I Sogni di Astrid
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...con la faccia sul cuscino, e urlò, un urlò di stanchezza e incomprensione insieme. Non lo sentì nessuno, ma Astrid era abituata a non essere sentita e compresa. Non era facile in effetti capirla, stava sempre isolata dagli altri, vivendo solo sui suoi amati libri, ma dopotutto era quello che amava, come si poteva biasimarla. Diceva a se stessa che non le importava di stare sola e di non parlare mai con nessuno, ma la verità era che ci stava male, e né soffriva, ma cercava di non pensarci.
"Ma forse è meglio che mi metto a studiare... magari domani mi và male e poi cosa dico a mamma... No! Voglio finire il libro!" Di scatto si alzò dal letto e recuperò il libro, lo aprì alla pagina dove aveva interrotto e cominciò a leggere, estraniandosi dal mondo.
***
Fu svegliata dalla sveglia del cellulare, una sonata di musica classica che era stata usata nel film di uno dei suoi libri preferiti. Nonostante la musica leggera e tranquilla, Astrid non era di buonumore quando scese dal letto. Spense la sveglia e lanciò un lungo sbadiglio, stirando le braccia, con i pungi chiusi. Come ogni mattina, per prima cosa diede da mangiare ... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011
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