Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...poi, stanchi della nostra compagnia se ne vanno lasciandoci soli.
Il luogo ha un fascino stregato, la sua solitudine si avverte come una presenza viva. Do ancora un'ultima occhiata in giro, al fiume, alla facciata del mulino, con le sue finestre ingraticciate, poi ridiscendo.
Sulla piazzetta ritrovo i bambini che corrono tutti verso la casa alta di fronte al fiume. La sua vecchiezza estrema mi fa provare un senso di repulsione.
Una gelida umidità mi accoglie oltre l'ingresso. Salgo le scale di pietra: un piano, due piani.
Un salone squallido quasi buio nonostante le finestre spalancate. In un angolo una enorme stufa di terracotta spenta, alla parete di fondo una grande pala: l'angelo giustiziere ritto nell'armatura, trafigge con la spada in un gesto d'ira l'uomo in catene steso in fondo alla tela. Un sapore di umidità e di liquirizia ristagna nell'aria. Il soffitto è alto, del tipo "a perline" color verde.
Fra le grida dei bambini che giocano lì dentro odo, nel sibilo del vento, il cigolìo dei tubi giranti sul tetto del mulino.
Salgo ancora. Improvvisamente le scale si affollano di bambine che scendono di corsa i gradini minacciate da un uomo che si sporge dalla ringhiera.
Terzo piano.... [segue »]

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