Le migliori poesie inserite da Silvio Squillante

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Scritta da: Silvio Squillante

Dolce, stupida poesia

Socchiudendo gli occhi,
alterno alla mia lucida follia
attimi interminabili di sogni dirompenti...
spiacevolmente sorpreso da essi...
racconto ancora delle tua luce,
mia dolce poesia,
folgoranto in verde anima
e chiuso per sempre nei meandri
di un cuore ubriaco di fanciullo.
Composta giovedì 29 luglio 2010
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    Scritta da: Silvio Squillante

    Adriana

    Mi soffiò un angelo dentro l'anima,
    non l'avevo capito sai,
    che sei sempre stata lì,
    lì a difendermi... a proteggermi... ad amarmi.
    E io che non sapevo se era giusto star li,
    tra occhi umidi di un'ipocrisia... che ti infetta l'anima.
    Quando non credi più nell'amore,
    per te non brilla nemmeno il sole,
    ma infondo lo capisci da solo
    che il tuo cuore saprà dare un po' di calore...
    a chi riuscirà con la pazienza delle carezze
    ad aprirlo un po' di più.
    Non sono frasi fatte... ne piccole poesie...
    a dare forze ad un'amore come il nostro
    che vive solo di magia.
    Qualche volte io mi sveglio,
    prego Dio, dicendogli "vorrei, sai,
    che questa favola non finisca mai!"
    Composta venerdì 8 ottobre 2010
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      Scritta da: Silvio Squillante
      Il sogno, instabile e vibrante
      arma la mano del poeta
      nel erigere vividi versi
      alti ed imperscrutabili.
      Il sogno stringe forte
      la mano dell'artista
      nel travaglio della sua opera.
      Il sogno soccorre l'umile
      quando questi è in difficoltà,
      quando la realtà sembra un muro invalicabile.
      La felicità si tiene a ragionevol distanza
      da chi ha smarrito
      il senso più profondo dell'essere:
      "credere nei sogni".
      Composta giovedì 20 gennaio 2011
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        Scritta da: Silvio Squillante

        Se il nostro amore fosse durato solo un'estate...

        Con l'estate è svanito
        quel sogno vissuto lungo il bagnasciuga,
        è andato via il sole
        a ricordamelo c'è una lacrima:
        questo è tutto ciò che ho di te.
        E arrivò il giorno dell'addio,
        i miei occhi ti accarezzavamo mentre andavi via.
        Pensavo d'essere indistruttibile
        di poter toccare le stelle
        ma è bastato il primo passo senza te
        per ritrovare tutte le mie pene,
        tutti quei dolori
        che avevi celato col tuo sorriso.
        Il veleno del tramonto
        inebria questo cuore solo
        mentre penso a te mio dolcissimo antidoto,
        piccola boccetta
        dimentica al sole,
        ed ora che è calato il sipario della sera su di noi
        vorrei dipingere questo mare
        con i colori del nostro addio.
        L'estate passò rapida quel anno
        proprio come i momenti in cui hai solo
        i respiri come sottofondo delle mani.
        La notte era stanca e strana.
        Ciò che è passato
        non l'ho mai dimenticato
        ma adesso voglio solo incontrarti,
        sentirmi dire "stai solo sognando"...
        svegliami dopo la tempesta,
        svegliami quando tornerai,
        svegliami baciandomi.
        Composta giovedì 20 gennaio 2011
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          Scritta da: Silvio Squillante

          Non ho mai dimenticato...

          Non ho mai dimenticato
          quelle parole che minavan le mie certezze,
          non ho mai dimenticato
          il disprezzo di tutti i loro occhi,
          non ho mai dimenticato
          quanto è meschino il sole,
          non ho mai dimenticato
          cos'è esattamente un sogno.
          Ma sappi che tutto ciò che scrivo
          è profondamente inconscio,
          non ha razionalità;
          sillabo eccessi di passione
          sospinti dalla mia stessa immaginazione.
          Composta giovedì 27 gennaio 2011
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            Scritta da: Silvio Squillante

            Il possente lamento della pittura...

            Il possente lamento della pittura
            traspare dal disordine con cui son disposti
            quei riflessi d'anima,
            in una nuvola di irresponsabilità
            il pittore butta giù il suo dolore...
            non è olio su tela
            ma sangue,
            il giallo è un emorragia cicatrizzata
            che si porta con se garza e punti,
            il viola è sangue morto
            figlio di botte al cuore
            forti e rilvelatrici come le sbronze
            di Kerouac e Bukowski.
            Ladri d'anima e colature non volute
            sono i cavalieri
            che difendono questa nuda confessione.
            Composta mercoledì 16 marzo 2011
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              Scritta da: Silvio Squillante

              Perché parlo della tristezza?

              Perché parlo della tristezza?
              Perché se gioisco parole non ho
              fumo con la pioggia
              e butto giù sorrisi se fuori c'è sole.
              Mai vissuto per respirar soltanto
              sempre pronto a pieno polmoni a sentirmi vivo,
              in fila a ricordami il colore del cielo
              ho debiti con il mio futuro
              perché indietro non mi volto mai.
              Mi faccio male giù dal cuore,
              un'altro graffio sulla pelle,
              odio le speranze, le attese,
              ma verso di te, io, non ho pretese,
              ritardo anche il sonno,
              per te mi deformo
              sarò ciò che vuoi per non esser mai me stesso.
              Perché parlo della tristezza?
              Seguimi, come una stella,
              e poi chiedimelo ancora
              ma ti prego, non creder mai ad ogni mia parola,
              sono nient'altro che il risultato del mio tempo
              l'equazione di anni nulli,
              di pensieri condivisi insieme al tormento.
              Composta martedì 16 ottobre 2012
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                Scritta da: Silvio Squillante

                Baciami

                La tua pelle si tinge
                dei colori del tramonto
                se le mie dita
                troano posto sulle tue guance,
                scivoli piano nei miei pensieri,
                seguo con la punta delle dita
                il profilo leggero delle labbra.
                Gli angoli della bocca si tendono
                e smetti di celarmi
                le ombre che disegnano
                i nostri sguardi presi,
                nascondi in fondo agli occhi
                e nelle pieghe del tuo volto
                il verbo desiderare,
                tremi per l'attesa,
                labbra su labbra,
                inizi di nuovo a sorridere e tremare.
                Composta lunedì 29 ottobre 2012
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                  Scritta da: Silvio Squillante

                  Urli addio ma vorresti dire ciao

                  La macchina andava via
                  dal retrovisore il suo viso.
                  L'oscurità avvolgeva tutto,
                  solo la fioca scintilla di un lampione,
                  altri passi verso me che vado,
                  penso a chi per primo ti rimboccherò le coperte
                  quando sarai a letto.
                  Mi sento vecchio andando via,
                  pensando ancora a te,
                  a nient'altro che vada al di là
                  di ciò che sei, oltre mani e labbra,
                  le tue gambe e le tue braccia.
                  Urli addio ma vorresti dire ciao,
                  urli addio ma vorresti dire ciao.
                  Composta domenica 13 gennaio 2013
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