Notte ad ore
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L'uomo camminava senza una direzione precisa, ormai era al crepuscolo e l'aria poco a poco diventava fredda e umida, mise le mani in tasca e con il capo chino, non avendo nient'altro da fare, si mise a contare i mozziconi di sigaretta sull'asfalto macchiato delle urine di cane.
Remo viveva a Torino da trentatré anni e non ne poteva più. Era perennemente infelice e ogni volta che cercava una via d'uscita a questo, pensava soltanto al più tragico epilogo: la morte.
Inizialmente cercò di rifugiarsi nelle religioni orientali, ma dopo poco tempo si rese conto che queste, come tutti gli altri credi, nascondono vuoti di pensiero e tristi ricatti morali.
Decise allora di abbandonare tutte amicizie inutili, quelle fatte per colmare i momenti di solitudine giovanile e che non ti danno nulla quando sono presenti.
In poco tempo non frequentò più nessuno dei suoi amici, ma questo non lo rattristò per nulla, anzi lo rese più forte e apprese dalla solitudine l'unica virtù che gli servì per andare avanti in questa guerra di viltà in giacca e cravatta. Imparò a leggere dentro di sé e iniziò a leggere molto.
Cassady e Corso gli fecero vedere la lunga strada della vita,... [segue »]
Composto venerdì 17 aprile 2009
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