Le migliori poesie inserite da Antonio Prencipe

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Scritta da: Antonio Prencipe

Via d'uscita

Tu lì ed io qui
mentre il cielo affonda
e Dio non guarda più.
Occhi verso l'alto, cuore in basso
e la vita sembra un film senza fine.
Siamo qui in quest'alba,
in questo orizzonte,
in questa casa di cristallo chiusi
tra la pazzia e la voglia di sparire
dietro quella nuvola
che lentamente divora i nostri sogni,
Ci rincontreremo sulla luna e insieme
spareremo al sole.
Ho perso il tuo inizio dietro quella stella
e tu vita mi hai perso dietro quell'attimo,
quel raggio di sole che mi penetra e
mi porta via dalla ragione verso quella
via d'uscita che tanto abbiamo atteso.
Composta venerdì 27 novembre 2009
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Una folata di vento

    Non riuscendo e non potendo
    pregare un Dio che non vive nel mio cuore
    prego te,
    Vento
    educato e assassino
    che accompagna i miei desideri
    e i miei sogni nei cortili lontani e folli di felicità
    Una folata di vento
    accompagna la mia anima alla ricerca di un orizzonte
    Una folata di vento
    accompagna i miei sentimenti nei tramonti tanto attesi
    Una folata di vento
    accarezza il mio viso e commuove il mio cuore
    Questa sconosciuta folata di vento
    trascina via quei pezzi di cielo persi e mai ritrovati
    In questa vita non c'è posto per la felicità
    In questa vita ho bisogno di combattere
    Solo una folata di vento può sconfiggere
    quell'oscurità che vive nel mio piccolo cuore
    Addio sole mio
    Ben arrivato vento.
    Composta venerdì 2 luglio 2010
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      Padre

      Padre,
      sei tutto per me
      Mi hai visto morire e non risorgere
      Mi hai visto toccare il fondo
      Mi hai visto piangere e sognare ai bordi del mare
      Mi hai visto sacrificare il cuore
      Padre,
      Hai conosciuto le mie lacrime
      Hai conosciuto la mia disperazione per questa dannata Vita
      Hai pianto lacrime amare, salate per me
      Padre,
      Mentre il mondo giudicava
      tu eri al mio fianco
      Padre
      tu non sai quante volte
      ho venduto la mia anima
      per il semplice e naturale
      bisogno di raggiungere la mia stella
      Grazie a te sto imparando a vivere
      Grazie a te sto imparando cosa significa la parola "lavoro"
      Padre,
      Non potrò mai tradirti
      ti deluderò,
      ma non potrò mai non amarti
      perché
      Tu,
      Padre,
      Con le mie ali volerai e non cadrai mai
      te lo prometto
      Ero timido,
      ma dentro me viveva la guerra
      e non mi accorsi del tuo amore
      Sei venuto in culo il mondo
      e ci sei finito dentro
      per non starmi mai lontano
      in un passato ormai lontano
      Ora
      voglio semplicemente dedicarti
      questa poesia
      Ti Amo Papà.
      Composta giovedì 9 settembre 2010
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Suicidio senza cieli...

        Troppe volte hai bussato alla porta di Dio
        ma mia cara sei rimasta fottuta
        nessun Dio ti ha mai risposto,
        Ti rimetti le scarpe e scappi via
        A terra c'è ancora il sangue,
        A terra c'è ancora l'odore del sesso,
        Odio e lacrime cercano di fuggire via
        da quella finestra consumata dalla ruggine
        e dal freddo,
        Un uomo, un "bastardo"
        Una donna, una "vittima"
        Piccolo tesoro,
        sei stata tradita, sei stata abusata
        sei rimasta li,
        immobile, senza speranze e senza amore
        violentata dal destino,
        violentata da colui che ti ha volutamente condannata,
        Condannata all'oblio,
        Il mio cuore non batte più
        La mia anima grida vendetta
        Non sai più cos'è l'amore
        Non vuoi più vivere
        Accanto a te c'è una finestra aperta
        Accanto c'è una scelta
        Ormai hai deciso
        Ormai il tuo cuore ha paura del sole
        Continui a lottare ma è una guerra inutile
        ormai hai scelto,
        Un salto, Tante lacrime
        La tua anima vola via dal tuo corpo
        immobile sull'asfalto,
        La mia anima si perde
        Addio Cielo e Addio Amore mio.
        Composta martedì 14 settembre 2010
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Sogno solo te

          Ormai sogno solo te
          Camminerò e non morirò
          e anche se i miei piedi
          e i miei sentimenti stanchi e sofferenti
          mi diranno di fermarmi
          io continuerò e con l'orizzonte
          in questo mio strano infinito
          io non mi brucierò
          no mai,
          ci sono troppe lune su di noi
          troppe stelle hanno pianto il nostro addio
          troppo sangue ha toccato le mie mani
          Ora fermo un attimo il cielo
          preparo la mia anima e volo,
          volo via
          voglio oltrepassare le nuvole
          e sentire il dolce e candido
          respiro del vento su di me
          Una luce ferma il mio vorticoso volare,
          tra le galassie e le speranze
          intravedo una foglia argentata
          caduta dal grosso albero
          eterno del nostro amore
          la raccolgo e la ripongo tra le mie ali dorate,
          continuò il mio viaggio
          voglio trovarti
          voglio continuare ad amarti
          A pocchi passi dal mare sento il tuo odore
          mi fermo osservo il sole
          e non riesco nemmeno a sorridere,
          accendo una sigaretta e piango,
          piango tanto
          perché non è giusto
          perché sarei venuto nell'oscurità anche io
          sarei morto con te
          saremmo sprofondati nell'abisso
          insieme e non ti avrei mai lasciato la mano,
          perché hai tenuto così tanto
          alla mia vita,
          lasciandomi qui
          in questo mondo dimenticato dal cielo,
          Non ho più niente
          ho solo il tuo ricordo che prosciuga
          ogni mia emozione, la consuma
          e fino alla deriva di ogni singola
          mia verità io non mi fermerò
          perché io non ti dimenticherò mai,
          Sulla riva del mare
          facemmo un giuramento
          mi dissi: "ti amerò anche se il mare
          un giorno mi porterà via".
          Composta mercoledì 10 novembre 2010
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Viaggio senza ritorno

            Avevo preso quella decisione,
            volevo donare la mia vita al niente,
            cancellare tutto questo dolore
            cancellare le lacrime salate, bastarde dal pavimento
            e cadere nel buio, cadere per sempre
            e non alzarmi,
            volevo sperare la morte con lieve pazienza
            senza aggredirla o impaurirla,
            ho desiderato morire nei boschi
            pieni di fragole mature, avvelenate dal mio
            cuore diviso, squarciato in due.
            Una puttana che ha perso
            la via si perde negli occhi di chi la sua
            dignità calpesterà,
            un angelo suicida per le strade e le montagne
            cerca invano un cuore da poter
            seppellire assieme alle sue ali,
            un carnefice, uno stupratore con le mani giunte
            inginocchiato sul tappeto sporco
            ancora dal sangue innocente
            di colei che l'amore ancora aspettava,
            prega un Dio che nel suo cuore
            ha già tradito, prega, si pente,
            chiede perdono per i suoi peccati così orrendi,
            non passa molto tempo
            il cielo è ancora scuro,
            il carnefice ha consumato un'altra vita,
            si pente ancora e prega ancora
            quel suo Dio così amato, buono, tradito.
            Maledico il mio essere poeta
            in un mondo strumentalizzato
            da un Dio che non ha padroni.
            Steso a terra rincorro colori e sogni,
            sono già morto dentro,
            una parte del mio cuore è ancora illuminata
            da una strana luce,
            osservo gli smeraldi e penso al vuoto
            che nel profondo non sono
            mai riuscito a colmare,
            corrò verso l'Africa
            per poter così donare la parte
            illuminata di questo
            mio cuore sconosciuto a coloro che sicuramente
            ne hanno bisogno e forse anche più di me.
            Composta sabato 11 dicembre 2010
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Un deserto senz'acqua

              Il mio soffrire è quasi appariscente
              come l'aria di Novembre,
              i miei seguaci avvistamenti
              nel torpore del mio destino
              sorreggono con mano il paradiso,
              l'autunno squarciando il tempo
              inonda l'azzurro di un mattino
              freddo all'improvviso,
              caldo come la neve dai candidi coriandoli
              pesanti come sassi nel vento,
              l'odore del mare non è in vendita,
              le nuvole rosso fuoco
              sobbalzano di forza propria
              e con fare armonico svelano i segreti
              del proprio contemporaneo infinito.
              Più di una volta con le mani
              sporche del mio stesso sangue
              mi sono chiesto chi ero
              e che fine ha fatto il mio sorriso
              schivato dal mio pianto
              costretto, crocifisso dal tempo e dallo spazio,
              più di una volta ho scelto
              le tenebre alla luce
              purtroppo mi ero abituato
              allo sconforto sonante
              di leggere foglie levigate
              dallo scuotere incessante
              di paure ed emozioni sussurrate
              da un cuore senza nessun ritegno
              e devozione per questa vita amara
              ma deliberatamente vissuta
              fino all'ultima libera lacrima
              versata in un deserto senz'acqua,
              più di una volta ho riesumato
              la mia anima sotterrata nel profondo,
              di un corpo nudo, bello
              e privo di qualsiasi emozione
              che il color del cielo
              possa ironicamente far brillare
              come stelle nell'Universo represso.
              Composta domenica 12 dicembre 2010
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                In silenzio

                Chi in silenzio ama
                in silenzio vive.
                Chi muore gridando l'amore sbiadito
                come un tatuaggio inciso sulla pelle,
                in silenzio affoga, nelle proprie urla
                soffocate da un'anima
                ossidata sull'asfalto sconfinato
                dalla luce del sole
                che lacrima raggi e sangue dal color ruggine.
                Chi sposa l'eternità
                vive sospeso ad un filo di nylon
                dal tempo spezzato, fuoco eterno dell'inverno
                freddo come la notte ma dolce
                come il rumore dei tulipani
                che piangono nel vento arido d'incanto.
                Chi ha paura dell'odore
                soffocato d'erba bruciata in silenzio piange
                neve e smeraldi sbattuti al suolo,
                condannati dalla scia intrepida
                di mille stelle comete dorate come l'aurora
                illuminata dal riflesso lunare
                di un paradiso già morto.
                Stelle comete cadenti in un
                bicchiere rotto e sul fondo
                inchiostro e cenere si perdono
                tra le gocce inebrianti d'alcol e follia.
                Chi nella notte scrive poesie
                in silenzio canta l'aborto spontaneo
                di un cuore disarmato e senza emozioni.
                Chi nel mare coltiva sogni e amori
                in silenzio strangola i peccati disciolti e gettati
                nella sabbia armonica, sublime
                di finti miracoli e finte destinazioni,
                spezzate dal dolore tristemente
                colpito dall'ombra maleducata
                di un cielo inappropriato
                senza lucciole e finti tesori
                in questo strano territorio misterioso.
                Composta domenica 20 marzo 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Un Dio muto

                  Ero un codardo...
                  Rifiutavo l'amore che tanto speravo.
                  La vita è come un sogno
                  gira intorno a se stessa
                  e poi con eleganza ritorna
                  restituendo anche il più piccolo
                  e misero spicciolo gettato via
                  in questa pozzanghera misteriosa
                  che è il dolore.
                  Vendevo il mio corpo con discrezione,
                  al miglior offerente
                  offrivo anche il cuore.
                  Un Dio muto s'affacciò alla porta
                  dell'inferno, osservò i miei occhi
                  e sorrise...
                  Ero scettico,
                  non capivo il significato
                  di quel sorriso.
                  Ora invece scrutando l'infinito
                  e l'orizzonte più remoto capisco
                  che il dolore come l'amore
                  è vita.
                  Ed io sono vivo e vivo
                  con le mani macchiate di sangue,
                  il mio sangue lento, sgocciolava
                  negli angoli bui del passato
                  macchiando con rapida scesa
                  anche le finestre aperte del mio
                  atteso e predominante presente.
                  Usavo il sesso come protezione,
                  perivo in silenzio e nel rumore
                  non fiatavo.
                  La pioggia si trasforma in vento.
                  Nelle mie mani i soldi...
                  I soldi che ripagavano la mia debolezza.
                  Mi credevo forte,
                  mentre vendevo il mio orgoglio
                  e il mio corpo ai potenti truffatori
                  di dignità.
                  Ero debole, cercavo la forza
                  che oggi insieme alle mie lacrime
                  cade lontana anni luce dal Sole.
                  Composta sabato 9 luglio 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Ed io voglio un perché

                    La vita è fuggita via...
                    Come una pazza per l'autostrada
                    è corsa via.
                    C'ascolterà la sera.
                    Soffrire, amare e poi morire
                    per colpa di chi l'alcol quella notte
                    ha toccato.
                    Ora lascia la luce accesa
                    nessuno t'amerà.
                    Sorridevi e nell'aria danzavi
                    tra le orchidee e le rose
                    disperse nel temporale.
                    I sogni distrutti...
                    Lo specchio non riflette,
                    non tremare, sconvolgi
                    i respiri e non te ne andare.
                    Il rumore è sordo...
                    L'alcol quel giorno
                    le labbra tue non ha sfiorato.
                    Io voglio un perché.
                    Il cielo non lo guardavi mai
                    ed ora lì tra le nuvole
                    riflesse nell'inverno
                    osservi il mare
                    e nella solitudine ti disperderai.
                    La valigia aperta conserva
                    la tua anima e a piedi nudi
                    camminerai tra i sassi e l'erba bruciata.
                    Un Dio in catene t'accoglierà...
                    Sull'asfalto i tuoi occhi si spengono.
                    Il sangue tra le dita.
                    Una folata di vento bacia
                    i tuoi capelli.
                    Fredda è la mano che t'accarezza il viso
                    quel giorno che tornando
                    a casa la morte travestita
                    da notte leggiadra
                    come una poesia scritta di notte
                    ti prese con se.
                    Ed io voglio un perché...
                    Composta mercoledì 20 luglio 2011
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