Catturato ed intrappolato... nella casa dove mi hanno portato... mi hanno lasciato solo... coloro che dovrebbero essere i miei padroni... portato via dalla mia terra natia... la foresta... che in questo periodo invernale... viene colorata di bianco... da mille fiocchi di neve purissima... ora sono costretto a vivere qui... tra quattro mura... chiuso come in una gabbia... perché tutto questo?... chi ha voluto tutto ciò?... io non di certo... io che son lupo... sogno la libertà... lo scorrazzare allegramente... tra la fauna... sogno di poter guardare la luna e ululare... ogni volta che è nel pieno della sua bellezza... son anni ormai che son chiuso qui... ma sempre con lo stesso desiderio... la stessa voglia... evadere... sono solo ormai... sto pian piano morendo dentro... consumato dalla fame di libertà... dalla fiamma del desiderio... che continua ad ardere... solo tu puoi salvarmi... leggiadro e seducente vento... liberami... ti prego salvami.
Voglio l'attimo. L'ho intravisto nel sogno... Era magia in stelle di desiderio... Le tue mani su di me come raggi di calore. I tuoi occhi, sorgente di sorrisi per illuminare i miei. La tua bocca, estasi di umide labbra, per assaggiare il tuo sapore. Voglio l'attimo che io possa rubarlo al tempo e serbarlo in me quando nel mio cercarti con le mie mani, con i miei occhi, ti bacerò... Voglio non svegliarmi. E, come un primo amore non dimenticherò perché è l'attimo, vigilato dall'illusione, che solo in me vivrà.
Nulla di più triste è avere solo ricordi: il presente sta trascorrendo in assenza di presenze significative e rivolte al futuro. Niente di più facile rimanere nel passato senza reagire in modo positivo alla catastrofe di eventi a cui siamo andati incontro e a cui abbiamo continuamente chiesto una possibilità e una via di uscita reale o una tregua. Tutto procede senza che nessuno si accorga di noi, o si fermi a riflettere su cosa sia effettivamente utile e buono fare. Appare solo tutto una grande finzione di fronte al nostro continuo lottare per rimanere a galla. Buona nuotata a noi!
Alberi scheletrici avvolti nell'ombra del giorno, la luce dorme sotto il tepore del invernale; ricordi seminati al vento verso una speranza di quiete, sradicando il seme dell'abitudine...
Squallida abitudine urlata e gridata senza chiasso solo con il silenzio del piacere.
Scarpe di chi è caduto ma dalla polvere si è rialzato ma anche di chi dalla polvere non si è saputo rialzare Scarpe bagnate di chi per una speranza è andato incontro alla morte morte che alcuni hanno trovato Scarpe che giacciono accanto a una fotografia per una giustizia un po' più vicina Scarpe di chi non sa cos'è Io ma solo cos'è Loro Scarpe che si alzano e anche se è notte lavorano perché non sono sole
Ma anche scarpe che non sanno cos'è la pietà Scarpe sporcate di sangue altrui per un falso Dio Scarpe lucide pulite con il sangue di chi ha paura e non sa difendersi Scarpe di chi pur senza saper niente dice di sapere tutto
E infine scarpe consumate che vanno avanti anche se gli altri non le vedono.
Un bambino che ti sorride una donna che ti ama il sole che splende l'immensità del mare Piccole cose inutili non gli dai importanza ma quando non ci sono ti mancano.
Hai pregato in mezzo a noi come l'ultimo dei fedeli Non ti sei vergognato di mostrarti debole Hai girato il mondo portando su di te la croce del Cristo E alla fine te ne sei andato ricordando alla folla che ti invocava che la morte non è la fine della vita ma l'inizio dell'incontro con l'Eterno.
Esultate è nato è nato il bambinello Esultate è nato il Redentor Suonate campane suonate per coprire i lamenti di chi ha fame e non può mangiare suonate per attenuare le voci di coloro che muoiono perché sono forestieri suonate per ricordare che anche oggi si soffre Ma che Natale è allora le luci la messa di mezzanotte i regali il pranzo e allora che Natale è se là fuori per colpa di qualche potente c'è gente che solo col pensiero siede con i suoi cari c'è gente che non sa nemmeno cos'è un pranzo Natale Natale in fondo solo una parola Per chi allora è veramente Natale?
Mondo non sei più come il mare a settembre calmo e languido Non sei più come la campagna ad ottobre felice e in festa Non sei più come la montagna in inverno dormiente e candida