Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Prima che il sole settembrino sorgesse dall'orizzonte
sono uscito di casa per passeggiare respirando all'alba
la prima luce del giorno che saluta la notte che dorme.

Guardando la luna e l'ultima stella nel cielo biancastro
ho ringraziato, come ogni mattino, chi mi regala la vita,
gli occhi e l'udito per captare il bello e il silenzio infinito.

Il passeggio mattutino con il mio fedele cane malamute
mi aiuta a carpire le voci sospese della terra e del cielo:
sono suoni e colori che solo il cuore capta senza parole.

I primi a salutarmi questa mattina sono dei piccoli conigli
con la macchia bianca sulla coda che saltellano contenti
sull'erbetta di un prato che da anni aspetta case popolari.

Non so se un bel mattino vedrò queste case sotto il cielo
dove altre famiglie fortunate potranno vivere serenamente
educando i figli a essere degni servitori della propria terra.
Composta martedì 10 ottobre 2017
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

    Una visita inaspettata

    Ogni tanto ci visita una signora chiamata malattia
    per ricordarci che noi siamo fragili esseri di carne:
    voci che ci perdiamo in echi nascosti in notte di stelle,
    comete vaganti con code di fuoco che bruciano lente.

    La febbre è una sorella umile che ogni tanto ci visita
    come una nebbia avvolta in sciallo di vecchia sul volto:
    entra in casa in silenzio con amore e molta tenerezza
    aiutandoci a crescere come uomini in ore brutte e belle.

    Stando al letto o in ospedale ascoltiamo voci e messaggi
    prima mai ascoltati. Solitudine e silenzio sono come fratelli:
    parlano al cuore e penetrano nella mente per oggi e sempre.
    La malattia ci visita aprendo le porte di una nuova esistenza.

    Oggi inizia la febbre, questa signora bussa alla mia porta,
    vuole che lentamente legga le tante pagine della mia storia
    per prepararmi a captare i messaggi eterni che porto dentro:
    li ascolterò carpendo i raggi di luce nascosti nel mio silenzio.
    Composta martedì 5 dicembre 2017
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

      Arriva l'autunno

      Finalmente oggi il cielo è cupo e con vento
      piange come un bambino senza la mamma:
      la terra aspettava da mesi le lacrime celesti
      per risorgere dopo due mesi di calore ardente.

      Erba e fiori sono stati estinti dall'amico sole
      in questi mesi estivi che si preferisce il mare,
      i giorni lunghi, pelle oscura e pantaloni corti.
      Luglio e agosto, mesi di sole e pioggia morta.

      Oggi inizia l'autunno mesi di lavoro e conforto,
      tempo di raccolta di frutta e di buoni vini cotti.
      Cielo e terra si baciano e piangono di amore
      perché l'uomo possa essere un buon padrone.

      È la stagione in cui la natura si veste di colori,
      bambini e ragazzi imparano a essere adulti,
      gli uomini contenti riprendono i propri lavori,
      cielo e terra assaporano lieti aromi e sapori.
      Composta sabato 21 ottobre 2017
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Il padrone della storia è l'uomo
        nato e cresciuto all'omba e al sole,
        sui prati verdi e alte montagne,
        sui mari calmi e tempeste grandi.
        L'uomo: carne di terra con soffio eterno!

        La storia esiste perché esiste l'uomo
        con i suoi capricci e le sue delusioni:
        grandi battaglie, terribili distruzioni,
        spade di sangue, grida di dolore,
        notti di tristezza, ore di grandi amori.

        L'uomo centro del grande universo
        disegna i sogni su ragnatele celesti
        che avvolgono il mondo appena nato
        in fasce scritte in molte lingue strane
        sospirando un mondo senza più guai.

        L'uomo fatto di creta e fantasia celeste
        spesso pensa di essere solo terrestre
        preparando guerre, uccidendo innocenti:
        la storia ci maturerà giorno dopo giorno
        basta darci le mani giocando al girotondo.
        Composta sabato 2 dicembre 2017
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

          L'era dell'Apocalisse*

          Guai a voi terra e mare che ospitate uomini e bestie,
          donne fertili e sterili, stelle cadenti e sangue innocente.
          I fiumi scendono con estrema violenza dalle montagne,
          le frane aprono ferite profonde su volti umani e panorami.
          I giorni sono pieni di tuoni e piogge calde piene di lacrime
          di occhi aperti al cielo che lampeggia vomitando fumi neri.

          Il tempo si allunga come i serpenti strisciando su prati verdi
          colpendo con fruste di nervi viscidi le spalle di uomini violenti
          che hanno calpestato tutti i civili codici dell'umana esistenza.
          Gli animali non ubbidiscono più ai loro padroni né li seguono,
          le donne incinte gridano avvolte in scialli di nuvole rossastre,
          sull'orizzonte pieno di colori di fuoco l'Uomo Signore appare.

          "Un angelo uscì e gridò a gran voce a colui che era sulla nube:
          Getta la tua falce sulla terra e mieti: è giunta l'ora di mietere.
          Un altro angelo che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò:
          Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna.
          Poi gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio e ne uscì sangue
          fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia".

          L'Apocalisse vive in questo tempo, volteggia nell'aria e nelle case,
          nei tribunali e negli occhi ardenti che guardano dall'alto in basso,
          non si rispettano né vecchi, né bambini, né signore, né signorine.
          Nelle strade si vive di droga, di furfanti, ladroni e molti falsi signori.
          Siamo giunti alle porte della città terrestre che ormai puzza a sterco.
          Siamo all'ultimo, scegliere: vivere per essere veri uomini o perire?
          Composta mercoledì 13 dicembre 2017
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Quand'ero alunno delle elementari
            ho avuto un solo grande maestro:
            mi educò con amore e resposabilità
            per lunghi, per me corti, cinque anni.

            Ricordatevi - diceva piano e spesso-
            due cose importanti nella vostra vita:
            boschi e fiumi vanno puliti come casa
            altrimenti il fuoco brucerà il bel bosco
            e l'acqua distruggerà i raccolti e la vita.

            Gli regalavo fasci di fili verdi di ginestra
            che lui seccava appesi al filo in cantina
            per poi agganciare i tralci delle sue viti
            al tempo giusto dirigendosi in collina.

            Era un uomo buono ricco di sentimenti,
            mi teneva al primo banco sulla destra.
            Sapeva che amavo gli uccelli e i boschi
            che passeggiavo solo in cerca di funghi
            e legna secca che serviva in inverno.

            Grande educatore e per me gran signore
            che tutti chiamavamo maestro Dangoia.
            Ogni fine mese mi inviava solo alla posta
            per prendergli la busta della sua pensione.

            Mi educò a studiare e saper sopportare
            la povertà e il triste amaro dopoguerra:
            le cose buone e quelle brutte maturano
            tutti coloro che apprendono a essere uomo.
            Composta giovedì 14 dicembre 2017
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

              Due bambole

              Un tenue raggio di sole di fine autunno
              carezza i bei riccioli biondi di una bimba
              seduta nel suo giardino mentre osserva
              la sua bella bambola vestita di azzurro.

              Parla da sola con la sua muta bella bambola
              che apre e chiude gli occhi quando la carezza
              per metterla in piedi sotto un albero di alloro
              che ogni tanto fa cadere danzando una foglia.

              Foglia appassita che bacia soave l'erbetta verde
              cadendo quasi in silenzio ondeggiando nell'aria.
              La bimba la raccoglie e la offre alla sua bambola
              che apre gli occhi e la ringrazia senza parlare.

              L'albero osserva attento il dialogo silenzioso
              della foglia, della bambola e della dolce bimba.
              Il cielo si riflette negli occhi azzurri delle due:
              l'innocenza resta il grande miracolo della vita!
              Composta domenica 8 gennaio 2017
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                Aspettiamo la neve

                Abbiamo aperto gli cchi anche in questo mese di gennaio
                in attesa che cada la neve per riempirci di messaggi nuovi
                racchiusi in grandi e lievi fiocchi di neve caduta dal cielo.

                La notte si succede al giorno, il sole alla luna e alle stelle,
                le sirene delle ambulanze ai miagolii dei gatti nella notte,
                ma la bianca neve non cade ancora su questa nostra terra.

                Aspetteremo ancora un poco, l'inverno è appena iniziato,
                il freddo è ancora fermo e dorme nei lontani iglò del nord
                mentre noi a sud prendiamo ancora il sole sulle spiagge.

                L'ansia dell'inverno che dovrebbe scatenare le tempeste
                che portiamo dentro gli occhi è rimasta un sogno infantile
                quando la neve cadeva sulle nostre mani piene di sogni.

                Abbiamo abbracciato l'anno nuovo insieme a Babbo Natale,
                il colore bianco e rosso ha fatto sbocciare delle grandi rose,
                ma noi uomini aspettiamo la neve per lavare terra e cielo.
                Composta lunedì 8 gennaio 2018
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Ho passeggiato d'estate sotto un lungo corridoio d'ombra
                  che i pioppi in fila mi regalavano nel mio lungo pomeriggio:
                  ammiravo, nascosto dietro rovi, i cormorani che pescavano
                  nel fiume lento che scendeva silenzioso e solenne al mare.

                  Nascondevo nei miei occhi il colore del giorno al tramonto
                  che durava poco nel vasto orizzonte che inghiottiva il sole
                  mentre la tavolozza dei colori si nascondeva nei miei occhi
                  insieme agli aromi e suoni che annunziavano la nuova notte.

                  Il passeggio durava ore ascoltando il richiamo degli uccelli
                  con voci e note di una sinfonia animale con messaggi corti
                  ma pieni di amore e di allegria contenti di far ritorno al nido
                  o sui tanti rami per ascoltare il silenzio misterioso della notte.

                  La luce del tramonto vacilla sui colori che lenti si inabissano
                  aprendo uno spiraglio alla notte che spinge la porta del tempo
                  per far riposare tranquilli gli uomini allo spuntare di molte stelle.
                  I tramonti sono i musei senza porta dei misteriosi colori di Dio.
                  Composta lunedì 8 gennaio 2018
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Dicembre è il nostro mese più bello del calendario cristiano
                    quando l'umana speranza apre gli orizzonti in cerca di pace,
                    la natura veste gli alti monti di bianco, la nebbia ci abbraccia
                    silenziosa per sussurrarci una breve preghiera nata dal cuore.

                    Gli alberi li vestiamo di luci a colori per illuminare la nostra notte,
                    alle finestre mettiamo un messaggio scritto sui vetri e una stella
                    che illumina le strade dell'uomo che va in cerca di amore celeste.
                    Gli adulti ritorniamo bambini giurando a noi stessi di essere buoni.

                    Appendiamo i nostri sogni scritti su un albero verde pieno di luci
                    per avvicinarci alle alte montagne dove ascoltiamo il silenzio di Dio.
                    Compriamo regali per adulti e bambini per far sbocciare un sorriso
                    sul volto degli umani che una volta l'anno ritorniamo tutti bambini.

                    Dicembre: tempo di freddo, di neve, di nebbia e di tanto amore
                    lo aspettiamo con giubilo per unire il cielo e la terra con la stella
                    che ha segnato da sempre il cammino per l'uomo abbracciare Dio:
                    lo troviamo nella gioia e nel dolore, nel donare e baciare l'Amore.
                    Composta venerdì 1 dicembre 2017
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