Le migliori poesie inserite da Antonio Prencipe

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Scritta da: Antonio Prencipe

Te ne vai

Ora che te ne vai
senza farti una ragione vera
non tornare indietro
non ti voltare
non c'è più nessuna stella per te
vola,
verso quel tramonto tanto atteso
osserva quella luce è fermati
osserva l'orizzonte
ascolta il vento ti porterà nei miei sogni
ora dammi indietro la mia alba
respira forte e
vattene via
senza far rumore dalla vita mia,
siamo andati in culo al mondo
e ci sono finito dentro
per amarti da lontano
in questo giorno
ormai lontano.
Composta sabato 24 aprile 2010
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    Scritta da: Antonio Prencipe

    Lacrime Disperse

    Sempre,
    Oltre le nuvole
    Oltre il mare
    Oltre il mio cuore
    Intravedo tramonti lontani
    e albe disordinate
    Ho lasciato la tua mano
    e sono caduto
    Ho perdonato
    e ormai non mi resta che il rimpianto
    Abbiamo spento quella luce
    che riscaldava i nostri cuori
    Fiamme e vento sulla nostra pelle
    Sangue e diamanti sul pavimento
    macchiato dalle nostre lacrime
    Sono alla ricerca di due ali
    Alla ricerca di due mari
    su cui poter far sprofondare i nostri sentimenti
    La morte,
    ha cancellato anche
    l'odore di quel bacio
    immobile e desiderato
    sulle mie labbra
    Il tuo corpo è chiuso in quattro pezzi di legni
    Il mio corpo è ancora qui,
    abbandonato dalla mia anima
    sconosciuto per il mio cuore.
    Composta sabato 3 luglio 2010
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      Scritta da: Antonio Prencipe

      L'Urlo dell'anima mia...

      Si va avanti senza osservare il passato
      Urlo al cielo
      Urlo al mondo
      Malinconia, amica mia
      portami via
      accompagnami nell'ombra
      di quell'amore perduto
      Tristezza, sorella mia
      salva l'anima mia,
      accompagnala nell'oblio
      ma non lasciarla cadere mai
      Ho lasciato le scarpe
      ora posso finalmente danzare
      a piedi nudi tra le onde del mare
      Salvate la vita mia,
      Urlo a voi, Angeli Vagabondi
      alla ricerca del mondo perduto
      portatemi con voi,
      lasciatemi volare senza le mie ali
      lasciatemi cadere e sognare
      a piedi nudi
      senza orizzonti da dovere catturare.
      Composta giovedì 16 settembre 2010
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        Scritta da: Antonio Prencipe

        Con le onde del mare...

        Con le onde del mare
        me ne volevo andare
        Sotto questo cielo io sto vivendo
        e anche se non tramonta
        io lo stesso vivo
        E ho cercato prigioni incantate
        per poter nascondere le mie favole
        Sono rinato
        grazie ai miei sogni perduti
        Tra notti senza lacrime e giorni senza sorrisi
        il vento soffiava più forte
        e cancellava le mie speranze
        Non avendo Dei da poter o dover pregare
        pregai il mare e caddi in un soave e forse
        pericoloso vortice di pioggia e grandine
        E in quel vortice non m'accorsi della Luna
        che dalla su osservava immobile e fiera
        il mio incerto e forse "aggressivo" percorso che senza
        accorgimene m'aveva insegnato a vivere
        E non ho capito come si vive
        senza un cielo
        Un cielo su cui
        poter vivere e morire ancora
        Un cielo dannatamente sofferto
        E un passato sterile di fantasie.
        Composta martedì 14 settembre 2010
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          Scritta da: Antonio Prencipe

          Voglio Vivere

          Cerco di vivere al meglio
          Cerco di vivere ricercando i sorrisi
          che ormai non tramontano più
          Cerco ma ormai annego,
          voglio vivere
          tra le rose annegate nel vento
          Vivere non è mai stato così bello
          Favole e Amori incatenati tra le mie stelle
          immerse nel cielo
          Dipingo un arcobaleno
          fra le mimose e i tulipani
          del mio antico giardino
          lo dipingo bello come
          il sole in un giorno di pioggia
          Ora sono qui tra le cose che
          non ho più
          ho bisogno di vivere anche nel incanto
          del mio desiderio,
          il desiderio di una vita senza me
          Ho donato il cuore al mare
          ho perso l'orologio
          e non conosco più il valore del tempo
          Dentro di me ho vissuto
          dolori e amarezze
          ed ora non riesco nemmeno a perdonare
          la mia dannata incoscienza
          Senza vergogna ho pagato
          l'inferno e disinnescato la mia anima
          Volevo e potevo amare l'amore
          che tra le mie mani e apparso
          per poi scomparire per sempre
          Basta piangere
          basta raccogliere spighe di grano
          gettate nel fuoco eterno della vita
          Se tornare a vivere significa soffrire ancora
          io sono pronto
          eccomi cielo,
          io sono qui mandami i tuoi angeli
          ma ricorda
          "le mie lacrime non sono più in vendita".
          Composta lunedì 8 novembre 2010
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            Scritta da: Antonio Prencipe

            Il tempo si evolve

            Vedere morire l'amore è brutto
            ma vederlo violentare, abusare
            e poi lentamente morire
            alle soglie di quella finestra
            sporca, arrugginita, fredda, macchiata
            dal male di vivere di un'anima persa
            nei giacinti abbandonati, spogli
            è ancora peggio, fa male
            e non da scampo all'anima
            di rifugiarsi nella speranza.
            Come un fiume in piena
            il mio cuore scoppiò lontano
            anni luce dai miei occhi.
            Nei campi di grano coltivi speranze
            per noi mendicanti di libertà,
            nei campi lunari di noi sfortunati,
            torturi i pilastri di un'età
            violentata dall'evolversi dell'aurora,
            una fiaba, una novella
            questa storia deturpata
            dallo scorrere lento del tempo,
            fango, cristalli e amanti sorreggono
            la vita di chi l'amore
            perso ormai rincorre,
            sconosciuti rami di foglie predatrici
            scorrono veloci sul pavimento
            stuprato dai passi
            di chi la vita ha consumato,
            un'evuluzione, una giostra di
            colori uniformi è questa vita nostra,
            arrampicata negli occulti
            di lievi cactus appassiti
            dall'evolversi del tempo e del cielo
            nemici nostri.
            Composta mercoledì 15 dicembre 2010
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              Scritta da: Antonio Prencipe

              Non mi pento dell'inferno

              Dio muore dietro un piedistallo
              coperto da mille diamanti.
              In questo strano mio destino anche Dio vola basso.
              Vieni qui!
              Angelo sparato dal fucile che ho nascosto
              sotto il cuscino, vieni qui.
              Accarezza queste lacrime sconosciute
              dalla mia eterna solitudine.
              Baciami la fronte e leviga aggressivamente
              la mia rabbia, rendila pura
              e lasciala volare per poi lanciarla
              contro quel grattacielo infernale
              che nasconde ancora il sangue indigesto
              del mio unico e vero limpido amore.
              Non voglio più vivere nel paradiso,
              l'inferno fa per me e non mi pento,
              pugnalerò l'erba ancora fresca
              di rugiada, lacrime salate scese giù
              dall'occhio eterno dell'infinito.
              L'amore è finto come il purgatorio
              in questo antico mondo infame,
              ma io non mi pento,
              io combatto contro il fuoco,
              contro i fulmini, non morirò senza sorridere,
              salterò dalla montagna di plastica più alta,
              squarcerò il paracadute e mi schianterò
              al suolo dolce imponente Re
              freddo come il deserto.
              Le stelle aperte mi mettono in croce,
              no cazzo io non mi pento,
              allora spaccherò in due il vento,
              non mi arrendo sotto quest'albero di melo,
              assalirò la sorte e nel suono della tua voce
              riposerò e chinerò la testa,
              implorerò il passato di lasciarmi in pace
              e schiaccerò questa marlboro
              tra le mie possenti e levigate ali argentate.
              All'improvviso t'accorgi che l'inferno è finito
              e ti ritrovi con le pistole cariche sparando
              contro tutto ciò che rende felice questa vita
              non ancora abituata al fresco
              ed inebriante odor di miele.
              Questa vita mia è
              troppo sbandata per rinnegare l'inferno.
              Composta sabato 26 febbraio 2011
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                Scritta da: Antonio Prencipe

                Ma che stupido cuore mio

                Ma che stupido cuore mio ingrato
                che appassisce,
                con la lama fredda di un autunno
                da disinnescare ora lo so.
                I cosiddetti amori
                scongiuravano la mia pazienza
                di non affondare.
                I cosiddetti amori
                morivano delicatamente sul corpo mio
                ancora innocente, violato
                dal tramonto di tante lacrime
                sfidate dal ridicolo soffio
                di mille civiltà sepolte.
                Ma che stupido cuore mio malinconico
                che ritorna,
                tormenta il rinascere turbolento
                di un altro fior di campo
                su questa mia autostrada
                divisa dallo strepitar imponente di un sole rosso
                maestro della vita mia,
                senza buche o massi da evitar.
                Ma che stupido cuore mio sentimentale, struggente
                sempre lontano ed anche se
                so di possederti nel corpo mio,
                non ti sento più mio,
                sei morente e negli occhi miei grandi marroni
                si rivede ancora il grande dolore fresco,
                digerito soltanto dalla mia gioventù tradita,
                stereotipata in una finta vita,
                fingendo amore che non c'è.
                Composta lunedì 14 marzo 2011
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                  Scritta da: Antonio Prencipe

                  Seduto in mezzo ad un mare cruente

                  Nebbia fitta dentro me.
                  Piangerò e sorriderò nello stesso tempo.
                  Piangerò seduto sulla
                  scogliera di un mare cruente.
                  Sorriderò per il dolore inflitto
                  al mio cuore già devastato.
                  Ho detto si,
                  ti ho quasi amato in riva all'ombra
                  innocente di un nuovo finto inizio,
                  un nuovo riscatto alla mia vita,
                  volevo ricominciare a vivere, a sognare
                  e invece in un secondo tutto è volato via,
                  in alto con la mia sensibilità storpiata,
                  confusa dalla ridicola pioggia
                  che bagna i miei capelli castani.
                  Ma che senso ha, sorridere ed amare
                  se poi dentro di te sei già morto
                  e non sai come risuscitare?
                  Dubbi, ansie, alberi nudi nei miei quartieri
                  infuocati di passione per me,
                  per quello che ero quant'ero con te,
                  per quello che sono senza te,
                  per un Addio non detto,
                  per una foto strappata dalla mia anima,
                  per ogni bacio che rimpiango,
                  che maledico inginocchiato,
                  cercando e pregando l'angelo più dannato
                  di prelevarmi e portarmi con se,
                  nell'infinito, nell'uragano senza giorni
                  da sperare e notti appese
                  alle maniglie delle porte in attesa
                  di una guerra da vincere,
                  da gettare in culo al mondo,
                  spade affilate, bombe non esplose.
                  In Amore vince chi dimentica.
                  Nella Vita vince chi combatte
                  e non si risparmia,
                  chi getta sangue e raccoglie vento,
                  chi soffre e non smette di sorridere.
                  Composta lunedì 21 marzo 2011
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                    Scritta da: Antonio Prencipe

                    Fuck you

                    Fuck you...
                    Piangevo con discrezione
                    per non dare nell'occhio.
                    Sorridevo al dolore
                    e nella felicità soffocavo
                    in silenzio.
                    Fuck you...
                    Mi chiamavano freddo,
                    insensibile, senza cuore
                    e infatti forse un po' lo sono
                    perché ho capito
                    come gira il mondo.
                    Fuck you...
                    Non ho smesso di fumare
                    e faccio ancora sesso
                    tra le piaghe deliranti
                    di un cielo sepolto sotto il sole
                    di mezzogiorno cocente
                    e deprimente.
                    Fuck you...
                    A te che mi hai lasciato solo
                    nel momento più doloroso.
                    Volevi amarmi
                    ma non volevi capirmi.
                    Volevi baciarmi
                    ma non volevi odiarmi.
                    Fuck you...
                    A te che sei nei cieli
                    e che dentro me non ci sei...
                    Quante volte ho sperato in te,
                    in un tuo "entrare" dentro me.
                    Ma ora so che la fede
                    è un dono e questo dono
                    io non l'ho mai ricevuto
                    perché le grandi anime
                    portano in silenzio un Dio
                    che forse rinnegano ma che dentro
                    l'anima vive e nel freddo
                    sorride al cuore.
                    Un Dio che non ha padroni.
                    Un Dio che è solo nostro,
                    che non ha religione.
                    Composta mercoledì 22 giugno 2011
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