Poesie personali


Scritta da: Vera Somerova
in Poesie (Poesie personali)

Pantera

Lucido
Le mie unghie
Affilate come
scimitarre
dei feroci saladini
Mi specchio
nel loro grigio perlato
d'acciaio damaschino
Lampeggiano gli occhi,
fari abbaglianti,
tremolanti segnali
delle navi
sperse tra oceani
in burrasca.
Che bramo
Io?
Ho già fatto a brandelli
il passato
Addentato saldamente
il presente.
Deposto in fondo all'armadio
la mia pelle umana
decorata da immagini
d'inutili pellegrinaggi
ai pendii
delle montagne sacre.
Ora
sfoggio
voluttuosa
lucida
pelliccia nera
sul corpo di donna
dal cuore di pantera.
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    Scritta da: Salvatore Coppola
    in Poesie (Poesie personali)

    Io sono così

    "Io sono così!"...
    So essere dolce come gli occhi di un bambino.
    So amare come nessuno ha mai saputo amare.
    So essere altruista e generoso.
    so capire anche i problemi della gente.

    "Io sono così!"...
    Non sopporto l'ipocrisia è la cattiveria.
    Non tollero la prevaricazione.
    Non ammetto la stupidità e l'ignoranza.
    Non scendo a compromessi se ho ragione.

    "Io sono così!"...
    So di essere me stesso e tale voglio rimanere.
    Sono dolce amabile è corporato.
    Sono sensibile, concreto e passionale.
    Sono arcigno, inflessibile ed anche spietato.

    Piaccia o no, "Io sono così!"...
    Composta martedì 12 ottobre 2010
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      Scritta da: Rex Akragas
      in Poesie (Poesie personali)

      Profumo d'acqua

      Notte di settembre
      lungo la strada deserta
      i pini scossi si sottomettono
      al vento di scirocco
      gli aghi caduti, intrecciati
      ed ammassati alla loro base,
      formano cuscini per fachiri.
      Nel cielo, come colpi di pennello,
      Immense nuvole biancastre portatrici di pioggia.
      E nell'aria, messaggera di antiche essenze, un profumo forte, intenso... d'acqua.
      Composta sabato 4 settembre 2010
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        Scritta da: annysea
        in Poesie (Poesie personali)

        Di te novembre amo

        Di te novembre amo il debole sole
        che a stento s'incunea
        tra i filari denudati
        e grondanti nostalgie
        di festeggiate vendemmie.

        Di te amo il tiepido vento
        che filtra tra le fronde degli agrumeti,
        intriganti e complici ad ingrossare spicchi,
        come turiboli di liquido sorriso
        della dea Cerere.

        Amo la zolla rorida di brina
        che al mattino s'imbeve
        come biscotto dorato nel tiepido
        raggio affacciato
        tra le balaustre del giorno.

        Di te amo il profumo del castagneto,
        il suono dei passi sul tappeto
        di foglie porporine
        che ridono scricchiolando
        come fossero fanciulle sbarazzine.

        Di te talvolta amo
        quel sole gagliardo, vetusto e generoso
        quasi fosse un vegliardo
        che ama sostare pensoso
        sul suo affabulante limitare,
        e rimirasi intorno
        in cerca di qualcosa da stupire,
        in cerca di qualcuno da scaldare.
        Composta giovedì 19 novembre 2009
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          Scritta da: Giuseppe Romano
          in Poesie (Poesie personali)

          Ascoltami

          Ora che sei qui davanti a me ascoltami,
          vorrei parlare al tuo cuore
          poi forse andrò via con aria indifferente
          oppure portandoti di nuovo con me.
          Sei uscita dai labirinti del passato,
          li hai attraversati senza mai perderti,
          delicata ed impercettibile come un alito di vento
          oscura ed astuta come un demone,
          guidata dal filo dei ricordi
          di cui non ci si libera mai
          sei giunta nel presente così improvvisamente,
          simile ad un fulmine quando squarcia il cielo...
          Non sono mai stato libero dal tuo ricordo
          che come un fantasma si divertiva a torturare l'anima,
          ho cercato in tutti i modi di cacciarlo via
          ma non se ne è mai andato
          fino a quando non sei arrivata tu,
          oh ragazza lui è stato più forte
          della mia volontà ed ancor di più
          della bellezza delle altre,
          della mia rabbia per la tua perdita
          e soprattutto del tempo trascorso senza te,
          ora tu mi domandi cosa mi piace così tanto di te
          ma non so darti ancora una risposta.
          Ho diverse cose da capire,
          ad esempio vorrei sapere del perché
          nasce un brivido sulla mia pelle
          quando mi guardi con quello sguardo
          velato da una particolare tristezza,
          non capisco come mai tremano le mie mani
          appena mi accingo a stringerti tra le mie braccia,
          ma ancora di più non comprendo
          come mai sento il fuoco divampare dentro me
          quando le mie labbra si uniscono alle tue...
          Cosa potrà mai essere tutto questo?
          Paura di averti, paura di perderti... Paura di amarti?
          Se ne sei capace dimmelo, parlami,
          dammi quello che provi, che senti...
          Forse tu non lo sai ma una tua parola
          può farmi precipitare in un abisso di dubbi e paure
          oppure darmi il coraggio per fare qualsiasi cosa,
          non parli sei silenziosa...
          Ti sto confondendo?
          Ecco come immaginavo,
          stai per scomparire di nuovo
          ma non è colpa tua questa volta
          sono io che scelgo di andarmene,
          il tuo ricordo non mi fa più paura
          se tornerà a farmi visita
          verrà divorato dalla mia rabbia
          e se nella mia mente compariranno
          di nuovo le tue dolci parole
          saranno cancellate dalle mie lacrime.
          Se è vero che non vuoi perdermi
          fammi sentire il brivido
          del tuo abbraccio, dovrà essere forte
          come una catena che non mi permetta
          di scappare via e voglio i tuoi baci e
          le tue carezze di un tempo
          saranno di nuovo la mia droga
          da cui non mi disintossicherò,
          non so se tu sei un angelo o un demone e
          mi sento uno stupido nel dirti queste cose
          ma alla fine tutto quello che ti chiedo
          è di essere di nuovo mia.
          Composta domenica 6 settembre 2009
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            Scritta da: Antonio Prencipe
            in Poesie (Poesie personali)

            In questi giorni miei

            Non te ne puoi andare
            io ti amo come la prima volta
            io ti amo come se fosse ancora ieri
            Cazzo,
            il sole non sorge
            ed io sono qui
            stesso su quel letto
            rincorrendo l'odore della tua pelle
            che vive ancora tra le lenzuola,
            quelle lenzuola macchiate,
            devastate dalle mie lacrime,
            Ma dove sei,
            nella solitudine il mio cuore vaga
            inondato da mille pensieri
            e da mille sentimenti,
            Sto toccando il fondo
            cerco, inseguo te
            ogni volta che cammino, che respiro
            ogni volta che cerco di morire,
            Da solo al mondo sto morendo
            aiutami ti prego,
            Sento che ci sei
            nell'aria, nella vita mia,
            In questi giorni miei
            non so nemmeno cos'è più l'amore,
            per te cosa darei,
            darei gli occhi miei
            ti farei vedere ciò che vedo,
            ciò che si è consumato tra le braccia del tuo cielo
            ti farei vedere il mio cuore
            che ora senza te non batte più
            e insieme alla mia anima scompare
            nel silenzio inspiegabile di un addio
            che consuma i giorni, i secondi
            e i sorrisi miei.
            Composta lunedì 11 ottobre 2010
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              Scritta da: Davide Bidin
              in Poesie (Poesie personali)

              Ho capito ascoltando un "Folle"

              Ci son persone che dicono di essere
              incomprese.
              persone alle quali
              se chiedi
              chi sono
              cosa fanno
              cosa vogliono
              non sanno far altro che sottolineare la loro
              "non appartenenza"
              al resto degli altri.
              hanno quel briciolo di
              genialità
              in più
              rispetto alla gente
              quella minima manciata di dubbio
              che li rende pretendenti di una coscienza maggiore.
              non si rendon conto
              che ogni essere umano ha dubbi
              chi più, chi meno
              chi importanti, chi effimeri
              ma tutti
              hanno dubbi.
              Trasformano l'aver quesiti,
              la loro
              "non appartenenza"
              nell'unica certezza
              e ci si aggrapano saldi
              si adagiano, per meglio dire
              credendo che quel briciolo di follia maggiore
              li renda speciali.
              usano questa mistificazione come fosse la loro unica
              fede
              ma per uscire da quel bozzolo
              e tramutarsi
              occorre concepire che, quella
              certezza,
              è la più grande
              cazzata
              che possa esistere.
              non è tanto la domanda che conta
              ma
              la miriade di risposte che devi cercare
              che devi scavare
              dentro di te
              per farle affiorare
              e crescere
              ciò che rende te.
              Non v'è nulla di certo
              le convinzioni
              le illusioni
              le pecche e
              le ragioni
              ma nulla è peggiore
              di un uomo
              che si crede superiore degli altri
              nell'accondiscendenza che esso semina.
              In un marcescente paternalismo
              egli
              non accetta neanche
              se stesso.
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                Scritta da: Gennaro Keller
                in Poesie (Poesie personali)

                L'autunno è già inoltrato

                Le mie mani cercano affannosamente affetto,
                mondi blu avanzano vorticosamente.
                Bianchi fantasmi ci osservano
                mentre facciamo l'amore.
                Una figura alla finestra
                ammira il disteso oceano
                dei tuoi occhi cerulei.
                Marmi tenebrosi
                di bianca speranza del futuro
                finché la morte separa,
                speranza ultima di non più soffrire.
                L'addio dal mondo azzurro
                del cielo della tua infanzia innocente,
                sapore d'amore, sapore di vita,
                pelle bruciata, scottata al bitume,
                distesa, trascorrendo l'estate
                tra il mare e il cielo,
                sguardo infinito,
                domani mi mancherai:
                l'autunno è già inoltrato.
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                  Scritta da: Ada Roggio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Invoco il sereno

                  Fratello sole portaci ancora tanto calore.
                  Fatello cielo io ti chiedo resta sereno.
                  Sorella notte resta serena oltre la mezzanotte.
                  Sorella luna splendi in cielo per dare fortuna.
                  Sorelle stelle magiche e belle
                  Splendete nel cielo, nell'animo il sereno
                  Portate al cuore l'armonia e l'amore.
                  Composta martedì 12 ottobre 2010
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