Spegni la luce, chiudi gli occhi e abbandonati al buio risvegliati in un sogno io saro li accanto a te a guardarti accarezzarti, a proteggerti. Sarai come il battito del mio cuore dentro di me anche se non lo posso vedere Ma senza il quale la mia vita non ci sarebbe.
Se tu fossi la mia rosa, ti tirerei via un petalo lo bacerei e penserei alla tua simpatia ne toglierei via un altro lo bacerei pensando alla tua dolcezza toglierei anche il terzo e il quarto e li bacerei pensando alla forza e alla gioia che mi dai toglierei anche l'ultimo e lo bacerei pensando a te.
Come possono dire che la luna è la cosa che più splende se non hanno conosciuto te come possono dire che il sole è la cosa che più riscalda se non sanno quanto tu riscaldi la mia vita io ti ho conosciuto e ora lo so.
Se potessi ti trasformerei in un cioccolatino ti mangerei, ti porterei sempre con me vorrei poterti stare accanto fino a quando ti addormenterai e fino ad allora coprirti e ricoprirti di baci sentire che anche tu mi vuoi bene capirlo dal calore dei tuoi abbracci ricambiare con l'affetto dei miei.
Sempre Scruto i tratti del tuo viso, son passati tanti anni, sempre t'amo come il primo giorno, anche perché il tempo un po' ti ha addolcito quell'orso che c'era in te è sparito. L'amore che prima chiedevi, con tanta voglia e fretta, ora son languide carezze, aspetto la sera per starti vicino, sei tornato capriccioso e geloso come un bambino, ed il piacere dei nostri ricordi e di ogni attimo passato insieme, ha preso il posto tra noi, come vecchi amici, ma è un amore più maturo, fatto di complicità e rispetto, importante ed indispensabile, si, sempre t'amo come il primo giorno, non ho mai desiderato niente di più, per te che hai dato senso alla mia vita, insieme, fino alla fine dei nostri giorni per me sarai sempre e solo tu.
In una notte assai piovosa, un po' deserta e silenziosa, È salpato l'emigrante, ha lasciato la sua sposa, Approdando a lidi ambiti, forse in cerca di speranze, e pensando spesso a come, arredar le nuove stanze.
Giunto che era in quel del nuovo sitio, pensava "ho scelto io", c'è ancor libero arbitrio, ma quando si scontrò col silenzio e il vuoto attorno, si struggeva ardentemente, pensando al talamo e al ritorno.
I giorni passavano, dopo il travaglio lente eran le ore, la nebbia e amari suoni gli scendevano nel cuore, finché un giorno pose fine ai suoi pianti e ai suoi lamenti, e decise di smussare gli ormai duri sentimenti.
Nuovo giorno, nuova vita, si diceva: "lì è finita! ", ma viaggiava con la mente, l'emigrante a sé non mente... lui sapeva che il suo viaggio sì sarebbe continuato, col fagotto di emozioni ed esperienze accumulato.
Nuovi amori all'orizzonte, gli imperlavano la fronte, sguardi intensi occhi lucenti, caldi abbracci e baci ardenti, or diceva: "forse resto... non son più sì triste e mesto", Che passione! Amore... amare, l'emigrante giù dal mare.
Sempre notte, un po' nebbiosa, ma di miele profumata, è approdato l'emigrante, la sua casa l'ha trovata, la speranza l'ha premiato, gli tra gli alberi è contento, quindi brucia il suo fagotto e al fin si adagia a un sonno lento.
Dolci lineamenti del suo viso illuminano il rinascere del mio sorriso le parole sussurate nella sua bocca sono petali di nuvole che formano la nostra rosa dolcezza assoluta l'unione dei nostri respiri vortici ciclici che c'attraversano unendo i nostri sospiri attimi di eterno paradiso dove anche gli errori donano la calma sul nostro viso trasformandoci così i pianti sono infranti non c'è posto per l'acqua vicino al nostro fuoco e riscaldati gli animi calmi amano anche i fastidi sussurrati se si è vicini e come il ghiaccio scompare al sole se siamo giunti scompare il mondo pensando solo al nostro amore...
Che ragione c'è di guardare ancora il cielo il mare e le stelle di correre dietro restie illusioni e attizzare altro fuoco nel cuore. Si sbriciola e si accorcia la vita forse domani sarà tutto compiuto e non gireremo più intorno al nulla smidollato è già ogni desiderio rasa al suolo la speranza e niente e niente più voglio della schiuma che si è dissolta. Mi resta sì il respiro in salita il ricordo di qualche imbarco sull'arenata goletta dell'avvenire la conoscenza acuta della realtà da cui fui sorpreso e sconfitto quando una scintilla mi illuminò e l'animo in salute ammalò dell'incurabile morbo di vivere. Possiamo appena solo narrare deglutire davanti a blindate vetrine di sogni luccicanti, pensare di vedere e sentire ciò che da tanto non ci appartiene: giovinezza e amore. Che accade di visibile conforto oltre lo sgocciolio del tempo e il tedio del prima e del dopo il venir del vuoto compimento senza aver visto mai il pieno! Passano di gitto figure di seta sorrisi e fili di luce nello sguardo anteriore di me che ieri fui la sera spenti toni poi effonde l'arpa muta tra le grate della cella buia in cui sconto la mia condanna bramando condono di giorni futuri. Oh il sole irraggiunto... irraggiungibile che conserva il suo oro sorridente!