Poesie personali


Scritta da: Francesco Serra
in Poesie (Poesie personali)

Brezza d'oriente

Brezza d'oriente
che scuoti i miei sensi,
rimuovi dal cuore
le tristi menzogne,
diffondi i tuoi effluvi
di soavi essenze,
che splendide e pure,
trasportano la mente.
I candidi amori
viaggiano tra i venti,
che un dì al tramonto
renderanno le vesti
cangianti dai toni
da Cupido donati,
con nobile gesto,
agli spiriti tribolati.
E ora, nel mio viaggio,
indosso quella veste,
che è forse il sudario
del defunto mio passato.
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    in Poesie (Poesie personali)
    Ti aspetterò tra inferno e paradiso,
    ti aspetterò sulla vetta della montagna più alta nel punto più basso della Terra, tra cielo e mare,
    ti aspetterò tra luce e oscurità, dove fiamme fredde alimentate dai ghiacci creano ombre al posto del fumo,
    ti aspetterò al centro dell'universo disegnando i tuoi occhi su una tela invisibile usando i colori dei sogni mentre il battito del cuore segnerà il tempo di questa attesa.
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      Scritta da: Brunason
      in Poesie (Poesie personali)

      Ho trovato un silenzio

      Ho trovato un silenzio,
      un sordo oblio.
      Freddo e agghiacciante.

      Indifferente, immemore,
      tu avanzi.
      Senza rimpianti.

      Nessuno è più indigente.
      Di chi come te
      non sente ormai niente.

      Hai bisogno del mio amore
      e lo sciupi insieme al nulla
      di ogni giorno.

      Forse son folle
      ma ho grande pietà
      del tuo cuore di ghiaccio.

      Come vetro s'infrangerà
      su un cuore marmoreo
      più rude del tuo.
      Composta mercoledì 2 dicembre 2009
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        Scritta da: Brunason
        in Poesie (Poesie personali)

        Corsi e ricorsi

        A volte mi domando
        se una Mano impassibile
        abbia tracciato a caso
        la mia strada.

        Dejà vu.
        Percorsi obbligati.
        Iter dolorosi.
        Ancora e ancora.

        Tutto passa,
        tutto torna.
        Nulla resta,
        nulla muta.

        Guardo al Cielo
        gli occhi asciutti.
        Grido al Cielo
        senza alcuna voce.

        Tornerà il sereno,
        lo so.

        Quel Sole nascosto
        trafiggerà con il Suo splendore
        queste nubi minacciose,
        oscure.

        Ma mi domando
        se è permesso sperare.
        E implorare di vivere
        al calore di un Sole perenne
        Senza intristire e gelare
        alla freddezza di cuori polari.

        E prego.
        Composta giovedì 26 novembre 2009
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          Scritta da: Brunason
          in Poesie (Poesie personali)

          Serena malinconia

          Fluisce il tempo,
          scandito
          dalla mesta consapevolezza
          che sarà
          un altro giorno.
          Un altro giorno
          senza te.

          Il sorriso forzato,
          patetico sforzo
          di mascherare la pena.
          Parvente allegria.

          E tu?
          Cammini dimentico
          o un ricordo talvolta
          t'assale?
          Vivi sereno
          o improvviso
          un morso
          ti sfiora il cuore?

          Io alzo le mani,
          non posso più stare
          sull'orlo
          a guardare.
          Il precipizio mi attira,
          il baratro mi chiama.
          L'amletico dubbio
          mi ferisce,
          in due mi separa.

          E allora, prego.
          Prego di tornare a godere
          del canto e del sole,
          del verde e del vento.

          Prego che questo ricordo cocente
          si trasformi
          in serena malinconia.
          Composta mercoledì 13 aprile 2005
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            Scritta da: Brunason
            in Poesie (Poesie personali)

            Se fossi...

            Se fossi un albero,
            sarei un salice piangente.

            Flessibile ed etereo.
            Il salice cresce
            sempre più ondeggiante.
            Alto e slanciato.
            E così sottile
            da apparire inconsistente...

            Molto delicato.
            Oscillante dolcemente
            ad ogni alito di vento.
            Eppure...
            è resistente e tenace
            perfino nella tempesta.

            Non ho mai visto un salice abbattuto
            Nemmeno dopo una temporale.

            Al contrario,
            ho visti pini possenti,
            abbattuti, sradicati.
            Divelti e atterrati
            da forti venti.

            Alti e maestosi,
            si ergono fino al cielo.
            I rami mai sfrondati
            oltremisura si allungano
            e mutano l'antica condizione.
            Le piante ormai fragili appaiono.
            Trasformata è l'apparente solidità.

            Non io ho scelto
            se sottilissimo salice apparire
            o stabile quercia.
            Forse altro avrei scelto.
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              Scritta da: cassie
              in Poesie (Poesie personali)

              Vivere

              Sai che vivi una vita che non ti appartiene
              e il tuo cuore è legato dalle catene
              Con il passare del tempo ne senti il peso
              e non ne rimani sorpreso
              Ti svegli ogni giorno con la convinzione che cambierà
              Ma sai già che non accadrà
              Speri che qualcosa ti smuova
              Come una notizia nuova
              Ma il tempo passa ugualmente
              e tu non stai facendo niente
              Allora ti arrabbi e chiedi perché
              Ti siedi e bevi un caffè
              Con la mente pensi come sarebbe
              Se ciò che vuoi accadrebbe
              Saresti felice?
              O infelice?
              Non è chiederselo e agire
              Ma hai paura di fuggire
              Ma da cosa ti domandi
              è ora di diventare grandi
              Così è deciso e prendi e vai
              e inizierai una nuova vita vedrai
              Alti e bassi arriveranno
              Ma basta affrontarli e passeranno
              Basta vivere questa vita per te insofferente
              e ora di viverla splendente.
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                Scritta da: Giuseppe
                in Poesie (Poesie personali)

                Rullata

                Sulla grande pista rulla l'aereo potente
                scalda i motori, si muove lentamente.
                Poi si gira, torna indietro, indi sobbalza
                fa rumore, inquina l'aria ma non s'alza.

                Triste è l'amor che muore lentamente.
                Lascia ferite non sanabili o difficilmente.
                Peggio ancora l'amore che non nasce:
                lascia tristezza e vuote, assurde fasce.
                Composta sabato 21 aprile 2007
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                  Scritta da: Tiziana Monari
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Canzone per Gino

                  Se sogno di un uomo
                  io penso a mio padre
                  pescatore di stelle e lampare
                  in mattini con l'oro alla bocca
                  a dare la carta vetrata
                  nella sua bottega di resina e legno
                  nei suoi ossimori di neve
                  con tardive bambole lunghe
                  in un lamento d'ottobre
                  in un arcano buio di pensieri

                  se penso ad un uomo
                  parlo a mio padre
                  con la sua falce a mietere il grano
                  nelle crepe dorate dei campi
                  all'imbrunire del giorno
                  i sandali ai piedi
                  le Marlboro che si consumavano piano
                  troppe donne ad aspettarlo alla sera
                  troppi balli sotto i ciliegi d'agosto.

                  Ora mi sorride da una cornice in cristallo
                  allontanato dagli anni
                  in un giardino ad innestare talee
                  capitano di un vascello di vetro
                  le lancette dell'orologio spuntato
                  il suo Longines dal cinturino marrone

                  ha la cravatta allentata
                  capovolto in un canto di naufraghi
                  un ricciolo d'oro disperso nel vento
                  la Prinz azzurra alle spalle
                  abbracciato ad un Dio controvoglia

                  il cappello sghembo alla sera
                  in un presente imperfetto
                  che è solo passato

                  in una veglia ormai dipinta di rosso.
                  Composta domenica 8 novembre 2009
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