Poesie personali


Scritta da: realtà
in Poesie (Poesie personali)

Il saggio

Come un vecchio
senza tetto
sta'seduto
sul cemento,
freddi sguardi
dei passanti
i qui volti
paion spenti,
ma in realtà
gia quasi disprezzanti.
Il vecchietto
il qui soggetto
non resta spento,
dopo qualche ora
di bel tempo
studiato di loro
il comportamento
e accettato oramai
come senzatetto,
si rialza dal cemento
e si incammina
con il vento
verso il proprio
gran bel tetto.
dello studio
appena fatto
ha su questo
riflettuto
e la propria conclusione
sulle tante persone
e'che senza penitenze
giudicano anche solo
alle apparenze.
Composta giovedì 28 agosto 2014
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    Scritta da: L. Orlandi
    in Poesie (Poesie personali)

    Cielo pallido

    Attraverso ubriaco,
    con le dita coperte di vesciche
    e le braccia quasi insensibili,
    ma sul cielo pallido crepuscolare
    non trovo la vita che cercavo.

    In qualsiasi situazione di responsabilità,
    le leve del comando sono sempre
    più in alto ed io mi lascio cadere,
    dagli effluvi di un'alcolica visione,
    ad un'amaca di rassegnata apatia.
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      Scritta da: Rossella Porro
      in Poesie (Poesie personali)

      Nostalgia

      E conosco
      io sola
      le radici nascoste
      che legano questa mia fragile esistenza
      al tuo pensiero
      le mille e mille volte
      in cui le parole
      come un soffio leggero
      si sono dissolte
      sotto il tuo sguardo
      io sola conosco
      le strette catene
      del non essere abbastanza
      l'illusione che tutto
      possa trovare ristoro nel niente
      e conosco io sola quell'amaro
      sapore che accompagna
      i miei giorni lontano dai tuoi.
      Composta martedì 26 agosto 2014
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Solo i grilli accompagnano questa sera
        fatta danza d'illusioni nel cuore,
        eppure la strada mi chiama ad ascoltare
        orme di piedi nudi.
        Sono andato tutto il giorno col sole
        ho ascoltato le donne cantare
        ho sentito l'uomo pregare
        con l'acqua del ruscello.

        Si è illuminato il giorno grigio
        si è fatta statua la forza del grido;
        poi è apparsa la notte
        con pipistrelli bagnati di pioggia.

        Verrò fino a te, stella lontana,
        Aspetta - mi dice - il tempo è poco
        per due cuori chiusi in un flauto.

        Così passa anche la notte
        con l'ombra matura delle stelle.
        Aspetto la voce dell'aurora
        nata dal sonno di proverbi antichi.

        Suona la fragile canna della vita
        con la certeza che questa mia sera
        si chiama "pace nella quiete".
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Il pane del mondo è la speranza
          alimentata dalla pazienza dei poveri
          ridotta sterile dalle risate dei ricchi
          sempre casta nel cuore dei piccoli.

          Ci inginocchiamo come uomini seri
          davanti al mondo con occhi di stelle.
          Diciamo parole vecchie di sgomento
          all'uomo nuovo che nasce vergine.

          Il frutto della terra avanza con fierezza
          su strade millenarie di sofferenza
          dove l'uomo riposa in pienezza
          uccidendo l'ombra di se stesso.

          Camminiamo ancora su stampelle
          burattini di un circo senza sfondo.
          Il mondo è ridotto nascondiglio
          di uomini col fiore all'occhiello.

          Il pane del mondo è la speranza
          nata con i gridi del parto.
          Non morirà coperto di ferite
          questo nuovo volto di carne.

          Ritiriamoci silenziosi dalla festa
          il rumore mortifica l'allegria.
          Sulla scala verticale della vita
          non c'è posto per l'uomo fratricida.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            in Poesie (Poesie personali)
            Sulla spiaggia deserta della vita
            seduti sul muro delle onde
            guardiamo il mondo negli occhi
            gonfi di lacrime e ricordi.

            In due non si gioca sull'arena:
            la vita è un sussulto di speranza
            un rincorrere il giorno maturo
            camminando col cuore su due corde.

            Raccontiamo la storia di sempre:
            adamo ed eva con la mela nella gola
            un pizzico di lingua di serpente
            una brezza soave che consola.

            Tu, donna, racconta la tua vita
            tessuta di veli bianchi di luna.
            I tuoi baci sono schiocchi di frusta
            sulla bocca arsa di paura.

            Tu, adamo, rinnovati nello specchio:
            guarda nei suoi occhi il tuo mattino.
            Il corpo non conosce l'amarezza
            di una stella caduta nel cammino.

            Sulla spiaggia piena di ricordi
            seduti sul rumore delle onde
            scriviamo la vissuta esperienza
            di sposi senza alba né tramonti.
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