I Sogni di Astrid


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...di cui voleva conquistarsi l'ammirazione e da cui voleva essere accettato come membro della famiglia. Le aveva sequestrato l'i-Pod, facendo ridere Evan a crepapelle e inscenando un litigio furioso con Astrid che se né andò in camera sbattendo la porta. Aveva passato il resto della sera a leggere sgranocchiando le patatine che aveva comprato per casi come questo. Era stata una serata difficile per Astrid e si sentiva arrabbiata con se stessa, con Evan, ma soprattutto con Philipp, che non sapeva proprio rimanere fuori dagli affari altrui.
L'autobus arrivò sputacchiando smog, si fermò davanti al palo della fermata e aprì le porte. Astrid salì con un sospiro, prendendo posto sull'ultimo sedile in fondo, vicino al finestrino sinistro. L'autobus era vuoto, a parte una signora solitaria che andava al lavoro, poiché la sua era la prima fermata che faceva, ma era come se tutti i posti fossero occupati dalla presenza delle persone che di solito si sedevano lì. Astrid sentiva di non potersi sedere in quei sedili, che testimoniavano con scritte e disegni il passaggio di tutti gli studenti che vi si erano seduti. Quello in cui si sedeva tutte le mattine era l'unico che non aveva scritte: le tela era ... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011

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