La ragazza del paese stregato
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...per perdermi.
Così, ora che si sente al sicuro può permettersi una condotta più informale. Più ambigua direi: infatti, che cosa significano quei suoi sguardi di profonda tristezza che sempre mi accompagnano quando la lascio sola? Eppure non mi guarda se le sono vicino, non risponde alle mie parole. Ma immancabilmente, se mi volto dopo che mi sono allontanato, lei è là, esile, bruna, con i neri occhi che non si staccano dai miei e quasi chiedono perdono.
Passano i giorni, e Mirta riprende a parlare, con monosillabi dapprima, poi ostenta una gentilezza diversa da quella a cui ero abituato.
Il paese si stringe intorno a noi, con i suoi divieti, e Mirta ha deciso di approfittare di questa mia amicizia prima che veniamo separati.
È una trovata ingenua la sua e forse prova rimorso. Ecco perché lascia che sia la sorella minore a parlare:
"Sai cosa desidera mia sorella? Una gonna blu".
"È così Mirta?"
Lei fa un cenno affermativo. Le prometto di portargliela dopodiché vado via.
Da questo momento sento di averla perduta.
L'indomani sono di nuovo a Vielle. Almeno mi resterà la consolazione di non aver mancato di parola.
Mirta è davanti casa con la sorella. Forse prova vergogna ... [segue »]
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