I Sogni di Astrid


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...la scuola, e quando lo vide in mano alla madre, il sorriso assonnato sul suo viso si trasformò in un ghigno, rivolto a Philipp. "Astrid, ecco tieni, però guai a te se lo usi ancora..." cominciò la madre. "Ok, ok, grazie... vado che perdo l'autobus." Non voleva tirare fuori ancora la discussione della sera prima, non con la madre e Philipp, ma mentre aspettava l'autobus alla fermata, non poté impedirsi di ripensarci.
Era scesa per la cena con le cuffie dell'i-Pod alle orecchie: le aveva messe per leggere, perché voleva calarsi nell'atmosfera, e voleva finire la canzone. Di sotto c'era confusione, e Astrid alzò il volume per sentire l'ultimo pezzo della canzone. Proprio mentre stava per arrivare il pezzo finale, il più bello, Evan le strappò le cuffie dalle orecchie per strillarle "Giochi con me?" Astrid aveva cacciato un urlo di rabbia "no! Vattene!" Evan era scoppiato a piangere, probabilmente apposta, lo faceva spesso, perché ora che c'era il divorzio gli erano permesse molte più cose, e Philipp si era arrabbiato con lei, anche la madre per la verità, ma lui di più. Era per lui un'occasione per punire Astrid senza essere considerato ingiusto, e per difendere Evan,... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011

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