Poesie personali


Scritta da: Li_mas Mastropaolo
in Poesie (Poesie personali)

Le scarpe grigie

Grigie,
sdrucite,
consunte dal lavoro,
accantonate per tua dignità.
Con umiltà,
chino, al mattino, su di loro,
solevi, senza far rumore,
pensare al giorno di fatica che attendevi
prima del ritorno.
Di te, solo le lise scarpe grigie sono ancora;
geloso, il cuore, le conserva ognora
nella speranza di vederti or ora
ad indossarle,
per affrontar la vita.
Composta lunedì 10 novembre 2008
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    Scritta da: naiade
    in Poesie (Poesie personali)

    Tu, essenzialmente... sfera

    Rimanere in bilico, tra l'illusione e il volere...
    Rischiando di cadere e non accorgersene nemmeno...
    Dietro il mondo cosa c'è?
    Quella sfera infuocata, rotola su lastre cicatrizzate...
    La polvere, lapilli... l'avvolgono...
    Rotola, sporcandosi con il fango...
    Poi, si trova... faccia a faccia con la luna...

    Lei, così delicatamente, la cura...
    Un nuovo colore, un nuovo vestito e profumo ha la sfera...
    Decide, di rimanere immobile, per assaporare la fine
    dello scoccare di un secondo...
    c'è chi la rimpiange, per non vederla più...
    c'è chi crede, che non ha mai aperto... quella scatola
    così perfettamente, imprecisa...

    Il navigatore notturno del pensiero... l'esplora,
    la decanta... imprime le sue tracce in lei...
    c'è il rischio di distruggerla... di frantumarsi
    ... in polvere e di disperdersi
    cadendo come pioggia nel vuoto spazio...

    Il navigatore notturno,
    si lascia andare alla commozione,
    di vedere la sua più grande passione...
    che si sta spegnendo
    lentamente
    dinanzi ai suoi occhi...
    -Terra- grida.
    Lei, resta in un umile silenzio...

    Il navigatore notturno del pensiero...
    La dipinge, per non dimenticarla...
    Ah! Quanto mi sei stata vicina.
    Composta martedì 10 febbraio 2009
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      Scritta da: Li_mas Mastropaolo
      in Poesie (Poesie personali)
      Foglie ingiallite
      piovono dal cielo,
      stralci di vita
      volteggiano nell'aria.
      Nel bosco quieto,
      rossiccio di stagione,
      solinga foglia, piccina,
      resta indietro;
      raggiunge le altre
      con planata dolce.
      Una farfalla danza sul tappeto,
      gioisce il cuore,
      nella sua speranza,
      gode dell'aria,
      la freschezza pura.
      Composta domenica 22 novembre 2009
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        Scritta da: Li_mas Mastropaolo
        in Poesie (Poesie personali)

        Tramonto

        Il richiamo di un uccello in volo,
        fissa lo sguardo verso il cielo terso.
        Nuvole bianche, azzurre e ancora rosa,
        dipingono lo spazio d'infinito,
        solcano il cielo,
        danzano nel vento.
        Lento e profondo
        flebile respiro,
        della sua sera,
        annuncia il già declino.
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          Scritta da: Enzo D.
          in Poesie (Poesie personali)

          Il vecchio

          Aspettare chi è sicuro che torna non è attesa, è amore.
          Chi è sicuro che torna non va mai via.

          Sotto la quercia in cima al sentiero
          sul masso che sorregge la croce,
          c'è un vecchio seduto,
          con ai piedi un cane accucciato.
          Avvolto nell'enorme pastrano,
          con la folta chioma canuta
          che sfugge al cappellaccio sformato,
          le mani nodose sul bastone usurato
          sorreggono il mento e la lunga candida barba.
          Gli occhi umidi ma ancora cerulei,
          incalzati da sopraciglia e da rughe,
          perduti sulla vallata ormai brulla.

          Silente, immoto, sembra di gesso
          - Salute a te buon vecchio, che fai?
          Senza distogliere lo sguardo sospira:
          - Aspetto!
          - Cosa aspetti qui, alla pioggia, al vento, al gelo?
          - Aspetto la Primavera.
          Lo so che è ancora lontana
          ma mi basta sapere che un giorno verrà.
          Aspetto, passerà il letargo del mondo,
          anche se ammucchia un altr'anno ai già tanti,
          sotto quest'albero,
          su questa pietra, sotto questa croce.
          E'la mia speranza, la mia preghiera.
          Il viso rugoso rimase di gesso
          ma negli occhi umidi brillò una luce:
          - e finora è sempre venuta.
          Composta lunedì 21 settembre 2009
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            Scritta da: mikele74
            in Poesie (Poesie personali)

            Fiducia e rispetto

            Vorrei poter arrivare su quel costone roccioso dove splende di luce intensa un magnifico fiore profumato, ma la via è troppo rischiosa.
            Vivo qua in mezzo alla sabbia, la montagna però mi ha sempre affascinato è come se ci fosse un naturale richiamo da lei a me e da me a lei.
            Lo ascolto ma non posso assecondarlo.
            Fiore che splendi lassù ti osservo e ti bramo ti ascolto e ti odoro mi inebrio di te ma non voglio cogliere,
            non posso cogliere!
            Se solo mi accingessi a farlo la realtà alzando la voce ricorderebbe alla sabbia che ho scelto lei come dimora,
            di nuovo la roccia impervia, come solo in natura succede, ricorderebbe che la bellezza nasconde insidie e pericoli a chi pensa di poter scalare senza rischi ogni monte, ogni parete, ogni ostacolo.
            Vivi scegliendo e sapendo di aver scelto, rispetta la tua dimora e affidati alla vita che se dovrà ti porterà tra i giorni e le notti tra le braccia della luce splendente... inebriato senza vergogna dal profumo del tuo fiore.
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              Scritta da: Natale Currò
              in Poesie (Poesie personali)

              Sentiero dei ricordi

              Nel retro della mente
              frammenti del passato
              si mescolano alle nubi della tristezza,
              dove un'aria d'animazione
              stimola il sapore dell'eternità,
              in un nido di luce dimenticata.
              Pensieri stanchi ammutoliti
              balenano al limite della coscienza
              una timida aurora di collera;
              il tempo, ormai affaticato,
              riprende allora la sua mollezza quotidiana,
              per vivere la durata di una fine invisibile.
              Nel sentiero delle rimembranze
              passato e futuro, attanagliati e spenti,
              scivolano nella memoria di uno spazio,
              mentre una voce melata asciutta
              di immagini irrequiete
              indora di bacini d'ombra
              l'epoca segreta di ricordi nebulosi,
              alla ricerca del volto triste
              di recondite dimensioni.
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                Scritta da: Natale Currò
                in Poesie (Poesie personali)

                L'ultimo crepuscolo

                Sotto un lembo di cielo spogliato
                gocce di luna e di colore
                scivolano leggere come perle di mercurio,
                la vergogna sopravvive nel sipario delle abitudini
                là dove il tramonto d'un bagliore moribondo
                incupisce senza vaghezza la strada del tormento.
                Sentire la vertigine che inganna gli anni,
                aprire cascate di luce nel ghiacciaio dell'universo,
                capire gli uomini, per distrarsi dalla solitudine
                popolata dal silenzio dei ricordi,
                amare senza misura con la fame dell'anima
                che fa vacillare il cielo mentre la fine è lì,
                invisibile, simile a cuscinetti di aliti infedeli.
                L'ultimo crepuscolo s'innalza a consacrare
                le agonie solenni annunciate,
                per sprofondare nella palude della tristezza;
                il regno delle rovine perpetua la voglia di vivere
                per ritagliare istanti nel velluto del tempo.
                La giovinezza non ha illusioni
                quando la natura inganna,
                la vecchiaia, invece, torna su come una nausea
                a presagire nella breve trasparente eternità
                la fine di un giorno che sa di crudo sarmento.
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                  Scritta da: Natale Currò
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Esistenza poetica

                  Nel mare tiepido delle vertigini
                  attorto agli sterpi di aride secche
                  il tempo aggioga al buio della notte
                  l'abisso flebile d'una luce livida.
                  La mollezza fluttuante del tempo
                  si addensa nell'aria
                  mentre gela la polvere bianca
                  di montagne dimenticate.
                  Folate di brina mordente
                  velate di sudicie brume ingiallite
                  proiettano per terra
                  ombre polverose di rugiada stordita.
                  Nel cielo pallido velato di bianco
                  tra pozze di lune
                  il mormorio instabile delle onde
                  urta l'udito esausto
                  verso l'oscurità argentata.
                  Sotto la trama delle sensazioni
                  il silenzio sprezzante della tristezza
                  fruga lamentoso
                  senza dimensioni segrete
                  il dondolio incalzante
                  del cammino onirico
                  nei paesi dell'anima.
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Rosa rossa

                    Il tuo sguardo finito volto
                    a scrutare l'infinito cielo,
                    mi riempie di gioia.
                    Veri gli occhi tuoi, ora,
                    si illuminano per la propria bellezza
                    non turbata da effimeri sentimenti:
                    Le tue labbra, labbra infuocate,
                    protese e silenziose: tacito vulcano
                    che ribolle nel cuore eventi.
                    Come sei bella nei turbinii
                    di silenziosi pensieri che vanno
                    tra galassie a cercare
                    quella che tu sei: terra, terra ubertosa
                    stracolma di vita in ogni respiro,
                    e tu non sai che sei bella.
                    Bella, io respiro, sospiro
                    a distanza, mia rosa rossa;
                    la tua fragranza mi inebria,
                    mi tiene. Respirarti amandoti mi basta,
                    di là dalla siepe del tempo
                    che ti ha colmata di duri fendenti.
                    Alla tua distanza ti ammiro.
                    È esalato il mio avido desiderio,
                    vaporizzato nel tuo profumo,
                    svanito il tuo possesso esclusivo
                    che ha divorato colori e avventure,
                    tue, nei cieli tuoi; ignoravo i tuoi lamenti
                    divenuti taciti nel tempo:
                    Ora vivi racchiusa nei tuoi fendenti,
                    cronaca tua, rosa rossa è questa,
                    ghirlandata di verdi faville,
                    che gioia e profumi regalano
                    all'intorno e alle mie pupille.
                    Libera dalle mie oppresse voglie,
                    decidei la distanza con il tuo colmo
                    di spine. Godo nel vederti sempre bella,
                    soffro a non sussurrarti vicino-vicino,
                    parole d'amore che amavi tanto.
                    Mi consumo a non poter più poggiare
                    le mie labbra alle tue rosse,
                    e la tua mano al mio cuore,
                    per non perdere l'ultima stilla di vita.
                    Composta martedì 27 ottobre 1998
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