Poesie personali


Scritta da: Fabio Resta
in Poesie (Poesie personali)

Dentro di te

Impetuoso Amore, ti travolge, ti entra dentro
senza chieder permesso, si radica in te
attraverso l'anima, nutrendo il cuore con parole e sentimento nuovo, mai provato prima d'ora.

Confusa, stordita, disorientata cammini verso di me, su questa terra a te sconosciuta, aggrappata all'istinto che ti guida nella mia mente.

Difficile è abituare la mente a ricevere felicità,
amore, passione, quando da tempo il corpo
ormai assopito, crede che tutto ciò sia frutto di un sogno a metà.

Sento sollevare la pelle, vicino a te,
come un vulcano che si prepara ad eruttare,
da prima la terra inizia a tremare,
poi a muoversi, ed in fine lascia uscire la sua forza,
... senza lasciar respiro.
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    Scritta da: Ichthys
    in Poesie (Poesie personali)

    Sto arrivando

    Sto arrivando.
    Sarò semplice come una foglia.
    Vedrai solo la mia superficie
    ed io solo la tua,
    ma basterà a meravigliarci.
    Rinnegherò tutto quello che non serve,
    tutto quello che non devo mostrarti.
    Resterà l'essenza del mio amore,
    più semplice di una foglia.
    Mi sono staccato dal mio albero
    pieno di foglie e malattie
    e sto arrivando da te, mia terra.

    Sto arrivando.
    Sarò leggero e quasi indolore
    quando cadrò su di te.
    Non ora, non domani,
    forse solo tra mille anni,
    ma arriverò, prima o poi.
    Aspettami lì e non fuggire,
    perché sento che i nostri destini
    vogliono che marciamo insieme.
    Mi sono staccato dalla mia vita
    piena di anime disperate
    e sto arrivando da te, mia terra.
    Composta domenica 14 giugno 2015
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      Scritta da: www Alloradillo it
      in Poesie (Poesie personali)

      Natale di Solitudine

      Come un sacchetto, abbandonatouomo segnale cartello solo
      nella grande piazza, rollando
      arrotolatolandomi su me stesso
      sospinto dall'aria
      vado incontro al vento,
      alle tante persone
      che fanno così ingombrante
      la mia solitudine.

      Scontrandomi con ostacoli
      figure indifferenti
      che di sfuggita,
      distratti dalle vetrine
      vedono un rifiuto passare.
      M'ignorano, anonimo
      Io, solo
      volo via finché c'è vento.

      Non è aura di bell'alba,
      ma ventaccio ghiacciato sulle orecchie,
      congelate dal suo battere senza pietà:
      Poter almeno sentire
      una musica alternativa
      ai jingles di Natale!

      Come ogni anno nella piazza
      un grande albero è addobbato
      a festa:
      puntuale il Natale
      decora la mia persona
      di solitudine.

      Mi siederò ancora qui
      sui miei cartoni
      a farmi guardar storto
      dalla gente felice
      come gli rovinassi la festa
      solo perché con una mano
      cerco un contatto
      domando timidamente
      una piccola moneta.

      Natale,
      l'anno sta per finire:
      donerà solo un altro inverno,
      sempre più ghiacciato
      dai cuori della gente.
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        Scritta da: Vito Rattoballi
        in Poesie (Poesie personali)

        Sono diventato cieco...

        Scrivo la parola che mi confonde
        seguo un tripudio orrendo, fosco
        la stupidità è la forza
        non si può scendere le scale e non scrivere la pagina
        attraversare l'infinito con le braccia alzate
        prendetevi in giro, se potete
        prendere una nota con un vibrafono
        aggiungere l'incalcolabile suono
        presto il sogno ti prenderà
        raccontare l'inesistente
        aggiungo in una miscela di sale
        senza le parole il segno è inutile.
        Sono diventato cieco dei petali delle tue rose,
        mentre raggiungo le musiche del tuo tempo.
        Composta martedì 23 giugno 2015
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          in Poesie (Poesie personali)

          Forte su flavi campi picchia il sole

          Forte su flavi campi picchia il sole
          raro è qualche albero ombroso
          nelle gole rapaci diurni roteano
          rocce corruscano su declivi feraci.
          Giorni ferventi forieri d'afa
          per frescure in moratoria e lontane
          invieranno tutti ai monti o al mare
          si vuoteranno piazze e strade
          più tra i greti morderà l'arsura.
          Ciclico e uguale tutto si snoda
          nelle sue forme e nei suoi modi
          ripetibile scorre il nastro
          del tempo con le sue stagioni
          e nulla nel suo fluire lo muta.
          Chi va altrove in cerca di ristoro
          non fiuta il destino, miope poco vede:
          i bessi sognano bronzature invidiabili
          che diano nuova tonica all'eburneo corpo,
          i frugoli, sull'arenile intasato,
          (non contaminati da dolori e delusioni)
          armeggiano con i loro attrezzi
          friabili mura di cinta e torri erigono;
          si raccolgono pinoli, si vola su bici
          si bivacca tra boschi e si respira.
          Verrà poi la brevità del giorno
          consueta e in leggerezza
          la malinconia dell'autunno
          il freddo e l'uggia dell'inverno
          e si aspetterà di nuovo
          di partecipare a un'altra estate.
          L'egro ermo pensare del vecchio solo
          che non a garganella
          ma a gocce di vita si disseta sa
          e non ignora che non solo a scaglione
          ma pure a caso immite la morte viene.
          Sul contingente attuale e stagionale
          ci imbarchiamo e sbarchiamo
          acciuffando pezzi di vita che passano
          con un cuore sempre più disabitato.
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