Scritta da: Marco Sangalli
in Poesie (Poesie personali)
Sono come un'onda
E ancora mi stupisco che non piova con il sole...
mentre mi infrango sui ricordi di te...
e passo dall'universo intero,
a me stesso.
Composta nel 2009
E ancora mi stupisco che non piova con il sole...
mentre mi infrango sui ricordi di te...
e passo dall'universo intero,
a me stesso.
Porfido, a delineare il passo
Catrame, per riempire i polmoni
Lampioni, che ricalcano ombre
Lacrime, composte di cera
In labirinti d'asfalto cerco
frammenti di ultimi, muti ricordi.
Reclusi origami in prigioni di carta
che il tempo trasforma in cenere bianca.
Ascolterei il tuo respiro
Che rapisce i miei sensi
Come brezza sensuale
Nel segreto dell'estate
Ti guarderei stupito
Come si guarda
Il cielo limpido
Nel mistero della notte
Ma solo nel tuo sorriso
Io saprei ritrovare
Il sentiero dei tuoi sogni
e se volessi anch'io volare
Verso un bel sogno
Mi basterebbe sfiorare
le tue labbra di rosa rosse
e accompagnarti tutta la notte con un bacio
fino ad un dolcissimo risveglio!
Il sorriso è qualcosa di precario
Un proiettile di gomma sparato da un sicario
Un lago ghiacciato sciolto al sole
Il ricatto perpetuo di pensieri e di parole.
Il mio dolore è arcano e surreale
Il tuo riso è malefico e fa male
Ma per favore, nei miei pensieri resta!
Io son la barca e tu la terribile tempesta.
All'alba è nato un pensiero
Ma subito è fuggito
Un proposito vero
Che al tramonto è sparito.
Vi è un epitaffio al centro della mia vita
Vorrei correre, ma non posso più scappare
e leggo, dopo una faticosa salita
"Qui giace la mia voglia di sperare".
Ho capito cosa sono i ricordi
e solo adesso me ne pento
Sono patti senza accordi
Senza ragione e sentimento.
Distruggo i desideri
Per non sentir dolore
Affogo nei pensieri
Ho un'eterna fitta al cuore.
La verità delle parole
Fa male quanto il piacere
Se rimangono sole
Mettono tutto a tacere.
È violenza il tuo respiro
Ma sperare è un'ossessione
è indolenza il mio sospiro
Che addolora la passione.
Reclamo le mie lacrime
Sebbene faccia male
Tu sei oro e io son rame
Tu sei donna e io animale.
Con un po' di rancore
Ho capito chi sei
Sei il fantasma che vaga nel cuore
Portatrice dei sospiri miei.
Sotto il cielo che tuona
Ho capito chi son io
Sono un re senza corona
e sprofondo nell'oblio.
Nonna, tu che avevi il mio stesso nome,
tu, che ora mi guardi da lassù,
sappi che ogni volta che penso a te
una piccola lacrima scende dai miei occhi
e rimbomba nel silenzio della mia solitudine;
perché solo adesso che non ci sei più
posso capire davvero ciò che provo.
Se fossi mia
ti regalerei un fiore
e se non basta
ti porterei il sole.
Ti donerei la semplicità delle mie giornate
ti starei accanto
mentre guardi barche veleggiare.
Ti osserverei
senza giudicare
ti amerei
senza farlo pesare.
Ti racconterei i miei momenti di follia
quando non credevo
esistesse qualcosa di così grande
e vivevo una vita a sprazzi
prigioniero della mia libertà
prima che tu arrivassi.
Mi hai reso felice di quel che sono
e fiero di quel che potrò essere.
Leggo il libro delle mie speranze
faccio tesoro di tutte le esperienze
scrivo e parlo di te
che sei l'unico racconto possibile
in questo angolo di vita
Tu che sai amare
anche se non m'appartieni.
Il suo sorriso appena schiuso
Nasconde il suo linguaggio lieto
Che rimane chiuso
Perché il suo cuore di amore pieno
Naviga tra le stele e diventa alieno
Amico che della poesia sei scaldato
e sempre infastidito da un'espressione speciosa
Ascolta Alda e il suo vocabolo dal cielo estratto
Un gioiello magnifico una cosa preziosa
Elegia della galassia Merini che s'è allontanato
Un poeta di musica innamorato
Che ha giustamente trovato la sua vocazione
Ha recato un significato
Una certa bellezza della sua espressione
Piena di fuoco e pieno di passione
Per lei non c'era un tempo passato
Ne anche ancora un tempo futuro
Viveva felice soltanto un istante
Quello che marca, della vita il buono augurio
Follia che stringe l'anima o forse una malinconia
Un ape furibondo che cerca il fiore
Il fiore d'amore; e che piena di frenesia
Se n'è andata lasciando il suo cuore
e il regalo della sua poesia
Non cercava il danaro
Piuttosto un volo d'Icaro
e ha scelto il suo sentimento
Come il suo ultimo monumento
Sparpagliato di fiori e di amori.
È sempre presente,
eppure assente,
imprendibile per ogni essere vivente,
eppure percepibile,
ora tu sei come lei inafferrabile,
ma sei accanto a chi ti ha amato costantemente,
quando il vento mi accarezza,
immagino sia un tuo abbraccio, fuggente,
nel lieve fruscio, rivivo la tua risata invadente
chiudo gli occhi ti vedo, avvolto da una luce splendente,
allungo la mano ma svanisci nel niente,...
ma sorrido,
l'aria è immortale.
Sfoglio pagine bianche
un imperfetto futuro
debole orfano di un miope passato
Traccio una linea
lunga e netta, fragile e debole
come mano che l'ha creata
Il foglio diventa confine
Da un lato i buoni, dall'altro l'iniquo
da una parte gioie, opposte ai dolori
delusioni dirimpetto agli amori
Divido il mondo, quel po' che mi è dato
mi alzo e mi servo da bere
solo due dita, mi dico
Cinque volte due dita
necessarie ad alzare il foglio
diventato pesante
E cade
lieve come foglia in autunno
la osservo, piovere sul pavimento
Guardo il foglio dall'alto
e tutto svanisce
osservato dal basso il dolore si acuisce.