Poesie personali


Scritta da: Ada Roggio
in Poesie (Poesie personali)

Un'estate senza estate

Un'estate, senza estate.
È un'estate
senza sole.
Un'estate, senza estate.
È un'estate senza il mare.
Un'estate, senza estate,
È un'estate senza le risate.
Un'estate, senza estate.
È un cielo grigio ombroso,
ricco di pioggia a catinelle.
Giornate buie e tempestose
Un'estate, senza estate.
È un'estate senza di te.
Composta giovedì 21 agosto 2014
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    Scritta da: Ada Roggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Vorrei un mondo di cioccolata

    Vorrei un mondo di cioccolata,
    con tanta panna montata,
    con scagliette di torroncino,
    e tenerti sempre a me vicino.
    Vorrei il mondo in allegria,
    una simpatica ironia,
    senza materialismo,
    senza antagonismo.
    Solo una via ben delineata,
    quella di essere amata.
    Composta mercoledì 5 agosto 2009
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      Scritta da: Sara Galluccio
      in Poesie (Poesie personali)
      Rimango fissa su parole
      Che mai potranno essere
      Cancellate...
      Persone inibite dal silenzio
      Ormai oltrepassato nei loro
      Timpani, sul suolo
      Pietoso che seminava
      Il puro, l'ariano suddetto figlio
      dell'incarnazione che egli stesso credeva il male.
      Sangue cattivo scorreva nelle sue vene
      Ma mai pietà fu sbandierata su di essi.
      L'unico loro vero peccato era:
      "vivere".
      Ogni denota imperfezione su cui gli occhi
      e l'audace mente umana maligna
      Venivano posati
      Apparivano identità senza nessuna linea di repulsione,
      La nuova croce portava un nuovo significato:
      "Il potere della morte".
      Estirpare i funghi velenosi
      Unico obbiettivo...
      Il diluvio universale si rappresentò
      pioggia di armi e sangue scorrevano dal cielo
      Lacrime sparse su corpi
      Ridotti all'effimero
      Sopravvivere sotto attaccati
      A questo diluvio
      Era solo una dolce utopia...
      Il tempo nei sopravvissuti toglieva la ragione
      Scoppiava ogni singola nervatura fino alla pazzia
      raggiunta in un oltretomba senza tregua...
      Ma ciò che è passato
      Rivive ancora nel seme
      Del nazista che ancor ci
      Beffa, ci divora per le nostre debolezze e differenze
      Il seme è intatto sale
      Come il gas che tanti ha
      Avvelenato, è importante
      Non respirare l'odore del marcio
      Del putrido del fautore di chi ha inventato lo sterminio,
      Ricorda come maledizione
      La storia di povere anime disperse e assapora il gusto
      impercettibile dei fiocchi di neve che sciolti ora
      su questo nuovo campo portano adesso l'inaspettata primavera.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        in Poesie (Poesie personali)
        Cantava con voce sommessa una giovane donna
        accompagnata da chitarra con corde rotte
        in pieno pomeriggio d'inverno senza sole.
        Non pioveva da mesi in quella strada,
        le ombre lambivano gli angoli di zolfo
        coperti d'umidità di cani e uomini sporchi.

        Il vento si divertiva con i suoi capelli biondi
        coprendole il viso e gli occhi senza tramonti.
        Poca gente passava per gettarle un soldo
        ma lei cantava per sciacquarsi l'anima
        dopo assurde discordie senza ricordi.

        Un uomo si fermò e la guardò negli occhi
        mentre lei sognava cantando così:

        "Era un giorno di primavera nei campi
        un fiore di mandorlo cadde ai miei piedi
        l'odorai per sentirlo mio ed esso sparì.
        Una farfalla bianca mi vide attonita
        mi volò intorno, pazza d'allegria,
        poi cadde sull'erba e morì.
        Un pettirosso saltava fra i rami
        chiamava la compagna perduta lontano
        ma un falco affamatò lo ferì".

        Non le gettai nessun soldo quel giorno
        non voleva elemosina la donna.
        Forse sì, nel cuore un uomo la capì.
        Tacque la chitarra, la donna si alzò.
        due ombre andarono insieme sognando
        con un fuoco nuovo che mai più morì.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          in Poesie (Poesie personali)
          Accarezzavo un cavallo bianco di razza
          su spiaggia deserta piena di vento.
          Cadeva la pioggia e tingeva di rosso
          l'ombra che formavo sotto le stelle.

          Da un'anfora rotta, tomba di un pesce morto,
          veniva un grido umano senza volto.
          Avvicinai l'orecchio stanco della notte:
          il grido si trasformò in voce di bimbo.
          Forse era il mio spirito di ieri
          che vagava sulle onde della notte.

          Sentii un brivido nell'aria
          una conchiglia si riempiva d'acqua,
          un gambero spiava dal buco,
          il cavallo correva sferzato dalla luce.

          Ero solo in mezzo a quell'arena
          piena di gente da mattina a sera.
          Ascoltai il messaggio che veniva dal mare,
          il viso fra le mani si mascherò d'azzurro,
          le onde richiamavano l'antica speranza
          perduta nel bosco dell'infanzia.

          Scrissi qualcosa sull'arena bagnata
          non so se in una lingua parlata.
          È certo, però, che la luna lo comprese
          quel messaggio che non fu mai segreto.
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            Scritta da: minnie
            in Poesie (Poesie personali)
            Parlami
            mi piace quando mi parli.
            E ridi.
            Come le prime volte,
            quando ho sentito
            il flusso di energia
            che si impadroniva
            delle mie piccole cellule in quiete
            e le rendeva inquiete.
            Come le prime volte dal telefono,
            sentivo il vento della sera,
            e quello del desiderio di me,
            e di te.
            Tutto quello che già sapevi
            di me,
            quello che già sapevo di te.
            Senza conoscerci
            solo sentendoci.
            Composta martedì 19 agosto 2014
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              Scritta da: L. Orlandi
              in Poesie (Poesie personali)

              Sogno di sabbia

              Setacciate il deserto e guardate cosa trovate.

              Nella riga dei tuoi capelli vedo strade tortuose
              e sentieri inesplorati,
              e ancora per la notte che verrà
              non avrò finito di percorrerle.

              Ma al sole del mattino che brucino
              le membra di un sogno
              affinché possiate vedere cosa c'è sotto la sabbia.
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                Scritta da: L. Orlandi
                in Poesie (Poesie personali)

                Donna aquilone

                E ora dove potrà riempire la brocca per dissetarsi?

                Vagando tra la folla,
                guscio d'uovo senza buccia,
                che va tra la fanghiglia

                mondo sospeso
                in cui le creature sul fondo nutrono
                quelle in superficie,
                aspettando aquiloni.

                Come aquiloni al cielo che rimbomba,
                legata a un'altra estremità
                la donna coinvolta in una dipendenza
                che la rassicurava e dalla quale non sapeva uscire,
                disse al suo aguzzino:

                il mio più grande desiderio
                era quello di incoronarti con fiori freschi.
                Composta lunedì 18 agosto 2014
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