Poesie personali


Scritta da: Roberto Di Nardo
in Poesie (Poesie personali)

Quando un pittore ti mostra il colore

Quando un pittore ti mostra il colore,
ci puoi vedere ogni forma di cuore,
come cinquanta gorgheggi di piume,
o quell'istante che è segno d'amore.

Due corvi neri a tenerti le spalle,
nella memoria a contarti le stelle,
ad indicarti che strade deserte,
son dove puoi sempre correr più forte.

Terre promesse, raccolti fioriti,
finestre al sole per giorni infiniti,
sogni che sono mistero al vangelo,
macchie di sangue più pure del cielo.

E se felice era un tempo lo sguardo,
da catturare il più intenso ricordo,
non ti fermare a gettare il tuo pianto,
ogni momento trasforma anche il mondo.

Ridi buffone o pagliaccio a canzone,
che sai che il grigio è più bello al colore,
e che tra steppe di vento e tempesta,
basta una spiga di pane che resta.

Desiderare due ali di fuoco,
farle volare fin dove sei cieco,
fino a vedere nel buio più niente,
ogni colore a morir dolcemente.

Quando un pittore ti mostra il colore,
non dargli il tempo di farteli amare,
libera il lupo che in petto dimora,
qualsiasi sogno o emozione, divora.
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    Scritta da: Roberto Di Nardo
    in Poesie (Poesie personali)

    Uno è l'assioma

    E non resta che il tempo,
    a perdersi tra strappi di rami,
    secchi, spostati da respiri,
    desideri che a nascere aspiri.

    Uno è l'assioma,
    due la prova che tutto da solo non vale.

    L'occhio è rosso di sangue vissuto.
    Sulla guancia il cemento è caduto.
    Asciugato è il dolore
    che versare le sue lacrime non smette.

    Lo sguardo rimane,
    Il resto scompare.
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      Scritta da: Roberto Di Nardo
      in Poesie (Poesie personali)

      Fino a quando è domani

      Ho visto il cielo andare in pezzi a scoprirsi diverso.
      Gli ho chiesto quale fosse l'acqua delle nuvole, per aiutarlo a piangere senza lasciarlo solo.

      Non mi ha mai risposto, se non con il vento.

      Il passante, di una strada percorsa per caso,
      mi volle donare il pensiero:
      "Prendi la vita all'istante,
      e portaci dentro ogni pezzo di cuore che senti bruciare nel petto,
      senza nessuna intenzione di smettere.
      Questa strada non sarà diversa,
      ma imparerai a conoscerla,
      passo per passo diventerà quella
      che volevi prendere per sempre".

      Guardando il mio specchio ho capito.

      Nessuno mi ha mai detto chi fossi,
      nessuno mai dirà chi sarò stato.

      Lo specchio adesso riflette ogni cosa che sento.
      Lo farà fino a quando è domani.
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        Scritta da: Roberto Di Nardo
        in Poesie (Poesie personali)

        L'uomo carrello

        L'uomo carrello
        porta un po' tutto,
        micio e fringuello
        bello o anche brutto.
        Porta un gioiello,
        un fiore e un frutto,
        fa un ritornello,
        gli scappa un rutto.

        L'uomo carrello
        fa un po' di tutto,
        aspetta il tempo,
        bello o anche brutto.
        Spera che nuvola
        copra, ogni sole,
        perché non ama
        il mondo di sopra.

        Odia ogni viso
        che abbia un sorriso,
        tra bimbi e festa
        scoppia di testa.
        Sa che non conta
        quello che pensa,
        ascolta, arreso,
        chi lo detesta.

        L'uomo carrello
        è innamorato,
        porta nel cuore
        buio e peccato,
        tante le gioie,
        ricordi e inverni,
        dove nasconde
        maschera e sangue.

        L'uomo carrello
        porta un po' tutto,
        forse anche il mondo,
        bello o anche brutto.
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          Scritta da: Roberto Di Nardo
          in Poesie (Poesie personali)

          Se uomo io fossi

          Se uomo io fossi,
          vorrei esser di lacrime e pianto,
          di paura e tormento.
          Non intento a negare rimpianto,
          e capace a esaltar sentimento.

          Poi vorrei saper fare carezze.

          Si, saprei cosa fare dell'odio,
          da covare financo in eterno.
          Mentre stessa bravura nel dare l'amore, non sento di avere,
          seppur dentro nel petto pulsante
          a sparire non trova un istante.

          E pagliaccio,
          vergogna di esser, rinnego,
          perché il folle che in mente mi danza,
          balla sempre di ritmi infuocati,
          di parole che bruciano il cuore
          e di composizioni d'amore.

          Io non sono maestro,
          di niente e di nulla,
          e chiunque dovesse pensarmi
          mi ricordi come uno di tanti,
          come strade affollate di gente
          intasate, tra facce passanti.
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            Scritta da: Roberto Di Nardo
            in Poesie (Poesie personali)

            Uomo di donna

            C'era un uomo a colore di donna,
            aveva vestiti di rosa sgualciti,
            e piccole perle nascoste alla pelle,
            perché poi mostrare a chi guarda il silenzio,
            non porta che chiodi fissati alla croce,
            convinte le forme d'icone inventate
            trasposte da roccia di massi sul petto,
            per ogni parola a ripeter concetto.

            C'era un uomo che donna sognava
            sentirla di dentro ad avere coscienza,
            avente fattezze riflesse allo specchio,
            qualunque parete si portasse addosso,
            era una donna che stava in prigione,
            nascosta da sabbie a tempesta a fermare
            finanche gli sguardi di voglia a capire,
            persino gli intenti più puri a sentire.

            C'era una donna, aveva soltanto
            da sentire il vento a portarle emozione,
            da chiedersi quale, il suo sentimento,
            perché gli insegnassero il suo pentimento?

            Era sì libera dentro le stelle,
            era contenta un riflesso di mente,
            era piovuta da lacrime eterne,
            che si dissolse giudizio alla gente.
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              Scritta da: Roberto Di Nardo
              in Poesie (Poesie personali)

              Di ogni vergogna

              Mille, la vita nei volti,
              occhi in pensieri nascosti,
              specchi, la luce in frantumi,
              schegge a mutare distorti.

              Goccia che tutto scompare,
              sangue che ignora fermezza,
              gioco del giorno per giorno,
              esser per essere umani.

              No, non rinchiudete il vestito che pelle vi lacera al vero.
              Abbiate il coraggio di urlare, che si!
              -Sono quello che mai vi abbia fatto vedere-
              E si nutre dell'ombra e negli angoli
              liberandosi di ogni vergogna.
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                Scritta da: Roberto Di Nardo
                in Poesie (Poesie personali)

                Infine mi arrendo

                Infine mi arrendo,
                Ruri che il vento disperde.
                Musi che il tempo trasforma di macchia.
                Piume perdute innocenti.

                Mi arrendo tra pugni caduti,
                tra segni di ferro alle vene arrivati,
                coi passi di rabbie ferite,
                tradite
                dagli occhi che han chiuso ogni sguardo.

                Mi arrendo agli eventi del vento in tempesta,
                che mai sia riuscito ad avere le ali,
                nemmeno a sognarne ogni istante,
                sia polvere adesso a volare
                per me,
                che nel nulla rimane.
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                  Scritta da: Roberto Di Nardo
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Rimane sia il silenzio che il cappello

                  Conta tutte le scale da cui cadi
                  e le ferite chiudile agli armadi,
                  dove nascondi tutte le emozioni
                  che lasci uscire, un mondo di ragioni.

                  Sacchi di sabbia accendi, col pennello
                  colora la tua rabbia, dal coltello
                  che sgorga sangue, scritto sulla pelle
                  dove compaion segni, con le stelle.

                  Ridi del cuore immagini a canzone
                  che inventerai ogni volta in delusione,
                  stringi nel petto quanto senti adesso,
                  foss'anche niente in pugno che un riflesso.

                  Prendi quel tuo sorriso tra le mani,
                  conducilo ad esplodere al domani,
                  tra carta in pezzi, ruggine ed inchiostro,
                  e cento e mille maschere di mostro.

                  Dal vento lascia correre le dita,
                  affida al condannato la tua vita
                  e sentirai che poi il momento è giunto
                  per poter dire addio, chiuso da un punto.

                  Rimane sia il silenzio che il cappello
                  a salutare strofa e ritornello,
                  l'ultima nota perde la battuta
                  togliendo il tempo...
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