Mi chiamo Antonino Esposito, ho diciassette anni.
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...Ho chiuso gli occhi pieno di speranza, ma quando li ho riaperti, ero ancora lì.
C'era una panchina, mi sono seduto ed ho acceso una paglia.
"Ciao Antonino"
Cazzo, il professor Cangemi, ora mi romperà le palle perché fumo. Invece niente.
Si è seduto, gli ho offerto una sigaretta.
"No Antonino, non la voglio".
"Io si" risposi ridendo, "ho soldi, salute e mi piace tirare due boccate ogni tanto".
"Sei giovane, non portarti una cattiva eredità per gli anni a venire, fumare è una stronzata".
"Sa una cosa professore, non riesco immaginarmi diverso da come sono ora, qualcuno mi ha detto che se non riesci immaginare una cosa questa non succederà mai, ed io non riesco a vedermi con un'età diversa da quella che ho adesso, forse non ci arriverò mai a un'età diversa.".
"È un pensiero triste Antonino"
"Ho sempre pensieri tristi prof, ma non li ascolto".
"Se ne vuoi parlare, sono qui, ok?".
"Un'altra volta prof, grazie".
Me ne sono andato, mi piace parlare con Salvo, ma non posso raccontargli che odio chi sono, che odio quello che faccio, che odio chi mi circonda e soprattutto non posso raccontargli che diventerò un killer della mafia e presto ucciderò un ... [segue »]
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