I Sogni di Astrid
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...Non avevano mai capito perché lei non li imitasse e non interagisse con loro, prendendo parte ai loro insulsi giochi. A volte qualcuno si era preso la briga di invitarla a qualche festa o qualche uscita, ma lei rifiutava sempre, a volte anche sgarbatamente se la interrompevano mentre leggeva o ascoltava una canzone che adorava. Ben presto tutti avevano cominciato a scansarla, rivolgendole la parola solo per farsi aiutare nei compiti. Lei si diceva che non le importava, che le bastavano gli'amicì dei librì, ma in realtà né soffriva, soffriva del fatto che la sua passione fosse incompatibile con il resto del mondo, ed era felice quando qualcuno la salutava, anche solo con un cenno o solo perché costretto, o quando qualcuno si avvicinava al suo banco con un quaderno in mano, per farsi correggere, o addirittura fare, un esercizio. Era solo per comodità lo sapeva, non erano veri amici, ma sotto sotto, godeva di quei momenti di insperata compagnia.
L'autobus si fermò di fronte alla scuola, davanti ad una fila di auto strombazzanti. La massa prese a scendere, e Astrid dietro, con la testa bassa, alle prese con il suo mp3. Erano appena arrivati in classe quando lo spense ... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011
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