Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie personali)
Metalliche pareti
Il lento montacarichi
svestito di metalliche
pareti
rive di tristi
specchi
ondeggiano... reali
lasciamo amore
ovunque
grazie alle nostre ali.
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Il lento montacarichi
svestito di metalliche
pareti
rive di tristi
specchi
ondeggiano... reali
lasciamo amore
ovunque
grazie alle nostre ali.
I tuoi
intrecci di colori
le calde sfumature
le sovrapposizioni
miscele magiche
sospinte
come vento
che accarezza vela
colorami
son la tua tela.
È... nascere ogni volta
è non vivere mai
la stessa... vita
grazie mia goccia
d'acqua
che disseti
la voglia che ho di te... infinita.
In che sogno mi son trovato
dal quale non so svegliarmi,
piove sul vetro freddo della finestra
e tu improvvisamente cominci a mancarmi
e pure da poco ci siamo sentiti,
ma la voglia di te cresce stranamente.
Viviamo nella stessa città,
ma ci vediamo così raramente!
Ti potrei regalare una rosa,
Scegliendo fra il mazzo quella più profumata.
Ti potrei regalare un libro di Markes.
Con la paura che forse lo avrai già letto.
Ti potrei invitare in un ristorante elegante;
a mangiare una capricciosa come lo sei tu a volte.
Ti potrei regalare un accendino, pur essendo contrario
al fatto che fumi tanto.
Ti potrei regalare un cagnolino,
Privandomi un po' delle tue coccole.
Ti potrei regalare un tuo ritratto su tela.
Ma mai sarebbe paragonabile all'originale.
Ti potrei regalare un disco dei Pooh;
Ma non vorrei vedere la malinconia nei tuoi occhi.
Ti vorrei regalare un sorriso, perché non ne ho mai abbastanza
di vederti sorridere.
Ti vorrei regalare il mondo intero, ma scioccamente pensò;
Che egli non basti!
Spero tanto di regalarti una vita felice;
Come ricompensa del tuo regalo per me:
Quello di esistere!
Quanti solleoni e rose settembrine
nevi nidi e fiori di ibisco
discendendo la vita potrò
ancora censire prima del nulla?
Chiuderò anch'io gli occhi
e sposerà pace e oblio
per sempre il cuore intirizzito.
Tu hai visto quanto ti ha amato
come ha gioito e tremato donna
quando per un poco lo hai toccato
e come dignitoso abbia poi pianto
espiando la pena di un inganno.
Oh addio giorni di stelle cadenti,
difesi ultimi sogni tardivi
ricordi di carezze e baci
di arrivi e partenze furtive
addio speranze e illusioni
disciolte in intrugli amari!
Chi vi poté credere e ubbidire
istigato dalla voglia di vivere
prima che abiezione funghisse
e rancura abbattesse amore!
Cuore incontri e t'accompagni
oggi a smanie di funebri brame
taciti voci e risali silenzi.
Ridato mai ci è quanto perduto:
la corda dell'innocenza prima
tesa si spezza e il suo carillon
nessuno poi più ode deluso.
Che altro fluisce tra te e me
lamia con petto artigliato
mentre aspettiamo la fine
e il nulla cresce e si infiocca?
Che ti sazia mentre il tempo
sorpassa il passato e lo specchio
ti ricorda vespri di beltà
giunti con ciocche di capelli
bianchi oggi ancor più fitte?
Ognuno solo per conto suo
passante tra giorni di gramaglie
e ragne di ricordi viscosi
illuso, più illuso di prima,
illuso di padroneggiare il timone
di una vita che molle e floscia
delusa barcolla su un vascello
senza alberi e vele, che va
senza sestiere per un deserto mare
senza vento verso la boa
che segna il confine di ogni veduta
all'allungo della luce di un faro.
Che vedi nitido davanti a te
oltre il supplizio mio mesto che sbuca
e rischiarisce da questa lontananza
d'anima al venir della cava sera?
La guerra è finita e insieme siamo morti:
ognuno forse illumina la sua ombra
vagando tra campi di memorie:
all'altra amata, miserrimo chiede perdono.
Nei vicoli
della speranza
rincorrere l'amore
della vita.
Cercare
la compagna sognata
e non riuscire a trovarla.
Nelle mille
giornate opache
desiderare la pace
in una carezza sincera
e trovarla
finalmente
nel viso radioso
di una fanciulla
innamorata.
Nell'animo inquieto
riappare il sorriso
con un sentimento vero,
un affetto sincero
come una storia
d'altri tempi.
Pensavo di avere imparato, di poterla governare, gestire,
intrappolare in una bottiglia di vetro scuro...
e invece silenziosa
scivolando lentamente
è diventata prepotente, e si prende tutto ciò
che mi appartiene, guida i miei sogni e gestisce i miei
pensieri facendoli vorticare
impregnandomi lo stomaco di echi
sordi...
colora con i suoi pennelli di setole setose cancellando e imbrattando
i miei disegni, senza chiederne il permesso, così
con il suo profumo acre si fa sentire, lei...
l'assenza!
Dovrei soffrire perché sei andato via
lasciandomi ancora una volta, l'ultima volta,
ma non ho lacrime, né fingerò di averne
il bene che ti ho voluto è solo un ricordo sbiadito ormai
e soltanto ora capirai chi ti ha amato davvero e perché
un'ultima cosa voglio dirti!
Addio...
Partire, senza meta viaggiare
Sgombra la mente
Libera dalle speranze
Come un'onda godersi il cielo
In balia della corrente
Ignorando quale scoglio o spiaggia
Abbia in serbo per noi il destino.