Poesie personali


Scritta da: Elettra Verganti
in Poesie (Poesie personali)

Rinserro usci e spiragli

Rinserro usci e spiragli
stia lì fuori la vita di chi sa
del fare, il giorno colmo di
faccende e cose. Carpiato
è il giro de la chiave e sto!
Così sto. Clandestina zitta
che non mi trovino il vocio
e i passi del vostro andare

né spierò se esistete nel vero
o se, ombre ingannate, fate
a correre per credervi al mondo.
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    Scritta da: Elettra Verganti
    in Poesie (Poesie personali)

    Non temere vela mia

    Ercole non frange colonne
    atlante ha schiena dritta e
    scilla trascura il suo pasto

    nella mappa antica che la
    mia prua rincorre, i confini
    trascolorano il foglio e nei
    segni incerti vado a palme
    vuote. L'attracco svanisce
    se l'isola d'oro che dispare
    ai bui fondi segue i gorghi

    non temere vela mia, tieni
    l'orsa, non spaurarti ora. A
    dorso di un narvalo, come
    su un destriero infuriato di
    sole, andrai, sazia di vento.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Dietro vetri appannati
      dal fiato di una notte gelida
      intravedo un cielo celestino
      spiando il sole nascente
      in attesa del miracolo
      della luce
      che lenta si accende.

      Tutto tace in quest'ora
      di silenzio mattutino
      di pace

      i passeri non volano nel cielo
      ogni tanto una finestra s'accende
      salutando il giorno.
      Il bus cittadino inizia la sua corsa
      con poca gente
      svegliando il giorno
      che ancora dorme
      per il duro freddo.

      Ho scritto una lettera sul vetro
      non ricordo se era la a o la z,
      la prima o l'ultima di sempre.

      Ogni mattino ci richiama alla vera vita
      se ancora siamo vivi,
      perché se morti altri scriveranno
      l'ultima lettera
      sulla nostra tomba.
      Composta mercoledì 28 febbraio 2018
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Un lontano abbaiare di un cane senza padrone
        rompe la quiete gelida di questo giorno.
        Le foglie si muovono come tante farfalle
        sfruttando le ultime ombre
        in attesa della sera.

        Presto cadranno per baciare la terra
        tomba di vita di tante voci spente.

        Il cane continua il suo pianto triste
        il padrone chissà dove si trova o dove piange
        per aver perduto il pane e il suo lavoro.

        In questi tempi di crisi i ricchi sono più ricchi
        i poveri gironzolano come cani in cerca di ossa:
        uomo e cane si comprendono
        nel dolore e nella fame.

        Il mattino avanza in un cielo limpido,
        l'inverno s'irrobustisce con il freddo.

        Il cane rantola sempre più sommesso
        per la mancanza del suo padrone
        oggi assente.

        Ci sarà una ragione
        quando la solitudine si fa presente.
        Composta mercoledì 28 febbraio 2018
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Sono nato sulla madre terra
          a contatto d'un respiro antico,
          all'ombra di un muro diroccato
          ascoltando il cuore e le ferite.

          Mi ha baciato la luce di ieri
          mi ha abbracciato anche il domani.
          Il mio primo vagito è nel giorno
          in cui nacqui in attesa del tramonto.

          Sono figlio della madre terra
          piena di profondità sconosciute.
          Forse un fauno sarà mio padre
          o un Dio di foreste sconosciute.

          Camminerò su nuvole del cielo
          ascolterò i venti d'oltremare
          maturerò con i frutti tropicali
          per dare un seme alla vita.

          Sono nato sulla madre terra
          a lei ritornerò con mani vuote.
          Grazie per quello che hai fatto
          in quest'uomo senza rancore.
          Composta giovedì 30 novembre 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            La tua voce profonda nella sera oscura
            scolpisce statue di silenzio nel vento.
            Rimbombano tristi i tamburi aragonesi
            dietro le finestre che hai aperto dentro.

            Allunga la tua mano all'ombra del cipresso,
            afferra l'alito di vita racchiuso nell'ombra,
            ascolta la bimba che matura nell'offerta
            della tua verginità da madre sofferta.

            La tua voce profonda nella sera oscura
            ascolta il sibilo del biblico serpente,
            i voli senza sosta dei corvi di noè,
            la breve risposta della bianca colomba.

            Affrettati a carpire il cielo azzurro,
            racchiuso negli occhi di tua figlia,
            forse domani apriranno la porta
            a un nuovo museo della vita.
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              Scritta da: Andrea Calcagnile
              in Poesie (Poesie personali)

              L'interminabile amor

              Il nostro interminabile amore
              non ha mai piagato
              il nostro cuore.
              L'interminabile amore
              è soltanto nostro,
              io e te su questo mondo,
              come due bandiere
              innalzate,
              abbiamo conquistato
              l'inconquistabile.
              Il mio amore piange,
              versando lacrime rosse,
              rosse di felicità,
              rosse come i nostri cuori.
              Le lacrime rosse
              sostentano il mio organismo,
              lui a lungo vivrà,
              grazie a te amore mio.

              Il mio amore
              piange d'amore felice.
              Composta domenica 18 marzo 2018
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