Scritta da: L. Orlandi
in Poesie (Poesie personali)
Ri-comincio
Benvenuto al nuovo, all'onesto e
alla pulizia dell'anima.
Sorseggia poche parole e
sorridi alla vita!
Composta venerdì 22 agosto 2014
Benvenuto al nuovo, all'onesto e
alla pulizia dell'anima.
Sorseggia poche parole e
sorridi alla vita!
Ronzio assordante
prende forma alchemica
uomo nuovo
dell'era futura.
Inizio della terra
nel nuovo millennio.
Su città lacerate
dalla vergogna
lucide di scortesie
ci schiantiamo
in un frenetico calpestio
di ossa agitate
incerte
eccessivamente addomesticate.
Ci rincorriamo
scalciamo
e proviamo
sino all'imbrunire
quando, sfiniti
non sappiamo più
mentire a noi stessi.
Prateria
sei il centro celestiale del mondo,
con i tuoi contorni fulgidi e favolosi
che ti risplendono e ti colmano
di magnificenza esclusiva.
I tuoi bordi
sono un paese di fratellanza,
costituito da:
colline, pianure, fiumi,
laghi e montagne,
dove regna la pace e la solidarietà.
Prateria
i tuoi aghi verdi
mai saranno acerbi
ma, sempre lucenti e nitidi.
Ogniqualvolta la mia anima
sarà triste
e il mio cuore travolto
di malinconia,
verrò a visitarti,
per contemplare le tue beatitudini,
per ascoltare il tuo eco
sostentato dall'aria,
per distillarmi e rivivere.
Mi basterà trasformare
un tuo suono
in uno spicchio di gioia,
per quanto immensa sei prateria.
Così invano mastico il tempo
privo di sapore
con la bocca asciutta
arsa come deserto
terra senza pioggia
labbra senza baci!
Oh vorrei
incatenarmi a te
portare i tuoi pesi
i tuoi dolori
le tue ansie!
Sono anche mie,
sono tutte nell'anima
sono fluido vivo
brividi che percorrono il corpo
nei miei tessuti
i tuoi vissuti
nelle mie vene
il tuo sangue
linfa del mio corpo
sei!
Finché sarai lì
in quel posto non tuo
non mio,
io vivrò a metà
diviso dalla distanza
accarezzato dalla speranza!
Io ti amo.
Timido silenzioso il tempo irrompe,
lasciando scivolare le lancette dell'ora.
Il tempo finisce,
sparisce chi animava la terra
buia e silenziosa arida d'amore.
Nei nostri occhi
s'insinuano i giorni e le notti
desideri e ricordi
Vagamente ubriachi del profumo del mare
guancia a guancia
anima con anima
vaghiamo fiduciosi in direzione della rosa
Non sarà solo un'isola la nostra grande meta ideale
Non sarà solo la terraferma la nostra più grande meta finale
Non saremo bagnati da piogge senza memoria
L'unico premio sarà un respiro unico e infinito
mentre ci specchiamo in un eterno batter d'occhi.
Come vorrei
che nel mondo vi fosse pace e non guerre.
Come vorrei
in una stretta di mano
non vi fosse razzismo.
Come vorrei
ascoltare il canto
dei cherubini
volteggiando sul nostro pianeta
l'amore nell'esser fratelli.
Come vorrei
un cenno Celeste,
convertire le nazioni.
Come vorrei
in ogni bimbo
germogliasse un sorriso...
segno tangibile d'amore e di amicizia!
La stringo, mi guardi
dimmi, come è il mio mare oggi?
agitalo con rinnovato ardore
lascia che il tuo vento mi porti con se
assieme navigando sull'onda
nell'avventura verso nuove mete.
Guarda amore
ti ho portato dove sono nato
un'altra alba colora il cielo
l'aurora come d'incanto ravviva il sogno
tocca questa pietra che i miei avi hanno riposto
il tempo l'ha segnata con solchi e crepe
nella storia d'atri vissuta
vi è celato l'intimo di imponderabile Dio
a piene mani il dono ha diffuso
in questa terra che l'onda accarezza
il pino profuma e il sole risplende.
Vedi quella casa dalle ante socchiuse
li nell'accogliente ombra di una sua stanza
ho visto la prima luce del sole di luglio
mentre brezza dal mare mescolava
al profumo del pino sapore d'alga e mare.
Il soffio dell'alito del tempo
tra gli anfratti di muri corrosi
nel profondo silenzio lento avanza
filtra dalla finestra aperta
irrompe nell'aria mescolandosi
al nuovo battito del mio cuore.
Questa è la mia terra
dolcemente a ritroso cavalco l'attimo
come atteso eco il mio ieri irrompe
sopiti ma intatti ricordi non mutano le cose.
Travolto, come troppi altri, da anonime scelte
ritrovo qui la pace che ho cercato sui lastricati del mondo
di posti nascosti in solitario delirio
tra dune di rosso deserto e l'onda blu del grande oceano
tra volti di brulicante folla in città piovose e fredde
luminoso orizzonte del primo sole e notte di punteggiate stelle.
A te confido tutti i miei sogni
tu sola oggi puoi ascoltarmi
ti racconto dell'infanzia, dell'ardore dei vent'anni
falsi e veri amori, trionfi e amare sconfitte
i tradimenti a riposta fiducia
l'attesa della prima stella compaia al tramonto
ti confesso un intimo dove il voglio supera ogni pudore
mentre il piacere della bellezza supera l'amore.
Lo so che ti sarà difficile lasciarmi andare
stai tranquilla l'amore in eterno resta
ora sono a casa, salirò nella stanza
dalla finestra aperta attendendo il tramonto
e quando la nell'universo apparirà la mia stella
mi unirò alla sua sfavillante luce là nel tempo infinito.
Quello che segue che somiglia ad un sonetto
in realtà non è dedicato ad una persona fisica
ma alla giovinezza.
A 60 anni la giovinezza è ormai un ricordo
e la bellezza di quegli anni rimane dentro ognuno di noi
con tutto il fascino e l'ebbrezza vitale dei nostri 30 anni.
Il dolce incanto è in realtà la giovinezza, il periodo più bello
della nostra vita e l'illusione, il sogno della continua
giovinezza si infrange davanti alla realtà del tempo
che è trascorso.
Non sempre il tempo distrugge la bellezza
ed oggi che tu compi sessant'anni,
hai il fascino immutato dei trent'anni
e di quei giorni è viva ancor l'ebbrezza.
A te l'augurio va, mio dolce incanto,
a te l'augurio va, mio sogno infranto.