La ragazza del paese stregato
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...lamentosa si ode provenire dall'interno. Mi fermo anch'io e guardo oltre la soglia aperta.
In una cucina bassa e scura c'è un cadavere disteso su una panca. Ha il viso lungo, decrepito, con la bocca aperta che mi ispira ripugnanza.
Alcune vecchie vestite di nero fanno scongiuri, altre tappezzano le pareti con piante secche di datura. Al mio ingresso tutte smettono le loro attività e restano a guardarmi. Allora volto le spalle e mi allontano.
Proseguiamo nel vento fino alla casa di Mirta.
Dopo aver oltrepassato quella casa alta, mi volto e lei appare sul marciapiede insieme a una bambina di quattro o cinque anni.
"Buongiorno", le dico andandole incontro. Lei mi guarda e mi sorride.
Camminiamo insieme davanti ai cancelli del parco dove sta giocando un altro suo fratellino.
È indicibilmente bella. Per me ha indossato una gonna viola che dona alla sua figura snella una grazia insospettata.
È bella. I capelli che si flettono, il suo sorriso semplice e misterioso, tutto in lei parla di freschezza e di dolce abbandono. Sensazioni mai provate mi prendono mentre trascorro il breve pomeriggio insieme a lei. Nelle sue parole spontanee, nell'incanto della sua giovanile presenza scopro sogni nuovi e ingenuamente mi ... [segue »]
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