Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

La breve visita

Scese giù
leggera
a chiedermi perché piovesse.
Io non avevo risposta,
non vedevo mai piovere.
Ne piansi piano.
Perché vedevo sempre sole?
Perché pioveva sempre?
Tornai a guardarla.
Portava veli azzurri,
ma non addosso,
al braccio,
come panni da lavare
o da far volare.
Ed era nuda
e bella.
Indossava i suoi graffi
quasi come tatuaggi.
I miei erano diventati tagli profondi.
Come me
si voltò.
- Tu resterai qui,
legato alla tua croce -.
Ed io strinsi di nuovo i nodi
e lì rimasi.
Composta venerdì 27 novembre 2015
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    in Poesie (Poesie personali)

    I dubbi sulle parole degli altri

    Quando mi dicono che sono bravo
    penso che se lo fossi davvero avrei una pagella con tutti dieci,
    ma non ce l'ho.
    Solo in condotta ho dieci,
    e non è un vanto,
    è da perdenti.
    Quando mi dicono che sono educato
    penso che sia solo rispetto dovuto al prossimo,
    ma quando ci ho a che fare,
    col prossimo,
    mi rendo conto che troppo spesso non lo ricambia
    il mio rispetto.
    Quando mi dicono che sono affidabile
    penso che faccio ciò che si deve,
    che forse sono gli altri a fare poco,
    non io di più.
    Ma se invece che darmi tanto da fare
    prendessi un lungo respiro
    e vedessi intorno a me
    mi renderei conto che sono io sbagliato
    e che,
    forse,
    chi mi fa i complimenti
    o mi prende per il culo
    o mi vuole fregare.
    Composta lunedì 30 novembre 2015
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      in Poesie (Poesie personali)

      Località mulino piccolo

      Nel mulino piccolo abitava un nonno
      che aveva nipoti lontani.
      Il mulino è ancora lì,
      lui no,
      ha un posto al cimitero,
      vicino alla moglie.
      Ai lati della porta del mulino
      due panche di sasso
      messe per accogliere chi passa.
      Una vite americana vecchia di cent'anni
      fa ombra alle panche ed alla porta.
      Ma non c'è più il sole di una volta
      e non passa quasi nessuno,
      e chi passa ha fretta.
      La curva del mulino piccolo è quella dove i sassi attraversano il fiume.
      Di giorno
      passaggio di serpi d'acqua.
      La sera
      passaggio di ruffiani,
      sosta di guardoni.
      È il posto per farci l'amore davvero,
      quello in auto.
      Non quello che si fa nelle ultime file al cinema a Bologna.
      Ma non riguarda me,
      non sono qui per questo.
      Io volto le spalle a chi c'è,
      a chi arriva ed a chi parte,
      a chi guarda.
      Io ho un amore nascosto in fondo al fiume.
      È una piccola luce fra i sassi nell'acqua.
      Appare solo la notte.
      E solo a me.
      Composta domenica 29 novembre 2015
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        in Poesie (Poesie personali)

        La lei che fu fatale

        Vive nuda per casa.
        Scende soltanto per le sue serate a invito.
        Ospiti di rango,
        vecchi ammiratori
        che ancora la vedono con gli occhi dell'altro ieri.
        Per l'occasione indossa i suoi capi migliori.
        Si mostra
        si nega.
        Ritorna l'attrice.
        Quella che è sempre stata
        sulla scena come nella vita.
        Ride,
        sorride e recita,
        è prima donna.
        Solo a fine nottata le pesano un po' gli anni
        ed entra nel dramma.
        Ma stavolta non finge.
        Si strappa le vesti per dieci minuti
        poi nuda e incazzata
        risale nelle sue stanze di zucchero.
        Lascia da soli uomini e bottiglie.
        Qualcuno,
        a mattina inoltrata
        porterà via bicchieri vuoti e cuori infranti.
        Composta lunedì 30 novembre 2015
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          in Poesie (Poesie personali)

          Buongiorno e vai

          Ti commento la notizia della radio del mattino.
          Ad alta voce.
          Rispondi che non puoi sentirmi.
          Forse ti stai lavando i denti
          o ti stai vestendo.
          O sei seccata.
          Capisco che non hai interesse.
          Ci ho provato.
          Restano luci acese
          sul tuo percorso in casa.
          Quando richiuderai la porta
          per andare
          io farò il giro,
          come sempre a controllare,
          a sistemare.
          Spegnere tutto e lamentarmi.
          Guardiano stanco di questo focolare spento.
          Composta giovedì 26 novembre 2015
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            in Poesie (Poesie personali)

            Album di ex famiglia

            In questa foto vedo un lui felice
            ed una lei che sogna.
            Lui che le cinge la vita
            e guarda avanti sorridendo
            lei che lo guarda
            tenendogli la mano sulla spalla.
            Foto d'agosto,
            foto di vacanza.
            Se volto pagina vedo una lei col velo,
            un velo bianco ed il trucco adatto per quel giorno.
            Lui rivestito come damerino,
            lui che non sopporta la cravatta,
            né i lacci al collo.
            Ridono,
            forse per gli altri,
            a testa bassa fra chicchi di riso,
            applausi ed urla
            uscendo dal luogo in ombra
            dove hanno firmato il gran contratto.
            Foto di giugno,
            foto di suggello.
            L'ultima pagina li mostra due più uno,
            hanno il sorriso,
            ma giusto per l'arrivo.
            Guardano entrambi il terzo,
            non l'uno dei due.
            Hanno il sorriso a colla.
            Non l'hanno fatta volentieri
            quella foto.
            Il resto manca.
            Finisce tutto lì.
            Pagine bianche fino alla copertina.
            Composta mercoledì 25 novembre 2015
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              in Poesie (Poesie personali)

              La donna ai piani

              Non lo so
              se faccia quel mestiere perché non ha di meglio,
              oppure per sua scelta.
              Passa a pulire quando la stanza è vuota,
              dopo qualche ora.
              E non ci fa più caso
              se il letto è stato testimone di un amore,
              di un tradimento,
              o di una prestazione a prezzo.
              Gli basta il colpo d'occhio.
              Se è molto sfatto c'era la passione,
              se invece è quasi a posto c'era la professione.
              Ma poi chi se ne frega.
              Basta lavorare.
              Li sente
              mentre passa per i corridoi.
              Le grida,
              i lamenti di piacere
              e tutto il resto.
              Le liti all'improvviso
              per le richieste non previste.
              Le promesse mai negate in quei momenti
              che diventano parole rinnegate a fine tempo,
              fuori dalla stanza.
              E poi li vede andare in fretta.
              Qualcuna torna ad invitare il prossimo,
              altre hanno un marito che le aspetta.
              Una moglie.
              E poi ci sono quelli che vanno lì da anni.
              Prima da amanti.
              Ed anche adesso,
              che sembrano due sposi che lasciano a casa un marito ed una moglie,
              e tornano sul luogo del peccato originale.
              Che dopo anni sembra più il luogo del misfatto.
              Chissà perché lo fanno.
              La incontro spesso quella donna ai piani,
              che dà il buongiorno con un cenno a testa bassa,
              certo per far pensare che non vede.
              O forse è il suo modo di salutare
              uno che va lì spesso.
              E sono quasi certo che non si chiede mai
              perché non prenda camere e sia solo.
              Percorra il corridoio
              ed arrivato a quella stanza
              faccia come per bussare,
              mi fermi un attimo
              e poi ritorni indietro.
              Così da tempo.
              Composta mercoledì 25 novembre 2015
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                in Poesie (Poesie personali)

                A casa in due

                Anche se quello che pensi di me è sbagliato
                non posso impedirti di pensarlo.
                Conta così tanto per te il sentito dire,
                anzi
                conta solo quello.
                È l'unico parlare che capisci.
                Non so se sia perché sono gli altri a chiacchierare
                o solo perché ti piace farmi male.
                Non passa giorno che non torni
                (ed io mi chiedo perché torni)
                col tuo raccolto di parole
                da sputacchiarmi addosso.
                Invece che ascoltarti mi pulisco il viso.
                E forse è meglio.
                Del resto quello che dici è solo il ripetuto ritornello
                di una canzone che ormai conosco a mente.
                Se ti avvicini troppo poi mi tappo il naso
                per non sentire il puzzo che ti esce dalla bocca.
                Da quella bocca
                che per disgrazia ho anche baciato.
                Quel giorno che non ero io...
                Purtroppo so però per certo
                che tu eri tu,
                e tu rimani.
                Mentre io
                non so chi fossi.
                Composta mercoledì 25 novembre 2015
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  In servizio

                  Sarà pure capitato
                  ai più sensibili di voi
                  di farci un po' un pensiero
                  quando andate a ritirare un corpo steso
                  o appeso,
                  di chiedervi come sia morto
                  e quando,
                  e magari anche il perché.
                  Chiedetevi invece come è vissuto
                  prima di quel momento.
                  Come è stato fatto vivere.
                  E da chi.
                  Chiedetevi se non è anche un po' colpa vostra
                  e magari vergognatevi.
                  Composta mercoledì 25 novembre 2015
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