Scritta da: Cristallina
in Poesie (Poesie personali)
Bollettino 2018
Cielo,
Messaggero di quiete,
sogni e speranze.
Ora,
deturpato da voli di
morte e distruzione.
Composta martedì 17 aprile 2018
Cielo,
Messaggero di quiete,
sogni e speranze.
Ora,
deturpato da voli di
morte e distruzione.
Di rada in porto oscuramente
Balzano guitti rapida increspa
l'onda della sera senza chiaro
Schiocca la darsena e all'eco
or si desta dal sogno assorto
solitario l'uomo con la lenza
Da la nera landa che mi tiene
così mi trae la voce repentina
il chiamare forte che mi grida
amore.
Quanta fatica
andare
quante notti dilatate
quanta passione
manifestata
quante parole
sentimenti,
quanta voglia
di te.
Quanti progetti
idee
quante canzoni
cantate
quanti incontri
cercati,
quanta voglia
di te.
Quanti sogni
avverati
quante promesse
mancate,
quanta voglia
di te.
Quante emzioni
vere
quante incertezze,
quanta voglia
di te.
Qunata vita
vissuta,
quanta voglia
di te.
Di te:
che ci sei
sempre,
che riempi
gli spazi
della paura.
Di te:
che quando
hai paura tu
ti bacio
io.
Piega in avanti
La cresta
Spumandosi,
Bianca
E salata
È l'onda
Arrabbiata.
Cavalca amico,
Non aver
Timore,
Il destriero
Ti aiuterà
A cavalcare
Le onde,
A gridare
Di enfasi,
Il sale
Conserverà
Le tue
Emozioni
E
Il mare
Cancellerà
Le tue
Paure.
È sempre questione di...
Sensi vivi
Emozioni
Passione.
Noi stessi e nulla più
Questo basta
Questo conta
Questa è la vita
Questo vivere è il nostro Essere.
Qualsiasi esso sia amalo!
Vivilo!
E sentili tutti questi sensi
Fatti travolgere
Nessuno rimpianto allora esisterà.
Il profumo della Vita non si dimentica.
Dall'inizio dell'eterno del tempo
sempre è stato detto con parole gentili,
con versi belli,
che il cuore è la misura dell'amore,
che comanda,
ama, soffre,
spera.
No, non è così,
credetemi,
è solo un pulsante muscolo,
che ci spinge a camminare
verso l'orizzonte.
Ma l'anima, che
è un esiguo spazio invisibile,
che contiene ogni nostro sentimento,
bontà e bellezza,
e quando lascia il nostro corpo,
ed ogni tanto,
in un veste luminoso azzurro,
con i capelli lunghi argentati,
con il volto rosa, con che soavità,
appare nei sogni dei suoi cari.
Come te mamma,
eri tu,
sono cerata.
Inebriante, consolante, quasi divino,
gusto, aroma e passione, sollievo.
Disposto a seguire le orme
pur di abbellire l'esistenza, il desiderio;
leggero e mai opaco, fumante.
Odore, odore, profumo, profumo!
Caffè, bevanda raffinata,
miracolosa sul palato
amore invincibile,
discreto e semplice, compagno di ogni evento.
Caffè, già chiamarti è un invito ad amarti!
Il primo appuntamento di ogni sorte,
il primo slancio per tornare in vita
e se staccarsi dal sonno è ipocrisia, sfida,
gustarti è armonia, spesso poesia...
Ricordami!
Festeggiai una nascita. La tua. Volevo che tutti sapessero. E allora, non appena fui avvisato - ero al lavoro - smisi di corsa e con le prime congratulazioni andai al bar di fronte a ordinare per tutti. Poi fu un'ansia interminabile. Volevo arrivare subito, ma c'era del traffico e pensavo a come stavi, a come stava tua madre, anche se mi avevano già rassicurato.
Mentre compravo dei fiori, delle rose fresche, e scrivevo un pensiero su un biglietto che la fioraia aveva scelto per l'occasione, immaginavo per un momento come potevi essere, chi potessi somigliare...
Ricordami!
Festeggiai una parola. La tua prima parola, di appena due lettere, con la quale mi hai chiamato. Avevo atteso con impazienza ciò di cui non avrei potuto più fare a meno, per la gioia e la gratificazione di ogni volta, se per metà hai continuato a pronunciarla spesso anche dopo aver imparato a parlare.
Ricordami!
Festeggiai un dentino. Il primo che ti spuntò. Mi accorsi che avevi qualcosa di diverso quel giorno. Beh! A dire il vero, tu stesso mi facevi
capire che c'era una novità in te, un intruso che ti stava dando un po' di fastidio e volevi da me un aiuto. Non eri contento affatto, ma riuscivi a farmi comprendere che avresti fatto di tutto per sopportare quel disturbatore non venuto per caso. Non so come, ma mi fidavo di te!
Ricordami!
Festeggiai i primi passi. Due, o forse tre, all'impiedi, tu da solo. Ti avevo accompagnato fino a quel momento con la mano che ti faceva
da sostegno, prima che tu hai voluto lasciarla per un attimo. Dopo, stavi per cadere, ma sei stato in grado di cavartela: hai riafferrato quella presa, che, in ogni caso, era lì pronta a proteggerti dalla caduta.
Ricordami!
Festeggiai un giorno di scuola. Il primo per te. Eravamo tutti insieme, con tua madre e le nonne, per le coccole e il commiato. Sei stato
davvero eccezionale! Con serietà e senza dare adito a emozioni, pur comprensibili, ti sei incamminato, senza voltarti mai. Abbiamo
visto un ometto, con una cartella in mano, salire le scale e poi scomparire dietro l'angolo.
Ricordami!
Festeggiai ogni altro momento importante della tua vita che ho potuto e, soprattutto, sappi che avrei voluto continuare
a farlo, anche ora che non ci sono più! Tuo padre.
Ho assaggiato un caffè
che sa di passato
e mi sono perso nel ricordo
della bici rubata,
dell'ansia chetata
dai raggi di un sole prima sordo.
Con i capelli salati
ed il sudore che scioglie
questo ghiaccio nel bicchiere,
ho versato nel mare
ciò che mi fa più male
per riprendere poi a bere.
E fuori dalla finestra,
oltre il fondo di sale,
una bici che ti appartiene.
Come custode del tempo
l'ho protetta con gli occhi,
anche se non ci conosciamo bene.
E se fosse la stessa,
quella che hanno rubato,
che cosa mi trattiene
dal parlarti di un uomo
che si è chiuso ben stretto
con le sue deboli catene.