Poesie personali


Scritta da: Iris Vignola
in Poesie (Poesie personali)

Si bea alfin di poesia

Pendii, ricoperti da manti
talvolta screziati o immacolati,
sposandosi a valli,
sciallate del verde di prati
oppur di ghiacciato candore,
intonan profetico canto d'amore,
al nascer del Sole
e al proprio calar il drappo rubicondo,
all'avanzar della sua dama silenziosa.
Luna altezzosa, regnante all'imbrunire.
Lo sguardo è in attesa fremente.
Dopo aver disceso le scoscese chine,
s'adagia sul piano a riposare,
indi, s'alza e s'addentra, spaziando,
nel color d'orizzonte vermiglio,
finché l'ombre, oscuranti la notte,
non incedan, col lor tetro passo assoluto.

Sorgiva, la fonte zampilla festante
e china il pendio taciturno;
scrosciando, ne pregna il silenzio,
coi gelidi fiotti, sprizzanti purezza.
Velata di trasparenza,
si coniuga al fiume, sornione e indolente.
Vitale, l'abbraccio irruente lo sferza all'istante,
dando agio a quell'inno d'amor gorgheggiato
di rinascer costante, nel rovente fulgore solare,
riflesso sullo specchio fluviale,
nonché al chiaror sensuale di luna,
che lo rende fatato.
Lo sguardo,
attardante a seguir la sorgente,
va a calar sull'acque del letto del fiume.
Scivolandovi sopra, s'adorna di lapilli d'oro,
prima d'esser dipinto di strali d'argento.

E l'eco, all'udito,
riporta rumori dal dolce sapore,
tal canti corali soavi.
Amante di nenie,
narranti le danze di sensuali Ninfe
dei boschi o dei laghi,
di storie abitate da leggiadre Fate,
ch'esprimon malia,
di suoni armoniosi reali o irreali,
forgiati di vero o di fantasia...
Quell'eco, al pari d'udito,
si bea alfin di poesia.
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    Scritta da: Rossella Di Venti
    in Poesie (Poesie personali)

    Parole mute

    Siamo parole mute
    incapaci di gridare ciò
    che la nostra anima ha da tempo smesso di rivelare.
    Silenzi senza tempo
    attanagliano le nostre menti
    mentre rumori assordanti
    invadono i nostri cuori turbolenti.
    Siamo un contrasto eterno
    di musica e rumore
    ma sappiamo benissimo
    ciò che è nascosto in fondo al nostro cuore.
    Composta mercoledì 4 maggio 2016
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)

      Un nuovo anno

      Le nuvole sono solo giochi divini
      usando pennelli regalati al vento
      colori depositati su tavolozze eteree
      con un semplice sorriso di Dio.

      Giocano nel cielo a nascondiglio
      corrono dietro tempeste di furore
      stracciano i loro veli per vestire i tuoni
      illuminano il viso con lampi a colori.

      Le nuvole sono le pagine scritte
      della più grande enciclopedia terrestre
      dove i pittori morti non si ripetono mai
      sia nei disegni che nei colori.

      Il padrone delle nuvole è il Padre
      di tutti i pittori morti e loro amanti
      che gettano colori e sogni
      sulle aurore e tramonti
      sui fiori e sui monti.

      Le nuvole ci accompagnano nel cielo
      dalla nostra nascita al funerale
      i nostri occhi sanno leggerle
      sia di giorno che di notte:
      non ci resta che seguirle
      per darle l'ultimo bacio
      prima di morire.
      Composta lunedì 28 maggio 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Il mese di Aprile di quest'anno
        è venuto pieno d'acqua
        lavando strade polverose
        occhi stanchi di contadini
        riempiendo letti di fiumi aridi
        dopo una siccità dovuta
        a un castigo all'uomo
        che distrugge il suo Giardino.

        Con lo sguardo rivolto al cielo
        il contadino ringrazia Dio
        con una lacrima sul viso
        gocce che lavano il giorno
        racchiuso in mani callose
        dove nascerà una rosa
        rossa d'amore.

        Quest'anno la rosa non avrà spine
        il cuore batterà tranquillo
        i tramonti saranno colorati
        come gli occhi della mamma
        quando nasce un figlio.

        Nuvole, pioggia e cielo
        amici di chi lavora la terra
        con gli occhi rivolti al solco
        una pregiera sulle labbra
        nasce spontanea
        per amare e sognare.
        Composta martedì 1 maggio 2018
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Sull'orlo di una pozzanghera
          mi sono fermato, specchiato e meditato:

          era piena di acqua piovana
          con tre lumache morte
          un fuscello come barca
          era la salvezza di una formica
          in attesa del venticello
          per portarla alla riva.

          Sul bordo una margheritina bianca
          splendida si inchinava ammirando
          il cielo azzurro nell'acqua
          con le piccole nuvole del cielo
          che allegre si spostavano.

          Cielo, terra e acqua
          tre elementi primordiali
          per sorridere, sognare e meditare
          sul nostro breve viaggio terrenale.

          Da bambino ho appreso a leggere
          le piccole cose, a sentire il bisbiglio
          dell'universo che ci culla
          per navigare insieme
          in questo creato immenso
          pieno di tanti esseri viventi
          ciascuno con i suoi misteri
          racchiusi nel silenzio.
          Composta giovedì 5 aprile 2018
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Il pomeriggio è pieno di voci bianche
            che strillano dietro un pallone
            facendo gol a porta vuota
            mentre il portiere gioca
            col suo chihuahua.

            Quanti calci al povero pallone
            lanciato al cielo per captare forze
            lanciandolo poi nel rettangolo
            di tre pali di legno
            per sentire l'ululo
            della gente.

            Dal mio balcone ammiro il gioco dei bimbi
            correre dietro un piccolo mappamondo
            preso a calci e gridi della folla
            che segue la geometria del gioco
            con il cuore che batte
            e bocca aperta
            che non perdona.
            Composta mercoledì 30 maggio 2018
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Il cielo è trafitto da aghi di pini
              spazzati dalla bufera notturna
              scaraventata fuori da caverne celesti
              dove dimorano i demoni della tempesta.

              Nessuno direbbe che siamo in primavera
              a metà aprile con questo cielo
              pieno di acqua e nuvole al vento
              fuggendo in un cielo con colori d'inverno.

              Gli dèi del cielo e della terra sono in guerra
              inverno e primavera hanno occhi bendati
              fiori e uccelli né sbocciano né cantano
              con questo freddo polare.

              Spero respirare sotto un cielo azzurro
              con un sole brillante senza ostacoli
              per inondarmi in prati di fiori
              con papaveri rossi sotto il cielo
              profumando il mondo
              in cui cantiamo.
              Composta venerdì 20 aprile 2018
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