Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...A malincuore, lascio momentaneamente Mirta e cammino seguito da Tom costeggiando il parco.
Le ragazze riprendono a passeggiare, la donna alla finestra si ritira. I ragazzacci ci inseguono, correndo da un portone all'altro. Saliamo sul furgone e percorrendo alcuni giri per il paese riesco a far perdere le mie tracce.
Poi, lascio Tom e torno ancora là. Mirta mi aspetta, ma ormai la notte fredda è scesa su di noi.

*****

a poco a poco mi rendo conto come i timori che prova mio zio non siano del tutto infondati.
Certo non credo alle stregonerie né ai discorsi ingenui sulle fatture di Severin. Si tratta di ben altro. Una specie di sordo rancore, di sguardi schivi di disapprovazione che riesco a cogliere per le vie di Vielle. È difficile da spiegare. Forse è questo che intendeva dire mio zio parlando degli inconvenienti che succedono vivendo qui.
Questa pigrizia, questo trascinarsi nella vita da parte degli abitanti, la loro mancanza di rinnovamento, il peso incombente di una morale rigida e di princìpi oscurantisti ha finito per immergere il paese in un clima di suggestioni.
Mio zio conosce un veggente e mi ripete spesso che dovrei andarlo a trovare per sapere da lui ... [segue »]

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