Poesie preferite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

Canción del demasiado amor (Canzone del troppo amore)

Quiero llorar porque te amé demasiado,
quiero morir porque me diste la vida,
ay, amor mío, ¿será que nunca he de tener paz?
Será que todo lo que hay en mí              
sólo quiere decir saudade...
Y ya ni sé lo que va a ser de mí,
todo me dice que amar será mi fin...
Qué desespero trae el amor,
yo que no sabía lo que era el amor,
ahora lo sé porque no soy feliz.


Voglio piangere perché ti amai troppo,
voglio morire perché mi desti la vita,
ahi, amore mio, sarà che mai posso avere pace?
Sarà che tutto ciò che è in me
Vuole dire soltanto solitudine...
e ormai non so che ne sarà di me,
tutto mi dice che amare sarà la mia fine...
Che disperazione porta l'amore,
io che non sapevo cosa fosse l'amore,
adesso lo so perché non sono felice.
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    Scritta da: Eclissi

    Suspensión (Sospensione)

    Fuera de mí, en el espacio, errante,
    la música doliente de un vals;              
    en mí, profundamente en mi ser,
    la música doliente de tu cuerpo;
    y en todo, viviendo el instante de todas las cosas,
    la música de la noche iluminada.
    El ritmo de tu cuerpo en mi cuerpo...
    El giro suave del vals lejano, indeciso...
    Mis ojos bebiendo tus ojos, tu rostro.
    Y el deseo de llorar que viene de todas las cosas.


    Fuori da me, nello spazio, errante,
    la musica dolente di un valzer;
    dentro me, profondamente nel mio essere,
    la musica dolente del tuo corpo;
    e in tutto, vivendo l'istante di tutte le cose,
    la musica della notte rischiarata.
    Il ritmo del tuo corpo nel mio corpo...
    Il dolce giro di valzer lontano, titubante...
    i miei occhi che bevono i tuoi occhi, il tuo viso.
    E il desiderio di piangere che giunge da tutte le cose.
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      Scritta da: Giorgio De Luca

      Volano le rondini

      Ombre ne' miei occhi,
      stanchi gabbiani
      ne l'agitato mare.

      Primavera di sbiaditi colori,
      non alza la vela
      la barca nel porto.

      Vento...
      le mie catene spezza,
      da questa prigione portami via.

      Luce m'appare...

      E s'apre il mondo:

      Volano le rondini...
      Composta mercoledì 16 ottobre 2002
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        Scritta da: Antonino Gatto

        Le notti dei poeti con lacrime di cera

        Ti ho ascoltata nel silenzio, fra le notti dei poeti,
        leggendo fra le righe dei tuoi scritti, i tuoi segreti,
        sfiorando le tue rime, come fossero le mie,
        sfuggendo alla realtà, con un mare di bugie.

        Sempre nel silenzio, non sai quanto ti ho cercato,
        con l'emozione di un amore non ancora consumato,
        avendo cura, di tacere per non farmi mai trovare,
        nel timore di soffrire, e di farti innamorare.

        Abbiam fatto anche l'amore, in luoghi assai diversi,
        come fanno due poeti, con passione, in pochi versi,
        ed il sogno di avermi accanto, ti ha più volte conquistato,
        nonostante le distanze, per lasciarti senza fiato.

        Resterà in queste strofe, con la firma di un profeta,
        il desiderio di dar voce, al profilo di un poeta,
        e per non sciupare invano, questa fragile utopia,
        macchierai con la tua china questa mia calligrafia.

        Nel silenzio di una stanza, al chiaror di una candela,
        due anime gemelle, come il torso di una mela,
        sfumeranno in un sospiro, l'atmosfera di una sera,
        soffiando ad una fiamma che piange lacrime di cera.
        Composta sabato 7 novembre 2009
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          Scritta da: Kovski21

          Invece di una lettera

          Il fumo del tabacco ha roso l'aria.
          La stanza
          è un capitolo dell'inferno di Kruchenych.
          Ricordi?
          Accanto a questa finestra
          per la prima volta
          accarezzai freneticamente le tue mani.
          Oggi, ecco, sei seduta,
          il cuore rivestio di ferro.
          Ancora un giorno,
          e mi scaccerai,
          forse maledicendomi.
          Nella buia anticamera, la mano, rotta dal tremito,
          a lungo non saprà infilarsi nella manica.
          Poi uscirò di corsa,
          e lancerò il mio corpo per la strada.
          Fuggito da tutti,
          folle diventerò,
          consunto dalla disperazione.
          Ma non è necessario tutto questo;
          cara,
          dolce,
          diciamoci adesso addio.
          Il mio amore,
          peso così schiacciante ancora,
          ti grava sopra
          lo stesso,
          dovunque tu fugga.
          Lasciami sfogare in un ultimo grido
          l'amarezza degli offesi lamenti.
          Se lo sfiancano di lavoro, un bue,
          se ne va
          ad adagiardi sulle fredde acque.
          Ma, al di fuori del tuo amore,
          per me
          non c'è mare,
          e dal tuo amore neanche col pianto puoi imetrare tregua.
          Se l'elefante sfinito cerca pace,
          si stende regalmente sulla sabbia arroventata.
          Ma, al di fuori del tuo amore,
          per me
          non c'è sole,
          e io non so neppure dove sei e con chi.
          Se così tua avessi ridotto un poeta,
          lui
          avrebbe lasciato la sua amata per la gloria e il denaro
          ma per me
          non un solo
          suono è di festa
          oltre a quello del tuo amato nome.
          Non mi butterò nella tromba delle scale,
          non ingierò veleno,
          non saprò premere il grilletto contro la tempia.
          Su di me,
          al di fuori del tuo sguardo,
          non ha potere la lama di nessun coltello.
          Domani dimenticherai
          che ti ho incoronato,
          che l'anima in fiore ho incenerito con l'amore,
          e lo scatenato carnevale dei giorni irrequieti
          socompiglierà le pagine dei miei libi...
          Potranno mai le foglie secche delle mie parole
          trattenerti un momento
          per aspirare avidamente?
          Ma lascia almeno
          ch'io lastrichi con un'ultima tenerezza
          il tuo passo che s'allontana.
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            Scritta da: Eclissi

            Canzone d'autunno

            Oggi sento nel cuore
            un vago tremore di stelle,
            ma il mio sentiero si perde
            nell'anima della nebbia.
            La luce mi spezza le ali
            e il dolore della mia tristezza
            bagna i ricordi
            alla fonte dell'idea.
            Tutte le rose sono bianche,
            bianche come la mia pena,
            e non sono le rose bianche,
            perché ci ha nevicato sopra.
            Prima ci fu l'arcobaleno.
            Nevica anche sulla mia anima.
            La neve dell'anima ha
            fiocchi di baci e di scene
            che sono affondate nell'ombra
            o nella luce di chi le pensa.
            La neve cade dalle rose,
            ma quella dell'anima resta
            e l'artiglio degli anni
            ne fa un sudario.
            Si scioglierà la neve
            quando moriremo?
            O ci sarà altra neve
            e altre rose più perfette?
            Scenderà la pace su di noi
            come c'insegna Cristo?
            O non sarà mai possibile
            la soluzione del problema?
            E se l'amore c'inganna?
            Chi animerà la nostra vita
            se il crepuscolo ci sprofonda
            nella vera scienza
            del Bene che forse non esiste
            e del Male che batte vicino?
            Se la speranza si spegne
            e ricomincia Babele
            che torcia illuminerà
            le strade della Terra?
            Se l'azzurro è un sogno,
            che ne sarà dell'innocenza?
            Che ne sarà del cuore
            se l'Amore non ha frecce?
            Se la morte è la morte,
            che ne sarà dei poeti
            e delle cose addormentate
            che più nessuno ricorda?
            O sole della speranza!
            Acqua chiara! Luna nuova!
            Cuori dei bambini!
            Anime rudi delle pietre!
            Oggi sento nel cuore
            un vago tremore di stelle
            e tutte le rose sono
            bianche come la mia pena.
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