Poesie personali


Scritta da: Rosarita De Martino
in Poesie (Poesie personali)

Nuovo viaggio

I cavalli del pensiero scalpitano
e liberi li lascio
per nuova partenza.
E, ritornando
nei luoghi di mia giovinezza,
m'immergo
dentro il fulgore
del creato.
Ecco sorvolo l'Etna
innevato.
Al sole siculo
luccicano le spumose
onde di Acitrezza
che si frangono,
in lavica scogliera.
Nel bosco di Milo
respiro balsamico
profumo di resina
e gioia di amicizia.
E ora sazia
di cosmica armonia
intono la mia lode
a te Dio, mio Signore.
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    Scritta da: Nicola Antonicelli
    in Poesie (Poesie personali)

    E, Saigon ride

    Si smarrisce il tempo, il cielo infinito, turbolento
    Il filo, il filo che lega foglie e sentimento.

    Saigon è musica, nulla tace il silenzio
    S'ode nell'aria, pacifici imbrogli.
    Tra due ruote, tre ruote, quattro ruote e tanti piedi,
    scalzi piedi, mani nude, paglie e palme, freschi frutti.
    Saigon mare, Saigon amore, Saigon terra.
    S'eleva tra vetro e cemento, tra verde e sgomento.
    Questa gente ama i colori,
    questa gente prega in silenzio,
    la loro voce è un canto.
    Il filo lega foglie e vento.
    L'odio muore,
    Saigon sorride.
    Composta martedì 13 ottobre 2015
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      Scritta da: Nicola Antonicelli
      in Poesie (Poesie personali)

      Al mio amico Giò

      Mani in tasca, sigaretta in bocca,
      capello sciolto, barba incolta,
      sguardo truce, voce di marmo,
      spacca la strada, gesto tiranno.
      Passa Giò, l'americano

      Chi c è sotto la corteccia d'un ceffo da galera?
      Sguaina una fiamma, ch'è può esser gemma.
      Cartaccia e collant della sua bella.
      Risa di melagrana, urlo di falco,
      Giò l'americano. Saette e lampo.

      Strada di luna, pescatore dei ghiacci, nascondi e scappi, non lasci una traccia.
      Hai volato pe mondi, la tua valigia è dura.
      Giò lascia il segno, amiconemico
      senza remore senza inganni.
      Composta martedì 13 ottobre 2015
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        Scritta da: Giuseppe Cutropia
        in Poesie (Poesie personali)

        Figlia del mare

        Tra il luccichio di una candida Luna
        nel lento danzare delle onde,
        in quella spuma di mare

        Sei nata tu.

        Nei tuoi occhi
        un bacio lasciò il mare,
        donando a loro la meraviglia
        dei suoi colori.

        Sulla tua pelle
        una setosa morbidezza si sposò
        col chiarore di un raggio di Luna.

        Le tue labbra
        dolce sapore di foce, che abbraccia
        l'intensità del mare.

        Le tue mani
        un dolce tocco
        che come onde accarezzano il
        mio viso,
        lasciando il desiderio del loro ritorno,
        su questa spiaggia che è la mia anima.

        Il mio sguardo
        arrossisce davanti a sì tale bellezza,
        quasi impacciato nell'ammirarla.

        Un mio bacio
        bagnato e sfuggente,
        brama il sapore della tua dolcezza.

        E una carezza
        sfiora tremula questo tuo viso,
        in un dolce ondeggiare del mio
        amore per te.

        Un amore,
        arenato nel desiderio stesso di
        amarti.

        Ed io

        ogni notte mi reco a contemplare
        questo mare, che al mio cuore ti donò.

        Un cuore
        che si perde in un giro di Luna
        solo per cercare ancora una volta,

        il dolce riflesso del tuo viso.
        Composta martedì 13 ottobre 2015
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          Scritta da: Giuseppe Cutropia
          in Poesie (Poesie personali)

          Un abbraccio

          Un abbraccio
          un eterno attimo di felicità.

          Ed io sono qui,
          a respirare tutto di te
          la tua pelle, l'intera tua essenza.

          Tu che sei l'eternità,
          in questi occhi che si chiudono
          solo per poter stringere anche la
          tua anima.

          Una luna,
          a custodire questa magia.

          La magia di un amore,
          un amore nato sotto un cielo privo
          di stelle.

          Ma cosa importa

          l'unica stella che brilla nel mio cuore, è qui
          tra le mie braccia.
          Composta martedì 13 ottobre 2015
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            Scritta da: Giuseppe Cutropia
            in Poesie (Poesie personali)

            Flebile fiamma

            Solo la flebile fiamma di una
            candela,
            che lentamente si consuma.

            Minaccioso il soffio di questa malinconia,
            che tenta di oscurare questo cuore
            desideroso di poter scrivere di te,
            ancora una volta
            prima che la notte scenda sui miei occhi.

            Un foglio bianco innanzi a me,
            attende quelle emozioni che parlano
            di te.

            Ma solo una parola il mio cuore
            pronuncia, il tuo nome.

            Un nome che riecheggia
            in ogni stanza del mio essere.
            Composta sabato 10 ottobre 2015
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              in Poesie (Poesie personali)

              35meno

              Lo sai che se mi guardo,
              come sto facendo adesso
              seduto a vestirmi
              di prima mattina,
              vedo due gambe stanche,
              stanche di portarmi addosso.
              E sento l'odio di una schiena costretta a stare dritta,
              sempre sugli attenti,
              anche per chi attento non lo è mai stato troppo.
              Vedo la mia pelle lenta,
              fatta di più età.
              Le piccole vene che salgono in superficie.
              E non mi serve il documento
              per darmi gli anni che ho.
              Ma subito mi viene da guardare chi mi dorme accanto.
              Coperto dal lenzuolo respira un corpo con la pelle di velluto
              venuto in vita quando io ero già quasi stanco della mia.
              In lei c'è il meglio del meglio che abbia avuto
              ed anche sognato.
              È in una sola donna.
              In una donna che sembra trovare tutto in me
              anche se io in me non trovo quasi niente.
              In una donna che mi riempie di affetto
              di attenzioni,
              mi chiama il suo tesoro.
              Una donna che fra non molto mi sorriderà il buongiorno,
              e da quel momento in poi io sentirò il suo abbraccio,
              il suo profumo,
              la sua presenza.
              E mi sentirò "in due".
              Che poi per lei sia tutto vero,
              che sia così matta da pensarlo,
              crederci,
              o che tutto questo sia finto
              e sia io il matto a vedere tutto vero,
              è sempre il più bel buongiorno che potessi mai cercare
              e soprattutto meritare.
              Composta sabato 10 ottobre 2015
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                in Poesie (Poesie personali)

                Le riflessioni del custode di cuori

                Sento dentro di me ogni battito del cuore d'altri,
                per tutto il tempo della loro vita.
                E se sono sfinito
                è perché ho le loro stanchezze.
                Quando ho vigore è per aiutarli nel loro fare.
                Sorrido delle loro emozioni
                e mi spengo nelle loro tristezze.
                Quando amano mi faccio da parte,
                sarei inopportuno.
                Un cuore in più.
                Quando odiano amo il loro odio,
                lo condivido,
                perché sono cuori buoni e giusti,
                hanno di certo le loro ragioni per odiare,
                ma sono spesso perdenti,
                destinati al crepacuore.
                Vivo della loro vita
                e sento quando si fermano per sempre
                e mi danno riposo
                ed ansia,
                dolore di lutto.
                E lasciano posto ad un cuore nuovo.
                Che prima o poi arriverà.
                Composta sabato 10 ottobre 2015
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Il pezzo di luce

                  Porto sempre con me un pezzo di specchio,
                  per vederci il mondo dentro
                  o vederci me.
                  Per guardarmi il colore del fiato
                  o per tenermelo davanti al viso
                  con gli occhi chiusi,
                  e scommettere con me che non li aprirò
                  chissà per quanto tempo.
                  E perdere,
                  perché per quanto tempo non li aprirò io lo so,
                  o forse no.
                  Porto sempre con me un pezzo di specchio
                  per potermi incidere la fine rossa
                  quando sarò stanco di vedermi e di vedere
                  e di perdere le mie scommesse,
                  che vinca o perda.
                  Composta sabato 10 ottobre 2015
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