deposto
        in quello che diceva il giusto posto.

        Era l'orgoglio del Partito rosso,
        era la speme della gente mesta
        or si è posato nel partito grosso
        ed ha lasciato quella gente onesta.

        Ah! Se in vita tornasse l'Alma eletta
        resistere non saprebbe a tanto sfascio,
        non capirebbe mai perché dalla riscossa
        si sia adagiato sul disprezzato Fascio.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie personali)

          La serenità

          La serenità non è roba palpabile
          tanto che cosa non è manco visibile,
          nemmanco è qualcosa d'acquistabile
          possederla, però, è anche possibile.

          Di quel che si ha bast'essere contento;
          ti basti il dieci, non cercare il cento,
          non t'irritar se forte soffia il vento
          mentre la pioggia speravi qual'evento.

          Non pensar quel che potea ma che non fu
          pensa, invece, piuttosto a quel ch'hai tu,
          non desiare di scala andar sempre più su
          fermati! Guarda quant'altri a te son giù.

          Indi, restando immoto di serenità
          l'animo t'è pervaso ché sazietà
          ha per quel che il Ciel gli ha dato
          e l'essere n'è tutto inebriato.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Carlo Peparello
            in Poesie (Poesie personali)

            Ribellione e libertà

            Se ti chiamano diverso perché non hai interrogativi sull'universo
            Se ti chiamano anormale perché ti senti un po' animale
            E ti dicono come vestire perché non ti piace apparire
            Se la misura è colma e il dado è tratto
            Perché col destino non hai stretto alcun patto
            Evita scaramanzie, non barattare mercanzie
            Non cedere il passo e lancia il sasso
            Non nascondere la mano, non nasconderti il viso
            Se compiangi gli sposi e non gli tiri il riso
            Se per te la libertà non è questione puritana
            E sei degno di chiamarti gran figlio di puttana
            Lascia che la sponda trattenga le scorie e non l'energia
            Lasciati trasportare verso l'unica via
            È una traccia sulla sabbia lasciata da qualcuno
            Fatti furbo e non aspettare nessuno.
            Composta lunedì 3 gennaio 2011
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: star_*
              in Poesie (Poesie personali)
              Sei distesa sul letto, e tutto ciò che pensi è lui... il tuo solito pensiero, il più bello... Ecco ciò che penso...
              Lui cammina verso di te, il tuo cuore batte... Mentre arriva tu lo guardi e sorridi, e pensi che sei la persona più felice al mondo. E finalmente eccolo accanto a te, baciandoti ti rendi conto quanto tu hai bisogno di lui... Mentre voi siete lì che vi abbracciate, intorno a voi tutto il mondo scorre... ma non t'importa nulla di ciò che accade perché senti di aver tutto quello di cui hai bisogno al tuo fianco, e per almeno un momento ti dimentichi di tutti i tuoi problemi... Le vostre mani si sfiorano, le vostre labbra che si toccano... e il desiderio di avervi aumenta sempre di più... La voglia di averti solo per me è tanta, ma so già che non riuscirei a farlo, allora ti fermi, ma facendo questo tutto ritorna alla normalità... ed è tutto così complicato.
              Composta domenica 2 gennaio 2011
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: sintagma
                in Poesie (Poesie personali)
                Non voglio mai più che il tuo nome mi affiori alle labbra.
                Non voglio più masticare aria gelida tra i denti.
                Per molte albe piene di speranza, ho costruito sulla sabbia
                una piccola casa intrecciando ghirlande di canti, ho raccolto
                conchiglie, ne ho fatto sentiero per il tuo passo di luce.
                Poi il cielo, diventato grigio, ha soffiato i suoi venti di
                tempesta e la furia del mare ha disperso ogni cosa.
                La sciabola del fulmine ha mozzato la mia testa e
                pur sballottata dalle onde e sporcata dalle alghe, lo
                spirito che informa la terra gonfia la lingua in una vela
                di canto per il pianto di tutte le stelle della notte.
                Non voglio mai più che il tuo nome mi affiori alle labbra
                come una delicata ninfea a pelo d'acqua.
                Non voglio che nessuna libellula ti porti mai sulle ali
                a comprendere, in un tremito improvviso, il purissimo
                mistero della lacrima ardente di un uomo innamorato.
                Vota la poesia: Commenta