La ragazza del paese stregato
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...Un tanfo di latrine o di acqua marcia invade il corridoio e le stanze tutte deserte. Poche sedie di paglia, un tavolo... Uno sguardo febbrile e la flessuosa silhouette di una bruna discinta appare per un istante dietro l'ultima porta socchiusa. Al mio sopraggiungere, anche l'uomo rientra nella stanza e il silenzio quasi tangibile riassorbe le loro presenze.
Da lassù la vista è spettacolare. La piazza acciottolata nell'ombra profonda sotto di noi, un sentiero in salita che raggiunge il ponte in ferro sul fiume.
Nel frattempo le bambine hanno ripreso a salire cautamente le scale. Una biondina con lo sguardo acceso guida il gruppetto. Tutte appaiono tese, attente a evitare il più piccolo rumore. Le osservo divertito mentre si dirigono proprio verso la porta chiusa in fondo al corridoio. L'ultima a passarmi davanti ha i capelli sciolti sul vestitino bianco. Una espressione di indefinita tristezza traspare nella luminescenza celeste degli occhi.
A turno una ad una, si chinano per spiare dal buco della serratura. Con movimenti aggraziati e regolari, con ordine, tutte ripetono questa specie di gioco. Come un cerimoniale che ben presto si svolge in un crescendo di meraviglia mista a paura, tanto da indurmi a chiedere:
"Che cosa fanno ... [segue »]
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