Mi chiamo Antonino Esposito, ho diciassette anni.
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...la "Scuola d'Atene" di Raffaello Sanzio, faceva schifo come spiegava, fredda, senza emozioni, ma l'immagine dell'affresco mi faceva tremare di gioia. I miei compagni non capivano un cazzo, uno ha ruttato mentre la prof parlava di Ipazia, gli ho tirato uno schiaffo sul collo da lasciargli un tatuaggio semipermanente delle mie dita. La prof mi ha sbattuto fuori dall'aula, normale, è una gran puttana.
Sono stato di cattivo umore tutta la mattina e nel pomeriggio, durante l'allenamento di calcio ho segato le gambe a uno che mi aveva preso la palla. Mi è arrivata una spinta da dietro, al centro della schiena che mi ha fatto rotolare per terra, era il professor Cangemi.
Mi sono alzato con la voglia di stringergli il collo, ma lui mi ha guardato con le braccia basse, serio, senza essere incazzato.
"Se vogliamo fare gli stronzi, ci sono anch'io, ok?"
Mi sono avvicinato con le mani alzate, ma il coglione non era preoccupato.
"Vuoi picchiare, ok Antonino io ci metto la faccia e tu che cazzo ci metti?"
Che vuole questo stronzo, pensa di essere furbo? Ci metto niente a fargli scoppiare il naso come al mendicante della chiesa barocca. Non sapevo cosa rispondere e così me ... [segue »]
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