E tutto appare cosi antico trascorso... la famiglia l'amore la speranza l'armonia. Ma allora a che servono le veccchie foto se non a suscitare rammarico e pena ad assaporare la triste e nota nostalgia dei "vecchi tempi"... A rinnovare la speranza, ad alimentare la certezza che il futuro sia migliore, un futuro costruito nell'oggi, imparato dalla tristezza, modellato dalla solitudine e dal dolore. Perché un giorno, che potrebbe essere già domani, il futuro sarà diverso, e grazie a noi, vuoto degli errori che oggi ci riempiono il cuore di odio e indifferenza vuoto di dolore e colmo di gioia.
Adesso si potrei amarti nel fantasioso mondo che risiede in noi. Adesso si potrei proprio amarti a te che sai far congiungere la mia mente con l'anima. A te che ho donato il mio corpo, a te che desidero il tuo corpo, il mio segreto, il mio pregio, il mio dono divino. A te sensibile come una lagrima che ancora deve nascere, nascosta nel tuo grembo di cristallo. Ed io cosi ti amo, decifrando. Aspettando il giorno che piangerai per lagrimare finalmente insieme.
Una corrente lontano mi trascina vorticosa, per volontà, o nell'onde di eventi fluttuando. Ma in sicura caverna, dietro cascata impetuosa, ho visto un mondo che affanni non respira. In tale anfratto, il mio cuore va naufragando, affinché l'alito rigenerando, libri al cielo cui aspira.
Lui c'è, ne sono certa, non si mostra, ma è in vetta, ascolta il mondo e teme per la nostra sorte accecata dalle pene. Mi ha indicato la strada, ho perso la via, ho smarrito l'uscita dell'anima mia, ho vagato nel buio, per anni confusa, ho trovato l'uscita e lui era in attesa...
Fuori è ancora buio, profondo e ostile. La luce fioca della lampada, illumina gli ultimi istanti di un volto ormai plasmato da una sofferenza egoista e sorda, a qualunque preghiera. Dai vetri solo qualche timida stella, testimone silenziosa degli ultimi faticosi battiti; da adesso in poi, tutto è mistero. La notte meschina ha cacciato via anche l'ultima speranza, inghiottendo un uomo e i suoi affetti; davanti a se solo dolore. Guardo quella finestra, ormai buia. Poi guardo un po' più su; vedo davanti a me un uomo che, in punta di piedi, si incammina per un brevissimo sentiero. Deve percorrere solo un breve tratto; la parte più oscura l'ha percorsa tra gli uomini. E arrivato " più su" nell'altrove d'amore e gioia. Altrove benevolo e luminoso, dove due braccia materne attendono impazienti di donargli l'eternità.