Tra cime di monti solenni, luci, ombre, profondi silenzi, muta s'eleva la prece a Colui che dal buio dei tempi dal cor, al labbro e le menti, tutto muove e tutto fece.
Fermati ed ascolta viandante, senti ché vibra il tuo cuore non l'aere combatte con esso; ma scruta, attento al tuo Credo, l'alma tua che all'Eterno è l’accesso.
Cammino non vedi si bello, che tornando all'albòr dello spirto, ma codardo spesso muovi all'invito di prostrarti lasciando il fardello, che alla Luce ti tiene lontan.
Ora muovi sicuro, coraggio! non voltarti al buio trascorso, l'orizzonte pel viandante “pentito” già risplende d'un aere gioioso per il giorno “segnato” dal Saggio
Fino a quando l'attesa di te sarà - com'è oggi - sorpresa continua di un sentimento immenso immune da puerili sbavature e falsi orpelli continuerò ad amarti senza risparmio alcuno….
Mi Sveglierò ancora per vivere di te; Ruberò una nuvola al cielo e la riempirò di Sole; Nel profondo dell'oscurità illuminerò le stelle così ti rivedrò ancora figlio mio. Affiderò al vento l'incolmabile dolore che addolcirò con il più tenero dei miei pensieri. E continuerò a vivere di te.
Volevi volare … e correre sull'erba e sulle onde del grano verde; ma incurante ai tuoi piedi è la terra. Volevi accarezzare l'acqua … imbrigliarla nelle mani prima del salto del guado e cogliere l'argento del fluire; ma ai tuoi piedi son solo pietre asciutte. Volevi tendere le mani dove lo sguardo bacia l'orizzonte del mare; ma era statico il pogio ed ai tuoi piedi s'apre … il baratro. Volevi porgere i tuoi pensieri con il sorriso dell'iride degl'occhi librarli in volo con la carezza delle ciglia; ma ai tuoi piedi sono cristalli rotti. Volevi affidare al mare il vascello dell'anima e farlo gorgogliare tra le sue schiume; ma sconnesso tra neri scogli lo risputa un onda vuota di pietà. Cadono lacrime e tiepide stentano nella piega del tuo viso; svanisce il verde del grano l'orizzonte sul mare i tuoi sogni lontani.
Il vento di scirocco prende forza di libeccio, Le nubi corrono rapide sopra la luna, La casa è sferzata come da un flagello, Il comignolo trema sotto la raffica.
Una notte come questa, quando l'area allenta La sua vigile stretta su sangue e cervello, Vecchi terrori di Dio o di fantasma Tornano in vita strisciando dalle loro caverne;
E Ragione s'avvede d'abitare Una casa infestata. Ignoti casigliani Affermano il loro squallido diritto di peccato Con un titolo più antico del suo.
Presenze incorporee, affollata Profanazione e rimorso del Tempo, Sfuggite all'oblio, ripetono Gli orrori del delitto sconsacrato.
C'è chi tenta di placare con preghiere l'ombra I cui passi invisibili calcano il pavimento, La cui paurosa irruzione sale le scale O forza la serratura della porta vietata.
C'è chi ha veduto cadaveri interrati da tempo Sottrarsi alla santa vigilanza, Pallide forme sepolcrali; e ha perfino udito Gli striduli lamenti d'un'anima in pena,
Errabonda sin che l'alba non abbia varcato La tenebra dogliosa, e la terra stretto Più a sé il manto sparso d'uragano, e cacciato I lugubri fantasmi nella tomba.
Uscendo dal vecchio grandioso Museo Britannico Talete e l'Aretino in grembo al Regent's Park il flogo crepita sotto il tuono bellezza scarlatta in questo mondo pesce morto alla deriva tutte le cose piene di dèi spremuti e sanguinanti un uccello tessitore è mandarino l'arpia è ormai spacciata anche il condor col suo boa spellacciato guardano fisso attraverso il colle delle scimmie gli elefanti l'Irlanda la luce cala lungo il loro vecchio canyon familiare mi succhia via verso quella vecchia certezza il c. Lo ardente di Giorgio il trapano ah di là una vipera addenta il suo topo bianco come neve nel suo abbagliante forno flusso di peristalsi limac labor
ah padre padre che sei in cielo
mi trovo a confondere il Crystal Palace con le Isole Beate da Primrose Hill ahimè debbo essere quel genere di persona andiamo a Ken Wood chi mi troverà l'alito trattenuto in mezzo ai cespugli nessuno fuorché i piú rintanati amanti
mi sorprendo commosso dai molti fumaioli piegati in omaggio al ponte della Torre riverenza del serpente che esce dalla City o rientra finché nell'imbrunire una chiatta cieca di orgoglio scosta via la sciarpa delle basculle poi nella grigia stiva dell'ambulanza pulsando sull'orlo marca di sospiri poi giù mi immergo tra la canaglia fìnché un tizio dannati i suoi occhi cerchiati mi chiede se ho finito col giornale zoppico via infuriatissimo sotto le Stanze degli Sposati Torre boia e via via lontano in gran fretta verso il gigante spaccone di Wren e maledico la giornata ingabbiato ansimante sulla banchina sotto la caldaia lucida non sono nato Defoe
a Ken Wood però chi mi troverà
mio fratello la mosca la mosca domestica trascinandosi dal buio alla luce si aggrappa al suo posto sotto il sole si arrota le sei zampe si compiace dei suoi piani dei suoi bilichi è l'autunno della sua vita non poteva servire al tifo e a Mammona.
Prima dell'alba sarai qui e Dante e il Logos e tutti gli strati e i misteri e la luna segnata oltre il piano bianco di musica che stabilirai qui prima dell'alba.
Seta grave soffice cantante chìnati sul nero firmamento di areche pioggia sui bambù fiore di fumo viale di salici Alba chi anche se ti chini con dita di pietà a avallare la polvere non aggiungerà alla tua munificenza la cui bellezza sarà un foglio davanti a me una dichiarazione di se stessa stesa attraverso la tempesta di emblemi sicché non c'è sole e non c'è rivelazione e non c'è ostia soltanto io e poi il foglio e massa morta.
Life is like a river runs up to the sea, the sea of yourself the sea of your heart, the sea of your love.
Run run never stop is not easy is not simple don't be afraid, without aims, without thoughts, the sea is around the corner, follow the river.
Everything runs without time, everything the river brings away, live, live, live your life like a river of emotions, sensations and colours without fears to loose yourself.
No fears, no worries, love the breath of the air, deep in the blue of the sky, ride the rainbow of your emotions, feel the scent of life, and like
In questa notte stellata tu dormi amore mio, mentre io qui alla finestra conto le stelle esprimendo desideri, cercando quelle parole che mi diano conforto. In questa notte stellata, ho udito una voce, che parlava d'amore... parole dolci sommesse che solo il cuore poteva sentire... sono sogni... che una musica culla nel cielo infinito, io ho provato a cantarla... e ho ritrovato te!