Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Prima amore, poi sofferenza
Non voglio rimpiazzare nessuno
ma non voglio neanche essere
un'amica qualunque;

mi piacerebbe essere importante
per voi come voi siete per me;

mi piacerebbe condividere un'amicizia magica,
fuori dal comune,
pazza e folle proprio come voi;

soffro in silenzio
ma prima o poi la mia
sofferenza esploderà come
un vulcano
e sarà quel giorno che avrò
la forza dire la verità:

prima o poi vi dirò
quanto voi mi abbiate dato
e quanto vorrei darvi e ricevere
all'infinito...

mi avete dato prima amore
E poi sofferenza;
perché fate questo???
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Viandante (nel cammino di fede)

    Tra cime di monti solenni,
    luci, ombre, profondi silenzi,
    muta s'eleva la prece
    a Colui che dal buio dei tempi
    dal cor, al labbro e le menti,
    tutto muove e tutto fece.

    Fermati ed ascolta viandante,
    senti ché vibra il tuo cuore
    non l'aere combatte con esso;
    ma scruta, attento al tuo Credo,
    l'alma tua che all'Eterno è l’accesso.

    Cammino non vedi si bello,
    che tornando all'albòr dello spirto,
    ma codardo spesso muovi all'invito
    di prostrarti lasciando il fardello,
    che alla Luce ti tiene lontan.

    Ora muovi sicuro, coraggio!
    non voltarti al buio trascorso,
    l'orizzonte pel viandante “pentito”
    già risplende d'un aere gioioso
    per il giorno “segnato” dal Saggio
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Volevi volare …
      e correre sull'erba
      e sulle onde
      del grano verde;
      ma incurante
      ai tuoi piedi è la terra.
      Volevi accarezzare l'acqua …
      imbrigliarla nelle mani
      prima del salto del guado
      e cogliere l'argento
      del fluire;
      ma ai tuoi piedi
      son solo pietre asciutte.
      Volevi tendere le mani
      dove lo sguardo bacia
      l'orizzonte del mare;
      ma era statico il pogio
      ed ai tuoi piedi s'apre
      … il baratro.
      Volevi porgere i tuoi pensieri
      con il sorriso
      dell'iride degl'occhi
      librarli in volo
      con la carezza delle ciglia;
      ma ai tuoi piedi
      sono cristalli rotti.
      Volevi affidare al mare
      il vascello dell'anima
      e farlo gorgogliare tra le sue schiume;
      ma sconnesso
      tra neri scogli
      lo risputa un onda vuota
      di pietà.
      Cadono lacrime
      e tiepide stentano
      nella piega del tuo viso;
      svanisce il verde del grano
      l'orizzonte sul mare
      i tuoi sogni lontani.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Barometro basso

        Il vento di scirocco prende forza di libeccio,
        Le nubi corrono rapide sopra la luna,
        La casa è sferzata come da un flagello,
        Il comignolo trema sotto la raffica.

        Una notte come questa, quando l'area allenta
        La sua vigile stretta su sangue e cervello,
        Vecchi terrori di Dio o di fantasma
        Tornano in vita strisciando dalle loro caverne;

        E Ragione s'avvede d'abitare
        Una casa infestata. Ignoti casigliani
        Affermano il loro squallido diritto di peccato
        Con un titolo più antico del suo.

        Presenze incorporee, affollata
        Profanazione e rimorso del Tempo,
        Sfuggite all'oblio, ripetono
        Gli orrori del delitto sconsacrato.

        C'è chi tenta di placare con preghiere l'ombra
        I cui passi invisibili calcano il pavimento,
        La cui paurosa irruzione sale le scale
        O forza la serratura della porta vietata.

        C'è chi ha veduto cadaveri interrati da tempo
        Sottrarsi alla santa vigilanza,
        Pallide forme sepolcrali; e ha perfino udito
        Gli striduli lamenti d'un'anima in pena,

        Errabonda sin che l'alba non abbia varcato
        La tenebra dogliosa, e la terra stretto
        Più a sé il manto sparso d'uragano, e cacciato
        I lugubri fantasmi nella tomba.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Serena I

          Uscendo dal vecchio grandioso Museo Britannico
          Talete e l'Aretino
          in grembo al Regent's Park il flogo
          crepita sotto il tuono
          bellezza scarlatta in questo mondo pesce morto alla deriva
          tutte le cose piene di dèi
          spremuti e sanguinanti
          un uccello tessitore è mandarino l'arpia è ormai spacciata
          anche il condor col suo boa spellacciato
          guardano fisso attraverso il colle delle scimmie gli elefanti
          l'Irlanda
          la luce cala lungo il loro vecchio canyon familiare
          mi succhia via verso quella vecchia certezza
          il c. Lo ardente di Giorgio il trapano
          ah di là una vipera
          addenta il suo topo
          bianco come neve
          nel suo abbagliante forno flusso di peristalsi
          limac labor

          ah padre padre che sei in cielo

          mi trovo a confondere il Crystal Palace
          con le Isole Beate da Primrose Hill
          ahimè debbo essere quel genere di persona
          andiamo a Ken Wood chi mi troverà
          l'alito trattenuto in mezzo ai cespugli
          nessuno fuorché i piú rintanati amanti

          mi sorprendo commosso dai molti fumaioli piegati
          in omaggio al ponte della Torre
          riverenza del serpente che esce dalla City o rientra
          finché nell'imbrunire una chiatta
          cieca di orgoglio
          scosta via la sciarpa delle basculle
          poi nella grigia stiva dell'ambulanza
          pulsando sull'orlo marca di sospiri
          poi giù mi immergo tra la canaglia
          fìnché un tizio dannati i suoi occhi cerchiati
          mi chiede se ho finito col giornale
          zoppico via infuriatissimo sotto le Stanze degli Sposati
          Torre boia
          e via via lontano in gran fretta verso il gigante spaccone di Wren
          e maledico la giornata ingabbiato ansimante sulla banchina
          sotto la caldaia lucida
          non sono nato Defoe

          a Ken Wood però
          chi mi troverà

          mio fratello la mosca
          la mosca domestica
          trascinandosi dal buio alla luce
          si aggrappa al suo posto sotto il sole
          si arrota le sei zampe
          si compiace dei suoi piani dei suoi bilichi
          è l'autunno della sua vita
          non poteva servire al tifo e a Mammona.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            L'alba

            Prima dell'alba sarai qui
            e Dante e il Logos e tutti gli strati e i misteri
            e la luna segnata
            oltre il piano bianco di musica
            che stabilirai qui prima dell'alba.

            Seta grave soffice cantante
            chìnati sul nero firmamento di areche
            pioggia sui bambù fiore di fumo viale di salici
            Alba
            chi anche se ti chini con dita di pietà
            a avallare la polvere
            non aggiungerà alla tua munificenza
            la cui bellezza sarà un foglio davanti a me
            una dichiarazione di se stessa stesa attraverso la tempesta di emblemi
            sicché non c'è sole e non c'è rivelazione
            e non c'è ostia
            soltanto io e poi il foglio
            e massa morta.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Life is like a river runs
              up to the sea, the sea of yourself
              the sea of your heart,
              the sea of your love.

              Run run never stop
              is not easy is not simple
              don't be afraid, without
              aims, without thoughts,
              the sea is around the corner,
              follow the river.

              Everything runs without time,
              everything the river brings away,
              live, live, live your life like a
              river of emotions, sensations and
              colours without fears to loose yourself.

              No fears, no worries, love the breath
              of the air, deep in the blue of the sky,
              ride the rainbow of your emotions,
              feel the scent of life, and like

              a river, you'll never lose the way.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                In questa notte stellata tu dormi amore mio, mentre io qui alla finestra
                conto le stelle esprimendo desideri, cercando quelle parole
                che mi diano conforto.
                In questa notte stellata, ho udito una voce,
                che parlava d'amore... parole dolci sommesse
                che solo il cuore poteva sentire...
                sono sogni... che una musica culla
                nel cielo infinito, io ho provato
                a cantarla... e ho ritrovato te!
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