La ragazza del paese stregato
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...mi costringe a violare altri assurdi tabù.
Sono divieti imprecisi, dei quali nessuno parla ma la cui presenza si avverte nell'aria. Gli sguardi gravi di disapprovazione, i sorrisi falsi, le supposizioni calunniose. Tutta un'atmosfera pesante di vergogna e di colpa che ristagna nel vicolo cieco dove abita il sensitivo. La sua casa è proprio l'ultima, in fondo.
È lui stesso ad aprirmi e ad accogliermi in una stanza dove la ricercatezza e il raffinato estetismo sono spinti all'eccesso. Bastoncini di incenso bruciano nel treppiede. Campanelli d'argento per scacciare gli spiriti, catene, ninnoli, stoffe e pietre preziose.
Si siede davanti a me e parla con voce stranamente melodiosa. È quasi calvo, ha lunghi baffi arrotolati all'ingiù, veste da orientale. Le lunghe dita sottili nei gesti effeminati fanno brillare i sigilli magici sugli anelli d'oro.
Vive da eremita e solo raramente riceve visite. Date le sue tendenze particolari, è lui stesso a farmelo comprendere quasi subito, gradirebbe molto approfondire la simpatia che prova verso di me. È dotato di intelligenza e sensibilità paurosa. Non è un uomo di carne, mi vien da pensare, ma di anima e di nervi.
I cristalli sono ciò che egli ama di più. Ce ne sono dovunque,... [segue »]
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