Poesie personali


Scritta da: Rosanna Russo
in Poesie (Poesie personali)

Ozio dell’anima.

Stropiccio il mio presente
riordino pensieri sdruciti,
fermo è il tempo questa sera,
precipitano scivolando lente,
cascate di mute parole.
È un tuffo nei ricordi,
tra le onde dei moti del cuore,
nel rosseggiante tramonto.
Quale dolce ozio per l'anima,
tèssere emozioni perenni.
Composta martedì 11 agosto 2015
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    Scritta da: TERI VOLINI
    in Poesie (Poesie personali)

    Api e Abissi

    Protetti da un alto cielo primordiale
    scintillante di stelle
    quella notte nell'isola remota
    dal verdeazzurro mare di cristallo

    che in un mitico tempo attraversarono
    le chiare vele e i crudeli argonauti
    riposammo
    sopra un letto di sabbia grigia
    dall'incerto tepore.

    Al levare del giorno - mentre ancora
    il più lucente pianeta non era tramontato -
    nelle onde tranquille sotto gli scogli a picco
    impavidamente scivolammo
    dirigendoci a sud.

    A un comune segnale
    nelle acque più fonde ci spingemmo
    tra rocce ferrigne di verdi muschi
    e di lichéni incrostate.

    Al centro di una radura che limpida si apriva
    in mezzo al blu più intenso
    un fiore animale sessile dai tentacoli azzurri

    si allungava per catturare il suo pasto: un'ombrina
    brunovioletta dalle cangianti squame.
    L'occhio tondo impietrito dalla imminente fine.

    Poco più in là - nel flusso leggero delle acque terse -
    muoveva i lunghi polipi un intero campo
    degli stessi elegantissimi antozoi
    in una spettacolare oscillazione.

    Lame di luce balenavano dall'alto
    un prato di stelle fluorescenti rivelando
    alghe conchiglie e altri esseri sottomarini
    dai vivaci colori e d'ogni forma e grandezza.

    Tra gusci di madreperla e ingannevoli attinie
    un serpente di mare si affrettava sinuoso al suo rifugio.

    Appartate dietro un masso precario
    due seppie erano intente ad accoppiarsi
    e un piccolo ippocampo con fervore preparava
    unitamente alla compagna una splendente
    divisa materna.
    In quell'arcano mondo di esseri silenziosi
    nel gioco della natura che sempre si perpetua

    anche il corteggiamento si esprimeva
    con la delicatezza di una danza.

    Nel silenzio delle subacquee foreste
    un immenso giardino si espandeva ondeggiante
    e una calma singolare vaga si diffondeva.

    Nuotiamo adesso in senso orizzontale:
    ecco i Crinoidi
    ancestrali abitatori dei mari dalla forma
    di calice o di fiore.

    Nell'armoniosa struttura rivestita di calcare
    conservano preziosa la memoria primaria
    di ère lontanissime a noi ignote.

    Ciuffi di vorticelle dal corpo campaniforme
    dividono il fondale con i pesci pulitori
    con i campi ricchi di Cordelie

    e d'altre alghe multiformi che popolano
    le acque salmastre.
    Mentre passiamo zigzagando leggeri
    tra appezzamenti di Peyssonelia rossa
    e talli di Collium
    dei piccoli Asteroidi dal corpo rossoarancio
    sembrano bearsi sulle rocce sommerse
    allungando distesi le trasparenti appendici.

    L'habitat dei fondali dell'arcaico mare
    si dispiega in tutta la sua traboccante ricchezza
    con pianali di conchiglie dai nomi effervescenti:
    Cardium Edile o Dolium Galea
    Spondilus Imperialis Murex e Cassis Rufa.

    Fa la sua apparizione una murena
    poi si nasconde dietro una paratia rocciosa
    mentre un gambero rosso cattura svelto
    la sua preda guizzante.

    Attraverso le trine leggère della colonia a ventaglio
    di una splendida Retefora vestita di ocra gialla
    un Nautilus esce cauto dalla sua casa
    di madreperla.

    Tra un gorgoglìo di bollicine in salita
    qualcosa si muove confondendosi
    tra sabbia e massi
    mentre uno scorfano imponente appare
    nel liquido orizzonte.
    Sotto il mare una livrea mimetica è comune
    per difesa o per attacco!

    Procediamo tranquilli.
    La colonia più attesa non delude

    Un intero fondàle in formazione a ombrello
    ci sorprende e cattura.

    La fioritura del Rubrum è iniziata.
    L'abbagliante sboccio
    delle miriadi di polpi di corallo rosso.

    Vorremmo restare qui in contemplazione
    fino a che i rami non siano del tutto fioriti.
    Ma non c'è tempo!

    Un'ombra immensa sopra di noi veleggia:
    sembra avvolgerci nella sua cappa plateale
    una manta dalle nere larghe ali.

    Appaiono improvvise le meduse
    simili nelle complesse strutture a trasparenti
    navicelle spaziali.
    Ci allontaniamo per scendere più in basso.
    Una lampreda dalle sette branchie specchiate
    ci affianca curiosa per un tratto. Poi risale.

    Le pupille si vanno dilatando per l'assenza
    progressiva e inevitabile della luce
    e la magnificenza della scena.

    Trasparenti Cariophille dal cuore luminoso.
    I limpidi tentacoli dell'Hydra Speciosa.
    Colonie di madrepore gorgonie
    e una siepe di Aglaphènie dall'aspetto
    fragile e leggiadro.

    Mentre avanziamo obliqui verso gli abissi più scuri
    ci sfiorano minuscole Cypris dal guscio bruno turchese.
    Scorgiamo lampi fosforescenti
    orlarne a tratti le strutture tondeggianti.

    Ci aleggiano d'intorno sprazzi argentei
    Scintille d'impalpabili pulviscoli.
    Un protoplancton essenziale dappertutto
    fluisce lento e colorato. Denso e vitale.

    Oltre ancora nelle tenebre assolute
    un branco di piccoli pesci dal nome baldanzoso
    col loro stesso corpo danno luce ai fondàli.
    Si compattano insieme per sfuggire
    a più forti antagonisti nella scelta incessante
    per la vita o per la morte
    che impone di esser prede o predatori.

    Siamo già pronti a risalire in superficie quando
    sotto il riverbero della lampada portatile
    qualcosa brilla nella sabbia smossa.

    In un coccio corroso e scolorito
    per la salsèdine e i millenni trascorsi
    dal momento del suo oscuro naufragare
    si manifesta il frammento d'oro di un gioiello
    - orecchino o pendente -

    Ne rimane visibile la sola parte mediana
    e la mancina: il lato del cuore! Di civiltà lontane
    e ormai scomparse il sigillo prezioso.

    Per un attimo lunghissimo e straniante
    sostiamo rapiti in uno spazio esclusivo
    fuori dal tempo usuale.

    E ascoltiamo
    di Saffo dolente per amore gli accorati canti.

    Vediamo
    delfini azzurri
    torelli e fanciulle intente insieme ai maschi
    alle incruente corride.

    Lunghe navi scure in colori vivaci dipinte
    solcare operose e pacifiche il mare delle Cicladi.

    Scorgiamo
    nei palazzi a terrazze dalle rosse colonne
    dame sottili tutta scollatura dalle splendide vesti fruscianti nei tessuti a mano.

    Disegni in porpora e gonne scampanate
    in evidenza le avvenenti signore
    mostrano i seni la vita e l'ombelico
    deliziosi segnali di bellezza e di fecondità.

    D'alta oreficeria i loro gioielli preferiti:
    spilloni braccialetti collane pendenti ed orecchini
    con petali fiori foglie gigli labris
    e piccole api d'oro puro.

    Da quella dimensione straordinaria
    uscimmo ritornando poi mèmori e grati
    all'abbraccio arcano degli abissi marini.
    In nessun altro luogo avremmo desiderato trovarci
    se non nell'amnios salìno immenso e misterioso
    che di quella visione ci aveva fatto dono.

    Capace di annullare le barriere
    del tempo e dello spazio con la sua fluida
    trascendentale energia.

    Nell'abbraccio simbiotico dell'Oltremare
    da cui tutto provenne.
    Nel guscio nero e perfetto che al nostro corpo
    amorevole aderiva

    la Quiete dello spirito assumeva
    uno spessore intenso - traslucente e liquido -
    Tangibile. Inesprimibile.

    Un Ordine di bellezza e perfezione.
    Lo stato specialissimo e inviolato
    dei momenti più sacri.
    Composta mercoledì 12 agosto 2015
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      Scritta da: Marco Torre
      in Poesie (Poesie personali)
      Nel vitreo mattino
      che erodendo sfiorisce,
      traspare
      degli anni sbiaditi
      l'immagine lieve.

      Un'onda,
      un'altra onda,
      uno scorticar di scogli,
      un gorgoglio.

      Ed è continua risacca.

      Spando dei miei inverni
      il ricordo
      che trasluce.

      E di te,
      solitudine,
      le gelide braccia
      recingo.
      Composta mercoledì 5 agosto 2015
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        Scritta da: Rosanna Russo
        in Poesie (Poesie personali)

        Rimarrà solo la tua assenza.

        Ancora una volta l'ansia mi assale,
        si sgretola il tempo alla stazione -
        conto i minuti in vista dell'orario
        e quell'acuto sprezzante fischio
        come una lama mi trafigge il cuore.
        Il treno incurante del dolore
        ti porta infine lontano da me.
        Di te rimarrà solo l'assenza.
        Composta giovedì 6 agosto 2015
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          Scritta da: Marta Emme
          in Poesie (Poesie personali)

          Il sussurro della montagna

          Penetrare i misteri della montagna
          è entrare nelle pieghe della memoria
          di chi in quella terra è cresciuto
          e ai suoi inverni s'è temprato.
          Descrizioni ed emozioni che già sono preziosamente conservate
          nello scrigno dell'umanità. * (i libri)
          Ciò è essenziale, dacché
          non è più moderno amare il Padreterno,
          né al divino è da sottender
          perché "IO" è diventato l'equivalente;
          allor discerner è parso più esaltante;
          ma s'è mostrato poco lungimirante.
          Così, nell'abbandono, la montagna soffre
          per quest'uomo così folle
          che vale assai meno delle zolle
          che ha cementificato nei pendii
          e lungo il colle.
          E in un sussurro all'uomo dice che,
          è giunta l'ora di tornare in sé
          e riconoscer nella sua maestà
          la possenza di un'Entità
          che non si può insultar,
          ma sempre rispettar.
          Composta martedì 11 agosto 2015
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