Le migliori poesie inserite da Antonio Prencipe

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Scritta da: Antonio Prencipe

Fulmine

Ho visto nevicare,
ho visto il freddo congelare il mio cuore,
ho visto cadere la mia anima,
ho cercato un fulmine,
volevo quel fulmine,
ho caricato pistole
ho fatto scoppiare bombe
ma quel fulmine non scende,
rimane nel cielo,
a chi aspetti,
dai colpiscimi,
vienimi addosso,
colpisci il mio corpo
la mia anima è già scappata
non esitare,
non resto ad aspettare,
scappo via,
raggiungimi prima che ricomincio a vivere.
Composta giovedì 7 gennaio 2010
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Vita

    Vita, perdonami se ogni tanto ti ho tradito
    Vita, non aver paura se provo a cambiarti
    Vita resta li,
    faccio un salto in paradiso
    Vita, non cercare un'altra verità
    Vita, perdonami se qualche volta ho desiderato sprofondare
    nel mare
    Ascoltami perché qualche volta ho avuto paura di te
    Ora
    non aver paura dei miei sbagli
    non aver paura delle mie sofferenze
    Ho perdonato il cielo
    anche le stelle lo sanno
    anche gli angeli hanno santificato il tuo nome
    anche l'inferno ha chiesto il tuo perdono
    Mi hai fatto del male
    Mi hai reso incosciente
    Ti sei fatta odiare
    e anche se mi hai ucciso più di una volta
    non posso fare a meno che amarti
    e perdonarti perché tu vita sei la guerra
    che vorrò sempre combattere e mai perdere.
    Composta mercoledì 16 giugno 2010
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Piccolo fiore

      Piccolo fiore
      non piangere
      anche il sole ti chiederà perdono
      Piccolo fiore
      resisti anche la notte ti sorriderà
      tutto finirà anche questo dolore ti chiederà scusa
      Piccolo fiore
      sei stata abusata
      sei stata condannata
      sei stata amaramente tradita
      Piccolo fiore
      sorridi
      non odiare questa vita
      tutto passerà
      Piccolo fiore
      una lacrima scende per te
      il mio cuore muore per te
      Piccolo fiore
      non lasciar spegnere i tuoi occhi
      non lasciare che il buio cada sulla tua giovane vita
      Piccolo fiore
      chi ha abusato di te non avrà pace
      chi ha abusato di te avrà la mia vendetta
      Piccolo fiore
      non lasciar morire i tuoi sogni
      per favore combatti e non ti fermare
      Piccolo fiore
      non preoccuparti il cielo ti sta vicino
      un'angelo veglia su di te
      Ti prego non smettere di sperare
      Le stelle s'illuminano per te
      Non aver paura la pace arriverà
      Il Paradiso Santificherà la tua verità.
      Composta venerdì 18 giugno 2010
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Piccola Ballerina

        Tu, ora sei la mia luce,
        ti dico un segreto se sono in vita lo devo solo a te,
        molte volte ho pensato di farla finita
        ma la tua voce mi faceva volare nell'immenso vuoto della mia vita
        il sapere che un'altra persona oltre
        a me stesso conosce la mia anima
        ha fatto sussultare il mio piccolo cuore,
        sei quell'onda burrascosa che ha travolto i miei sentimenti,
        sei una folata di follia che rende felice
        la mia agguerrita vita,
        ora che ti ho conosciuto non ti lascio andar via
        perché è grazie a te che il mio piccolo cuore
        a ripreso a battere,
        e solo grazie a te se la mia anima
        corre felice nelle piramidi che ho costruito nell'immenso
        e grazie a te Sofia che sono libero di sognare,
        ora ti dico grazie,
        ora ti sogno,
        ora ti abbandono a te stessa,
        ma ricorda che hai catturato l'anima
        di un piccolo guerriero che non ti lascia volar via,
        Grazie!
        Composta mercoledì 23 giugno 2010
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Morirà abortendo un fiore

          Aprendo il cielo scoprii i segreti
          di una casa di campagna sparsa nei mari
          di burrasca lontani da me,
          storie rincorse dai lupi affamati di verità,
          ritornano i colori, il sangue congelato
          nella stanza tua, le mani puzzolenti del sesso
          fatto e desiderato il giorno prima.
          Dovrei togliermi il cuore dal petto
          e gettarlo in pasto ai corvi truffatori
          di vite ingrate nel sorgere del sole
          forse solo così riuscirei a godermi questa vita.
          Il fiore di una notte senza lune
          culla nel crescer dei mesi il figlio
          delle stelle guerriere di un mondo senza armi
          o bambole senza testa gettate via,
          con le gambe staccate e l'anima frantumata
          negli spazi bui di un angelo
          squarciato dal terremoto tempestivo
          in un deserto senza anime
          da poter soffrire e sopportare.
          I mesi passano cruenti, le ore migrano
          inondando la via repressa senza aurora,
          il cuore resta lì immobile e magro
          in un corpo che al terminar del mese
          getterà in mare ogni speranza stuprata
          dal destino maledettamente severo e ignobile,
          mettendo in mostra i suoi tatuaggi
          nascosti nel profondo della sua anima
          imparò a costruire castelli dorati
          nel cielo oscurato dalle nuvole color primavera
          dalle dolci piogge rinfrescate dal vento,
          finì il dolore, finì l'amore
          e nel temporale più remoto
          la vita volò via dal corpo di una vittima
          consumata dall'amore spento,
          macchiato sulla pelle sporca che ormai
          non regna più nel suo cuore
          consegnato al cielo assieme
          alla sua intrepida e dolorosa anima guerriera,
          morirà combattendo l'amore,
          morirà rincorrendo quel figlio
          che in un giorno dimenticato sulla scrivania
          fece spegnere come una candela rinchiusa
          in una stanza senza ossigeno.
          Composta lunedì 31 gennaio 2011
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Quella poesia non ancora scritta

            Ed io ancora fermo qui
            ad aspettar quella poesia non ancora scritta
            rinchiusa nel mio cuore squarciato
            e nella mia anima guerriera,
            assassina, Rock, reduce da una guerra
            non vinta pettinata dal vento freddo
            come quello che asciugava le mie lacrime
            nelle notti stanche di Novembre.
            Scriverò i versi di un cuore
            che non batte ma non muore,
            ammazzerò l'amore ricevuto e poi perso
            nei versi rabbiosi, aggressivi, malinconici
            che spaccano in due il destino consumato dal sole
            che cadrà nei versi astratti
            di una poesia non ancora scritta.
            Aspetterò quella poesia
            accantonata, abbandonata, gettata
            al centro del cielo, affiancata da una nuvola
            folle, splendente, color estate
            assaporata dalle stelle che specchiandosi
            abbandonano i loro morti rifugiati
            in quel segreto e peccaminoso
            odore che il cielo regala al mondo
            padrone di quei sorrisi e quelle lacrime
            non ancora consumate dall'appannarsi
            insipido di un amore non ancora
            poetico come tutto ciò che la mia anima
            vuole e nasconde dietro un vetro
            scuro amato da una vita schiava,
            melodica canzone dall'istinto violento
            ed aggressivo, perpetuo combattente
            di un amore leggiadro come una farfalla
            color arcobaleno, poggiata su un fiore
            senza petali amari, avvelenati dall'incessante
            pioggia che sul terreno asciutto
            batte e smuove l'orizzonte.
            Composta martedì 22 febbraio 2011
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Non mi pento dell'inferno

              Dio muore dietro un piedistallo
              coperto da mille diamanti.
              In questo strano mio destino anche Dio vola basso.
              Vieni qui!
              Angelo sparato dal fucile che ho nascosto
              sotto il cuscino, vieni qui.
              Accarezza queste lacrime sconosciute
              dalla mia eterna solitudine.
              Baciami la fronte e leviga aggressivamente
              la mia rabbia, rendila pura
              e lasciala volare per poi lanciarla
              contro quel grattacielo infernale
              che nasconde ancora il sangue indigesto
              del mio unico e vero limpido amore.
              Non voglio più vivere nel paradiso,
              l'inferno fa per me e non mi pento,
              pugnalerò l'erba ancora fresca
              di rugiada, lacrime salate scese giù
              dall'occhio eterno dell'infinito.
              L'amore è finto come il purgatorio
              in questo antico mondo infame,
              ma io non mi pento,
              io combatto contro il fuoco,
              contro i fulmini, non morirò senza sorridere,
              salterò dalla montagna di plastica più alta,
              squarcerò il paracadute e mi schianterò
              al suolo dolce imponente Re
              freddo come il deserto.
              Le stelle aperte mi mettono in croce,
              no cazzo io non mi pento,
              allora spaccherò in due il vento,
              non mi arrendo sotto quest'albero di melo,
              assalirò la sorte e nel suono della tua voce
              riposerò e chinerò la testa,
              implorerò il passato di lasciarmi in pace
              e schiaccerò questa marlboro
              tra le mie possenti e levigate ali argentate.
              All'improvviso t'accorgi che l'inferno è finito
              e ti ritrovi con le pistole cariche sparando
              contro tutto ciò che rende felice questa vita
              non ancora abituata al fresco
              ed inebriante odor di miele.
              Questa vita mia è
              troppo sbandata per rinnegare l'inferno.
              Composta sabato 26 febbraio 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Inonda il fumo tra le colline invidiate

                Respiravano gli Dei.
                Sorridevano i cornuti.
                Uccisa al primo ballo...
                Le montagne parlano,
                sputtanano le colline immerse
                nell'amore, piccole
                e desiderate dalle nuvole.
                Ti amo così tanto...
                Così tanto da preferire di farti male
                piuttosto che starti accanto...
                Nelle case è già Natale
                ed io metto a fuoco l'albero
                con accanto i doni pagati
                a caro prezzo dal cuore mio.
                Ma quanto mi costa dimenticarti,
                non basta nemmeno una vita
                persa dalla propria coscienza.
                A tutte quelle notti passate
                sugli scogli a raccogliere conchiglie.
                A tutti gli amori venduti
                alle aste di paese e in cambio
                squallidi cristalli,
                neri come la sera abbandonata
                nei boschi repressi di luna piena.
                A tutti i pescatori che imitano Gesù.
                A tutti quelli che tra lacrime
                e marlboro si perdono in
                un bicchiere di vino rosso.
                Cacce alle streghe
                scambiate per guerre Sante.
                Non hai armi,
                non hai sogni, muori in silenzio
                maledetta Solitudine.
                Nelle mie intrepide liriche
                varie volte ti ho citato,
                nelle notti insonne
                alla ricerca di Dio con te gridavo
                e ancorato al silenzio
                disinnescavo il mio fottuto
                animo ribelle.
                Padroni maledetti creavano
                le armi dorate usate
                per sparare i Santi
                lecchini innocenti del Signore
                nostro padre per chi crede,
                Re del niente per chi
                come me non ha ricevuto i suoi respiri.
                Composta mercoledì 19 ottobre 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Amore Condannato

                  Quanti respiri stracciati
                  si inginocchiano silenziosi ai piedi del mondo.
                  Portati via il colore
                  chiaro dei tuoi occhi.
                  Su questo tavolo di legno
                  ti sei squarciata i polsi.
                  Su questa sedia di vimini invecchiata
                  i pensieri grondavano come acqua
                  rimasta incastonata nel fuoco.
                  Stringi di più queste mani
                  perché mentre tu muori io sto vivendo.
                  Accarezza di più questo petto nudo,
                  senti questo cuore suicida che ormai
                  affoga nel dolore dolcemente con te.
                  Non girare lo sguardo
                  sento ancora gli ultimi sguardi di vita.
                  Oltre al dolore cosa mi hai dato?
                  Io ero il tuo amore e tu mi hai condannato.
                  Tu eri tutto anche quando da terra
                  raccoglievo il tuo sangue.
                  Dormivamo in riva al mare
                  e dopo tre anni su quella stessa riva
                  mi hai fatto scoppiare il cielo
                  e l'anima in un secondo violento.
                  Amore condannato ma perché ti ho pianto,
                  ma perché ti ho amato.
                  Smidollata come pochi tranciavi le vene.
                  Ti reputavi violentata ed è per questo
                  che ti sei ammazzata.
                  Amore condannato con l'aceto le lacrime.
                  Con il sangue la vernice.
                  Con il sole l'arancione della ruggine.
                  Sputo in faccia ai tuoi baci.
                  Cambiare vita è stato facile.
                  Strappare le foto assieme è stato difficile.
                  L'odio sta bruciando...
                  E noi mano nella mano camminavamo
                  a passi lenti nel tuo suicidio.
                  Forse all'inferno, forse nella fossa umida
                  ma ci rivedremo e forse
                  questa volta ti bacerò le labbra.
                  Composta domenica 15 gennaio 2012
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Di che morte sopravvivere

                    Un giorno dovrò decidere
                    di che morte sopravvivere
                    e fioriranno nuvole
                    nei vasi pieni di sangue
                    delle mie vene negre di solitudine.
                    Un giorno forse riuscirò ad amare
                    la gente con cui condivido l'ossigeno,
                    un giorno riuscirò perfino a sopportarne
                    l'odore struggente con cui osservano
                    la mia ombra mentre i miei occhi
                    con fare schifato prova per loro
                    enorme disprezzo.
                    Un giorno odierò di meno il mondo,
                    forse riuscirò a non vomitare
                    quando uno di loro mi saluta
                    o mi tocca i pensieri con fare amichevole.
                    Odio la maggior parte degli esseri umani
                    e quasi sempre fingo di amarli perché
                    è più semplice sorridere a ciò che
                    è vivo soltanto per consumare le suola
                    delle proprie scarpe che dissanguarsi
                    l'anima in ricordo del loro volto sfigurato.
                    C'è gente che mi odia a cui dovrei sparare
                    ancor prima di donargli le spalle
                    ma anche allora non valgono
                    il proiettile che serve per salvarle,
                    che ad ogni mio passo maledice
                    lo battere lento del mio cuore,
                    vorrebbe vedermi leccare il fango
                    che sporca quest'anima stracciata
                    ma io vivo di poesia,
                    non sono un barista o uno chef
                    di cui l'unica virtù è accendere un fornello
                    o preparare un bicchiere di vino.
                    Non servo caffè e non preparo scotte pietanze,
                    la mia vita vale molto di più
                    non la umilio servendo ai tavoli
                    o pelando patate.
                    Morire sapendo che la notte prima
                    ho preparato un cocktail o una spaghettata
                    per quelli come me è deplorevole,
                    preferisco lo struggente sanguinare
                    ogni fottuta notte su un foglio bianco
                    con l'inchiostro al posto della saliva
                    e le mani che sudano dolore e salvezza.
                    Composta giovedì 4 giugno 2015
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