Scritta da: Eclissi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Ieri notte
nel tuo letto
eravamo in tre:
tu io la luna.
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Ieri notte
nel tuo letto
eravamo in tre:
tu io la luna.
Più che aria
più che acqua
più che labbra
leggera leggera
Il tuo corpo è l'orma del tuo corpo.
Più trasparente
di quella goccia d'acqua
tra le dita del rampicante
il mio pensiero tende un ponte
da te stessa a te stessa
Guardati
più reale del corpo che abiti
ferma in mezzo alla mia fronte
Sei nata per vivere in un'isola.
Sai per cosa vale la pena lottare?
Quando vale la pena morire?
Quando invece vale la pena vivere?
Quando quello per cui stai lottando, morendo e vivendo
Ti toglie il respiro
Ti ruba l'anima
e in ogni momento che passa
In ogni istante che vivi nella sua anima
Che vivi della sua essenza
Sei felice... e sogni che duri per sempre
Poi ti accorgi che qualcosa si sta perdendo
e allora continui a lottare
e quando poi tutto ha fine
Tu cosa fai?
Tu ti senti distrutto dentro
Ti chiedi una ragione per tutto
Ma nessuno ti da una ragione
e continui a chiederti perché
Tenendo in te quella fiamma di speranza
Dietro di te lasci macerie
Pezzi di vita andati in frantumi
Che non possono essere ricostruiti
Quando sei alla fine della strada
Ed hai perso il controllo della ragione
Quando la tua mente sovrasta lo spirito
e cammini sui vetri infranti
Ti rendi conto che niente è costruito per sempre
Questo è il momento di vivere e lasciar morire
e non c'è altra via
Quando ormai questa tua parte di cuore è morta
Sai per cosa vale la pena lottare?
Quando vale la pena morire?
Quando invece vale la pena vivere?
Quando quello per cui stai lottando, morendo e vivendo
Sta facendo la stessa cosa per te
e sai in te che sarà veramente per sempre.
Silenzio, dove porti
il tuo vetro appannato
di sorrisi, di parole
e di pianti dell'albero?
Come pulisci, silenzio,
la rugiada del canto
e le macchie sonore
che i mari lontani
lasciano sul bianco
sereno del tuo velo?
Chi chiude le tue ferite
quando sopra i campi
qualche vecchia noria
pianta il suo lento dardo
sul tuo vetro immenso?
Dove vai se al tramonto
ti feriscono le campane
e spezzano il tuo riposo
gli sciami delle strofe
e il gran rumore dorato
che cade sopra i monti
azzurri singhiozzando?
L'aria dell'inverno
spezza il tuo azzurro
e taglia le tue foreste
il lamento muto
di qualche fonte fredda.
Dove posi le mani,
la spina del riso
o il bruciante fendente
della passione trovi.
Se vai agli astri
il solenne concerto
degli uccelli azzurri
rompe il grande equilibrio
del tuo segreto pensiero.
Fuggendo il suono
sei anche tu suono,
spettro d'armonia,
fumo di grido e di canto.
Vieni a dirci
la parola infinita
nelle notti oscure
senza alito, senza labbra.
Trafitto da stelle
e maturo di musica,
dove porti, silenzio,
il tuo dolore extraumano,
dolor di esser prigioniero
nella ragnatela melodica,
cieco per sempre
il tuo sacro fonte?
Oggi le tue onde trascinano
con torbidi pensieri
la cenere sonora
e il dolore del passato.
Gli echi dei gridi
che svanirono per sempre.
Il tuono remoto
del mare, mummificato.
Se Geova dorme
sali al trono splendente,
spezzagli in fronte
una stella spenta
e lascia davvero
la musica eterna,
l'armonia sonora
di luce, e intanto
torna alla tua fonte,
dove nella notte eterna,
prima di Dio e del tempo
sgorgavi in pace.
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza,
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio
è un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.
L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campana e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
dà all'anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
Ah, non avevo chiuso la porta,
le candele non avevo acceso,
non sai come, stanca,
non mi risolvevo a coricarmi.
Guardare come si spengono le macchie
d'abeti nel buio del crepuscolo,
inebriandomi al suono d'una voce
che somiglia alla tua.
E sapere che tutto è perduto,
che la vita è un maledetto inferno!
Oh, io ero sicura
che saresti tornato.
Al tramonto scenderò a baciarti
come le onde del mare l'arena
sospesa nei tuoi capelli.
Scenderò con la luce del giorno
nell'abisso della notte
per sentire battere il tuo cuore
assaporando un bacio d'amore.
I colori del tramonto sono rimasti
nei tuoi occhi, trasformati
in una lacrima di tenerezza.
Sentirò il tuo silenzio
maturato in anni di convivenza.
Insieme abbiamo dipinto un'acquerella
sui muri della nostra vita.
Siamo nati in due sotto palme africane,
siamo nati liberi con le gazzelle,
abbiamo spiccato il volo con le cicogne
e da due siamo rinati nel tre.
Oggi al tramonto guardiamo il nido vuoto
in attesa che un altro bacio d'amore
faccia sbocciare un nuovo fiore.
Al tramonto scenderanno a baciarci
prima che la nostra barca varchi l'orizzonte.
Anche loro saranno in tre a spingerci
con una lacrima in una luce
senza tramonto.
Sorridi, anche se il tuo cuore soffre
Sorridi, anche se si sta spezzando
Quando ci sono nuvole nel cielo,
"Non ci penserai"
Se sorridi
Attraverso la tua paura ed il tuo dolore
Sorridi e forse domani
vedrai il sole levarsi e splendere
Per te.
Illumina il tuo volto con la gioia
Nascondi ogni traccia di tristezza.
Anche se una lacrima
potrebbe essere sempre così vicina
Questo è il tempo in cui devi continuare a tentare,
Sorridi, che senso ha piangere?
Scoprirai che vale ancora la pena di vivere
Se solo sorridi.
Ieri i tuoi occhi hanno gelato il mio respiro...
e me lo hai detto
il mio stupore ha dipinto la stanza di colori accesi
ancora e ancora un eco crescente
il mio cuore come un pesce suicida è guizzato fuori
ed ha attraversato il fiume del dubbio
ora vaga
ebbro di gioia
picchiando qua e là
contro spigoli arrotondati
le tue labbra schiuse
finalmente!