Poesie personali


Scritta da: dax
in Poesie (Poesie personali)

il silenzio dei poeti

Tacciono i poeti con le loro silenziose paure
con le loro speranze subite, tradite

Tacciono davanti ai crocefissi spezzati
davanti alle case crollate
piangendo morti innocenti

Tacciono i ricordi, le felicità,
i giochi innocenti,
tace il canto dell'allodola,
il gorgheggio dell'usignolo il tubare della tortora

Griderà l'amore dai petti di nuovi poeti
che spazzeranno dalle vite dei popoli
i tiranni, i corrotti, i malamente

Per una vera rivoluzione
uno sconvolgimento morale, viscerale
che porti gli uomini
calpestare il prato della felicità

Il sentiero della risurrezione,
la via che conduca l'umanità
a conquistare le stelle.
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    Scritta da: Gerlando Cacciatore
    in Poesie (Poesie personali)

    Nausea

    Diciotto anni.
    Giovane spensierato.
    Giovane avrai soltanto,
    sentimenti d'amore;
    sussurra la gente.
    Beato te, mi dicevi,
    amico mio.
    Sai quel che sa la gente.
    Mediti quel che medita la gente.
    Ficca il naso nel mio cuore.
    Troverai dell'amarezza che l'affligge.
    Amarezza composta,
    di odio, nausea per il mondo.
    Non erro.
    Nausea, odio.
    Motivi efficienti,
    per far di diciotto anni,
    un Mosè.
    Oh giovane.
    Come invidio tua spensieratezza.
    Come invidio tuoi sentimenti.
    Come invidio tuo mondo.
    Venire da te?
    Lasciare Mosè?
    Contro natura.
    Chissà;
    erro non erro,
    interrogativi che non mi pongo.
    Interrogativi, che renderebbero me,
    ancor più posseduto
    dalla nausea.
    Composta mercoledì 10 luglio 1974
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      Scritta da: Ada Roggio
      in Poesie (Poesie personali)

      Voglio

      Scrivo poco ora
      aspetto che Dio illumini l'uomo
      e l'uomo saggio segua il mio cammino,
      tempestato ancora
      dal male,
      e lo renda un piccolo sentiero che io possa attraversare
      Voglio sorridere
      Voglio cantare
      voglio sognare
      Voglio danzare
      Voglio Vivere
      Come...
      Donna
      Mamma
      Abbracciare un bambino
      e cantargli la ninna nanna.
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        Scritta da: Valerio Varaldo
        in Poesie (Poesie personali)

        Noi

        Da un tasto
        cominciò tutta questa favola.
        Quella scatola magia complice.
        Questo Facebook così odiato.
        Il caso e il destino
        ci hanno uniti.
        Una favola che sta mutando
        e che presto sarà realtà.
        Una realtà di vita.
        Una realtà di cominciare a vivere.
        Si vivere.
        La nostra vita...
        Finalmente insieme.
        Ora che sono nato
        sto imparando a camminare
        e l'ho faccio venendo da te.
        Tu stammi davanti.
        Io non cadrò
        se non tra le tue braccia.
        Sono pronto a tutto
        pur di veder
        dipinto sul tuo volto
        quel magico sorriso.
        Lottare al tuo fianco
        difenderti sempre
        amarti all'infinito
        sono i motivi della mia nascita
        saranno i principi della mia vita.
        La mia vita con te.
        Sempre
        in ogni momento
        al tuo fianco.
        La mia indole guerriera
        ti travolgerà mia Regina.
        Saremo ammirati dal cielo e dalla terra.
        Al nostro passaggio
        il cielo ci festeggerà
        con una pioggia di stelle
        ed un sentiero di saette.
        La terra
        facendo fiorire i suoi frutti.
        La gente ci osserverà
        estasiata e invidiosa
        di questo nostro sentimento
        chiamato Amore.
        Dovrai solo volere.
        Ora ti vedo
        Lì sulla scogliera
        innanzi al mare
        nel momento del crepuscolo
        con un tuo cenno della mano
        il tramonto non sa più d'esistere.
        Ecco è l'alba
        e sia...
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          in Poesie (Poesie personali)

          A tu per tu

          Aprile, verde e giovani sono

          le erbe, esplosi sono i fiori,

          c'è il sole e c'è luce ed è buio.
          Lontano ha tremato la terra

          di incolpevoli vite in sonno

          ha fatto razzia la morte

          uno spettro antico ritorna

          una tristezza dentro mi accascia
          .
          Destino cieco, hai aspettato

          la notte fonda per abbattere

          tetti ricoveri e cose

          moltiplicare sepolture

          rivoli di lacrime e dolori!

          Dove sono i nidi delle rondini

          sorti sotto le cimase, le logge

          e i balconi in fiore, le campane a doppio

          l'altare votivo e l'ostensorio?

          E Tu in cielo, eterno assente,

          che hai da dire alla matrigna terra

          che ci fa tremare il cuore

          e tenace ritma altre scosse

          che spalanca ancora vuoti

          all'animo nostro già in lutto?

          Più memoria e amore e potere

          abbiamo noi fatti di creta!

          Io ricordo la natia terra sconvolta

          al venir delle brume novembrine:

          quel festivo giorno di lutto

          non è ancora oggi passato!

          Pur fragili, finiti, senza aureola,

          noi di Gaia non perpetriamo

          la tua divina indifferenza:

          anche il fatale accartocciarsi
          di una sola foglia ci commuove

          l'immobilità ci è estranea

          un avvampo ci prende

          se salva possiamo fare una vita

          non ancora giunta alla fine!

          Da piccolo misi gli occhiali

          e li cambiai più volte

          poi usai il cannocchiale

          poi ricorsi al telescopio per vederti

          quando sulla razza umana

          piovevano lutti pene e dolori

          ma mai in nessun luogo tu eri!

          Le lenti non servivano

          nulla si rivela se non esiste

          solo l'oppio può darci una visione
          fortuna e disgrazie, poi imparai

          come la vita, sono solo

          l'inesplicabile prole del caso.
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