Mi chiamo Antonino Esposito, ho diciassette anni.
Scegli la pagina:
...cazzo ci fa con mio padre?. Salgo in macchina senza ricambiare il saluto, ma gli occhi tristi di Irina mi hanno messo malinconia, sono troppo belli perché guardino questo schifo di paese.
Non so dove andiamo, non desidero ricordare nulla. Appena arrivati Falavita m'indica una sagoma scura sul terreno vicina a un pozzo abbandonato, so di cosa si tratta, guardo il mio compagno disgustato; disprezzo quel camorrista di merda, disprezzo i suoi tic, il suo alito, la sua assoluta mancanza di sensibilità.
"Sai cos'è?" Mi chiede.
"So cos'è, un morto ammazzato, l'hai ucciso tu?"
"Forse ho premuto il grilletto, forse no, chi l'ha ucciso non importa, era un infame doveva morire". "Buttalo nel pozzo."
Gli avevano sparato in faccia, non aveva più lineamenti, solo carne disfatta. Mi venne da vomitare ma mi trattenni. I morti pesano tantissimo, l'aver perso l'anima non li rende più leggeri. Falavita dovette aiutarmi e pochi secondi dopo si sentì un tonfo profondo, l'uomo era in fondo al pozzo; pure io sono in fondo a un pozzo, ma è peggio perché sono vivo.
Secondo incontro del campionato studentesco, abbiamo vinto 1 a 0, non ho segnato ma il fallo da rigore che ci ha permesso di vincere ... [segue »]
Leggi un altro Racconto Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti