Poesie personali


Scritta da: Francesca Zangrandi
in Poesie (Poesie personali)
Cammini tra la natura e l'asfalto
tra campi di mele e cemento.
Prendi del fango che giace al bordo
segnando un confine tra vita e morte.
Lo prendi con le mani
e inizi a spalmarlo sulla strada.
Il fango geme.
Ribolle.
Tu ti alzi.
Con occhi assenti ti giri.
Ti allontani da quel luogo tetro e pieno di adii.
L'immagine si blocca.
Si allontana, e quando è abbastanza distante il fango prende forma,
una frase o preghiera:
"Aspettami in quel luogo dove vorrò essere amata".
Composta lunedì 1 febbraio 2010
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    Scritta da: Francesca Zangrandi
    in Poesie (Poesie personali)
    Voglio vedere al di là delle cose, di tutto.
    Odio, bene, tristezza, forza.
    Voglio andare al di là delle montagne per vedere il sole toccare le onde del mare.
    Voglio attraversare l'oceano cercando l'infinito.
    Voglio sognare per oltrepassare i confini tra realtà e fantasia.
    Voglio anzi, vorrei, sedermi su una nuvola e vedere un film, il mio film, il mio sogno.
    Poi chiudermi nel mio piccolo mondo e sentire solo l'acqua sugli scogli.
    Voglio te...
    questa è la verità.
    Vorrei te, il mio film, il mio sogno, il mio cucchiaino di zucchero.
    Nessuna parola, pensiero, sogno, film potrà mai descrivere quello che provo.
    Ma c'è una cosa che non puoi darmi:
    amore... Io ti amo, ma gli 8 anni non me li puoi di certo riempire tu...
    Composta lunedì 1 febbraio 2010
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      Scritta da: Francesca Zangrandi
      in Poesie (Poesie personali)

      Distruzione

      Sei tu che mi permetti di agire,
      di scrivere.
      Ho aperto la mia porta velocemente un'altra volta
      e ancora ho incontrato il mio carnefice.
      La fiducia che do è immensa e ancora
      mi ritrovo con troppe bugie nel cuore,
      ancora provo l'abbandono, ancora piango;
      non per amore ma perché è così.
      Io non amo ora,
      ma pur non amando i pugnali entrano nella mia carne e felici del
      loro lavoro incidono le iniziali.
      Non sono una carcassa da pugnalare
      ne uno svago
      non sono la bambolina paziente
      buona
      no
      non lo sono più!
      Chi entra non si siederà più nelle poltroncine comode
      con il drink in mano
      no!
      Sono stanca di fare feste per poi restare sola
      a raccogliere quello che gli altri buttano
      per terra
      sono stanca...
      Distruzione, così si intitola questa riflessione.
      Distruzione...
      Per la prima volta il titolo non riguarda quello che gli altri fanno a me, ma di quello che farò io...
      Gioisco in questo...
      Composta sabato 10 gennaio 2009
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        Scritta da: Willow Chinaski
        in Poesie (Poesie personali)

        Cosa possiamo raccontare

        Cosa possiamo raccontare
        se davanti a noi c'è
        una vita che scompare?
        Se giace deserta una strada
        un tempo baciata dalla vita
        allora cosa è che rimane
        i ricordi sono attimi
        trasportati dal vento
        sono fragili fiori
        che le nostre lacrime
        sono stanche di dissetare
        cosa possiamo raccontare
        quando diventa impossibile
        anche soltanto pensare
        apriamo gli occhi, il sole
        splende alto nel cielo
        ma noi non sentiamo più
        la luce.
        Composta lunedì 1 febbraio 2010
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          Scritta da: Matteo Salomone
          in Poesie (Poesie personali)

          L'oblio, il tuo bacio è...

          Due petali infuocati,
          sospesi sul vento,
          bruciano e precipitano
          rapiti dalle scaglie di rame
          di un giovane mare.
          Il tuo bacio è.
          La vibrazione silenziosa in un sussurro
          parole di fuoco in uno sguardo
          l'aroma del sale sulla tua pelle
          Poi l'assordante rumore
          di un cucchiaino in una tazza,
          quel divano solo come un cane
          quelle pareti mute
          e un vecchio scatolone
          al centro della tua anima.
          E nella luce accecante
          di un amore concluso
          quel nuovo sorriso,
          quell'incantevole illusione,
          e un nuovo bacio.
          Il tuo bacio è.
          Composta martedì 26 gennaio 2010
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            Scritta da: Matteo Salomone
            in Poesie (Poesie personali)

            Il vento nella notte

            Parole di sangue
            ti ho detto stanotte.
            Eri lunga distesa sul letto,
            un mare, un immenso fiume
            Ma eri piccola
            rannicchiata come una bambina.
            Perché ogni immagine 
            in te perde di senso?
            Non c'è logica nell'amore
            ma il mio non è amore
            Sono tuo nello spazio di questa notte
            Ma tu vivi e non te ne curi
            Eppure ti desidero 
            e nella luce fioca
            scavo sotto la tua pelle dorata 
            nei tuoi capelli di rame
            nelle tue mani di creta.
            Senza toccarti sei stata mia
            eppure non lo sei mai
            Parole di sangue ti dono,
            come un lamento
            di un animale ferito
            con l'anima di fuoco.
            E tu fredda statua 
            mi guardi senza giudizi
            Così sei stata mia questa notte,
            Io peccatore
            e tu il mio tempio dorato.
            Composta sabato 30 gennaio 2010
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              Scritta da: Carlo Peparello
              in Poesie (Poesie personali)

              Quello che non è

              Le speranze che non hanno avuto vita
              sono le parole che mi sono morte dentro
              Il ritmo convulso di chi cammina a vuoto
              Istinto di mera conservazione
              Aiutare chi sta peggio per sentirsi meglio
              Non per convivere col sipario calato
              Non per illuminare un tramonto mai nato
              Suggellare l'incostanza del fanciullo mai domo
              Raccogliere quel seme nutrito dal vento
              appassire senza la poesia dell'autunno
              Non imbrigliare ideali ruggenti senza gambe
              Stringo i denti come se dovessi strapparmi l'anima
              suturando le ferite con grumi di stelle
              è un modo come un altro per far parte del nulla
              Un abbraccio invisibile di ciò che ero e che non sarò più.
              Composta domenica 31 gennaio 2010
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                Scritta da: Carlo Peparello
                in Poesie (Poesie personali)

                Ultima fermata

                Rimarrò immobile ad aspettare un treno che non passa più da anni,
                da quando i colori hanno invaso i ricordi di carta.
                Guarderò i binari incastonati nel grigio livellato,
                chiedendomi cosa hanno visto.
                Mi guarderò bene dal voltarmi per scrutare addii morti nel ricordo,
                domandandomi quanta gente è partita sapendo di non tornare
                o di non trovare nessuno ad attenderli.
                Seguirò i sussurri del vento sperando che strappino le mie radici da questo tripudio di stanca ossessione. Non mi muoverò di un passo senza la speranza di un rifugio, dove mettere a letto il mio domani.
                Composta lunedì 1 febbraio 2010
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